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il personaggio

Tutte le bestialità del grillino Ferrara, il Petrocelli che non ce l’ha fatta

Luciano Capone

Filo Russia e filo Cina ("Putin e Xi Jinping sono un argine al pensiero dominante"), filo Assad e anti Nato ("non ha più senso"), dice che gli Usa occuparono l’Italia come i nazifascisti. Rinuncia alla presidenza della Commissione esteri, ma resta n°2 del M5s al Senato

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“Nel rispetto dei valori del M5s che non brama a poltrone e per il bene della mia forza politica, data la macchina del fango che si è messa in moto nei miei confronti, scelgo di non candidarmi a presidente della commissione Affari esteri del Senato”. Così, in serata, il senatore grillino Gianluca Ferrara ha fatto un passo indietro, costretto a rinunciare alla successione del compagno Petrov. Per fare decadere il grillino filoputiniano Vito Petrocelli dalla presidenza della Commissione esteri, erano state necessarie le dimissioni in massa dei membri per far sciogliere l’intera commissione. Sarebbe stato quindi surreale per il Parlamento fare una forzatura istituzionale del genere per togliere un Petrocelli e metterne un altro. Il sostituto indicato originariamente dal M5s è infatti il vicepresidente del gruppo al Senato Gianluca Ferrara, che non ha idee granché diverse: filo Russia, filo Assad, filo Cina, anti Usa e anti Nato. E non si tratta solo del suo libro “L’impero del male”, ricordato dal Corriere della sera, in cui il senatore espone tutti “i crimini nascosti da Truman a Trump”, descivendo gli Stati Uniti come “l’impero più potente e pericoloso della storia dell’uomo”. Ferrara ha sempre interpretato la linea antieuropeista e antiatlantica delle origini del M5s. E sebbene, a differenza di Petrocelli, abbia condannato l’invasione dell’Ucraina e votato a favore dell’invio di armi, tutta la sua attività pubblica e politica è a sostegno delle tesi di Vladimir Putin. E non c’entra nulla la “macchina del fango” di cui parla il senatore grillino. Si tratta più che altro di una macchina della verità o di una macchina della memoria.

 

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Partner di Putin e amici di Assad

Il 18 giugno 2019, in visita a Mosca con una delegazione della Commissione esteri guidata proprio da Petrocelli, nel suo intervento davanti ai parlamentari russi Ferrara dice che “l’Italia è tecnicamente una colonia dell’Impero statunitense” e che il ruolo del nostro paese è quello di “mitigare la crescente conflittualità con la Russia”. In che modo? “Partendo dallo stop dell’accerchiamento della Nato nei confronti della Russia”; poi “stop alle provocazioni come ci sono state in Ucraina, dove sono stati finanziati gruppi neonazisti per tutelare quel regime”; infine “stop alle sanzioni alla Russia, inutili e dannose”. Il senatore del M5s, in pratica, dice ai russi che la sua posizione sulla crisi ucraina è la stessa del Cremlino. “Il nostro obiettivo è stringere migliori rapporti con la Russia – dice in un messaggio dalla Piazza Rossa di Mosca – le sanzioni vanno tolte, sono volute dagli Stati Uniti ma danneggiano la nostra economia”. Nel 2018, in commissione Esteri, Ferrara dice che “l’Italia non è stato un partner fedele della Russia come lo è con gli Stati Uniti, mi riferisco alle sanzioni”. Nello stesso intervento, Ferrara giustifica la carneficina di Putin ad Aleppo: “La Siria è un paese sovrano che è stato bombardato da 16 paesi che non avevano nessun diritto per farlo. L’unico (che aveva diritto per farlo) era la Russia, perché Assad aveva chiesto ausilio”. Sullo stesso tema, Ferrara dice che “grazie alla Russia di Putin in Siria è stato sconfitto l’Isis”. Quanto alla Siria, nel 2018 l’esperto di esteri del M5s sosteneva che i massacri non sono opera di Assad ma dei “radicali islamici finanziati in maniera strumentale dall’Occidente” e che, in ogni caso, “il campo ha dato una risposta”. Pertanto l’Italia doveva “ripristinare regolari rapporti diplomatici con il governo siriano, riaprendo le ambasciate”, cosa che nessun paese europeo ha fatto.

Putin e Xi Jinping argini contro pensiero unico dominante 

Sempre in commissione, nel 2019, Ferrara descriveva Putin, insieme al cinese Xi Jinping, come un freno all’imperialismo americano e come un elemento di stabilità globale. “La Russia di Putin e la Cina di Xi Jinping rappresentano degli argini, magari opinabili, al pensiero unico dominante che è particolarmente inquietante. Questo pensiero unico da cui non è possibile dissociarsi, si pensi anche al Venezuela... Oggi la Russia è accerchiata dai paesi occidentali. Credo che personaggi come Putin rappresentino paradossalmente una forma di stabilità, anche per l’arroganza di certi paesi che vogliono estendere il proprio imperialismo ovunque”.

Italia fuori dalla Nato

Ferrara è talmente preoccupato dagli Stati Uniti da paragonarli al nazifascismo: “La forte sensazione è che il 25 aprile del 1945 avvenne un passaggio di chiavi da un carceriere all’altro”, scrive nel suo libro. E pertanto è necessaria una nuova Resistenza contro l’invasore a stelle e strisce: “Credo sia venuto il tempo di costruire un Comitato di Liberazione Nazionale, una nuova resistenza a questa subdola occupazione”. Questa analisi storica si traduce operativamente in un’uscita dal Patto Atlantico: “25 Aprile: liberiamoci dagli Stati Uniti e dalla Nato”, scriveva. E ancora: “Una nuova Europa deve svincolarsi dalla Nato  che, dopo il 1989, non ha più senso di  esistere”. “Italia fuori dalla Nato. Perché nessuno ne parla?”. Sarebbe stato surreale mettere uno come Ferrara, che proponeva lo scioglimento della Nato e invocava lo stop dell’“accerchiamento” della Nato alla Russia, a supervisionare dal presidente della Commissione esteri del Senato l’adesione di Finlandia e Svezia all’Alleanza Atlantica.

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Isis e 11 Settembre: crimini degli Stati Uniti

Ferrara è anche complottista. E’ infatti uno studioso del Bilderberg che, scrive, raduna la “plutocrazia mondiale” che tutto controlla, includendo tra questi sia Enrico Letta (suo alleato) sia Mario Draghi (suo premier). Ma quando l’antiamericanismo e il complottismo si uniscono vengono fuori le teorie più frizzanti. Ad esempio Ferrara sostiene che “il Califfato di  Abu Bakr al-Baghdadi (l’Isis)  è soltanto l’ultima creatura occidentale e degli Usa in particolare”. Dietro, ovviamente, ci sono anche gli ebrei: “Israele è tra le cause principali della destabilizzazione del Medio Oriente. Si pensi al fatto che sono in molti a pensare che appoggi l’Isis per abbattere Bashar al Assad”, scrive sul blog sul Fatto quotidiano. Peraltro Ferrara era l’analista che spiegava “Chi si nasconde dietro l’Isis?” nella trasmissione pseudoscientifica e cospirazionista “Mistero”, condotta dal personaggio immaginario Adam Kadmon. Anche rispetto all’attentato dell’11 settembre, Ferrara sposa le teorie del complotto secondo cui si sarebbe trattato di un inside job americano. “11 settembre sedici anni dopo, il più grande crimine degli Usa”, è il titolo di un suo post sul Fatto: “Sui fatti dell’11 settembre 2011, la versione ufficiale è un puzzle di menzogne che ancora a lungo mostrerà un’immagine falsata dei fatti”. In un altro scritto il grillino è più esplicito, seppure allusivo: “Non è mia intenzione avanzare ipotesi su chi sia stato e perché fu effettuato l’attacco dell’11 settembre. Una mia convinzione è che nel mondo non si muove una foglia se non ne sono a conoscenza preventivamente i servizi segreti Usa”.

 

Il senatore Ferrara era oggettivamente inadeguato a un ruolo istituzionale come la presidenza della Commissione esteri. C’è da chiedersi anche se lo sia per il ruolo di vice capogruppo del partito che esprime il ministro degli Esteri del governo Draghi, Luigi Di Maio. Ma questo, per fortuna, è un problema del M5s e non delle istituzioni.

 

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