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L’ultima di Salvini: fare fuori Lamorgese grazie alla riforma del Csm

Carmelo Caruso

Il ministro dell’Interno è Consigliere di stato (nominata dal governo Conte-Salvini) e dunque si cerca di indebolirla con le prossime nuove misure che contrastano le porte girevoli politica-magistratura

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Usare le nuove norme sull’incompatibilità dei magistrati per chiedere nuovamente il passo indietro di Luciana Lamorgese. Non si sa se sia un piano ma di certo è un pensiero che la destra di Matteo Salvini accarezza. Domani in Cdm è infatti attesa la riforma del Csm, una riforma che regolamenterà il fenomeno delle “porte girevoli”, quel rapporto disinvolto tra politica e magistratura.

Nelle riunioni in corso, in queste ore, a Palazzo Chigi si sta discutendo di come arginare questo guasto senza tuttavia perdere quelle competenze giuridiche ritenute necessarie nei ministeri. I magistrati impegnati in ruoli di governo sono molteplici. La figura più emblematica è quella del sottosegretario Roberto Garofoli, un uomo snodo per Mario Draghi, l’uomo da cui passano tutti i dossier del governo. Per il premier è “indispensabile”. Indiscutibile. Ebbene, è stato fatto filtrare dalla politica, e raccolta da La Stampa, l’idea che con le nuove norme (che non sono retroattive) il primo a essere indebolito sia proprio il sottosegretario. In realtà, l’operazione, sarebbe più complessa. Pochi lo ricordano ma c’è un importante “consigliere di Stato” al governo. E’ il prefetto Luciana Lamorgese, obiettivo quotidiano del leader del Carroccio. La fantasia è chiedere il passo indietro servendosi di queste possibili nuovi norme. Il paradosso è che a nominare la Lamorgese è stato il primo governo Conte, in pratica il governo di cui vicepremier era Matteo Salvini.

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