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l'affondo

Di Maio ancora all'assalto di Conte: "L'Italia non è un paese neutrale. Sulla guerra non si scherza"

Redazione

Il ministro degli Esteri: "Il M5s guarda al passato, si sta radicalizzando. Mi auguro che il 21 giugno in Aula le forze politiche si dimostrino unite". E sul nuovo corso contiano: "Non serve avere una lista della spese, ci vogliono soluzioni"

"Ho letto in queste ore che ci sono dei senatori del M5s che avrebbero proposto una bozza di testo da inserire nella risoluzione che di fatto ci disalinea dalla Nato e dall'Unione europea. Ecco, se ci allontaniamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell'Italia. Da ministro degli Esteri credo di dover difendere la collocazione geopolitica del nostro paese: l'Italia non è un paese neutrale". Luigi Di Maio è intervenuto quest'oggi al "Blue Forum Italia Network" organizzato a Gaeta. E da quel proscenio ne ha approfittato per menare qualche altro fendente nei confronti di Giuseppe Conte e della sua gestione ai vertici del Movimento cinque stelle, dopo che negli ultimi giorni i due se ne sono dette di ogni

 

Parlando dell'imminente comunicazione di Draghi in Parlamento, il 21 giugno, Di Maio ha richiamato alla necessità di tenere a bada le strumentalizzazioni: "Un presidente del Consiglio che deve andare a un tavolo europeo così importante deve avere il paese dalla sua parte. La coalizione di maggioranza compatta e aggiungerei anche l'opposizione. Dobbiamo essere tutti uniti in un momento così complicato". 

Poi si è passati direttamente ai rapporti interni al Movimento. Con un focus sugli insulti e le critiche che hanno raggiunto il titolare della Farnesina, che nel post amministrative aveva duramente criticato il risultato ottenuto da Conte. "Io sono un incassatore", ha detto Di Maio. "Certo se uno pone un tema e si risponde con attacchi personali quello non è un problema per me ma una deriva del M5s. E' un movimento che vede in corso una radicalizzazione politica: invece di guardare al 2050 sta guardando indietro". Al punto che "se si sta tornando indietro, non bisogna cambiare la regola dei due mandati", argomenta ancora l'ex capo politico del M5s.

Un'altra tirata d'orecchie a chi tanto aveva favoleggiato sul nuovo corso. E che invece secondo il ministro degli Esteri si sta esaurendo nell'inconsistenza. "Oggi la vera sfida è creare soluzioni complesse a problemi complesse, non avere una lista della spesa". 

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