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l'annuncio

Fuortes smonta i talk-show: "Non sono ideali per il servizio pubblico"

Redazione

"Giornalisti, scienziati e intellettuali che improvvisano sono l'opposto di quello che ha fatto la Rai per lungo tempo. Guardare a Zavoli e Biagi", ha detto l'ad della tv pubblica. Che ha annunciato una discontinuità già a partire dai prossimi palinsesti

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"L’idea di giornalisti, operatori, scienziati, intellettuali chiamati a improvvisare su qualsiasi tema non credo che possa fare un buon servizio pubblico. È l’opposto di quello che la Rai ha fatto per lungo tempo". Sono le parole lapidarie con cui ieri sera, intervenendo in commissione di Vigilanza, l'amministratore delegato della televisione pubblica Carlo Fuortes ha lasciato intuire dove voglia andare a parare la sua gestione: verso un progressivo ridimensiomanento del talk-show sulle emittenti pubbliche. "Credo personalmente che questo format per l'approfondimento giornalistico non sia il format ideale, nel senso che veramente negli ultimi decenni c'è stato una abuso di questa forma che invece è molto adatta all'intrattenimento su temi leggeri e non su temi politici, sociali e culturali", ha argomentato il dirigente della Rai. Contrapponendo, come modelli virtuosi di fare informazione, esempi quali Serzio Zavoli, Enzo Biagi, che hanno fatto la fortuna e la storia della tv pubblica.

L'intervento di Fuortes arriva dopo settimane in cui il talk-show s'è trovato stretto in una morsa di critiche. Da una parte si imputa ai programmi di fare da cassa di risonanza della propaganda russa, ospitando giornalisti embedded del Cremlino (o lo stesso ministro degli Esteri Sergei Lavrov), dando spazio a posizioni che non tengono conto della presentazione dei fatti. Dall'altro, è apparso sempre più evidente che, governato con le stesse logiche che avevano intrattenuto il pubblico durante la pandemia, il talk più che fare informazione punti a una polarizzazione estrema. "Questa tv non fa informazione: è il bagaglino", aveva detto al Foglio il direttore di Rai 3 Franco di Mare, in polemica con Cartabianca di Bianca Berlinguer. Che si era trovata al centro delle polemiche anche perché il Foglio aveva rivelato come avesse proposto al professor. Alessandro Orsini un contratto da 2000 euro a puntata. Proprio su questo punto Fuortes ha voluto prendere una posizione, dicendo che "secondo me il giornalista che partecipa a un talk non deve ricevere un emolumento". 

Si va, insomma, almeno sulla tv pubblica, verso un progressivo smantellamento di questi contenitori. Bisognerà aspettare tanto? Anche su questo Fuortes ha voluto dare rassicurazioni. "Ci sarà un segno di discontinuità, già a partire dai prossimi palinsesti". Giorni contati per Nadana Fridrikhson e Co. 

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