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Il caso

Conte porta il M5s in ritiro al Centro scout fra pacifismo e guerra al governo

Simone Canettieri

Lunedì la riunione dell'ex premier con cento parlamentari. Intanto i grillini insistono: no all'incremento delle spese militari fino al 2 per cento del Pil. Rodeo in vista al Senato

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Li porterà in ritiro, allo Scout center di piazza Bologna, dove già li riunì ai tempi del Quirinale. Questa volta Giuseppe Conte ha deciso di convocare per lunedì e martedì (mezza mattinata) tutti i comitati del M5s. Saranno cento parlamentari a nome di organismi che per il tribunale non esistono più. Sono congelati così come la carica del presidente dei grillini. Ma le priorità sono altre nel Movimento. “Sarà un’occasione per fare il punto sui temi più urgenti di politica interna e internazionale”, è la premessa per queste trentasei ore.   La settimana prossima Conte proverà a dare un senso a questa storia e a mettere un bastone fra le ruote del governo. Vuole la pace, ma prometterà battaglia sul decreto Ucraina, atteso per l’ultima approvazione proprio a Palazzo Madama, dove i soldati dell’ex premier, a partire dalla generalessa Paola Taverna, sono ben più numerosi rispetto alla Camera. E quindi sono in cottura ordini del giorno per dire no all’incremento delle spese militari fino al 2 per cento del pil. “Prima delle armi ci sono le bollette degli italiani”, dice Conte. E ieri i grillini alla Camera hanno dato già un assaggio di confusione: il gruppo del M5s si è astenuto sulla proposta di Pino Cabras (L’alternativa c’è) di bloccare l’aumento della spesa per la Difesa. Un antipasto di ciò che accadrà la prossima settimana a Palazzo Madama con il dl Ucraina.  Conte continua a stare in mezzo. Tanto che a Palazzo Chigi iniziano a chiedersi: che gioco sta facendo?

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