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Il caso

L'allarme di Cingolani, la cautela di Franco: così il caro bollette investe il Pnrr

Redazione

"Mi preoccupa il costo dell’energia. Il suo aumento, nell’arco del prossimo anno, rischia di avere un costo superiore all’intero Pnrr", dice il responsabile della Transizione ecologica. E il ministero dell'Economia pensa a un nuovo provvedimento da 5 miliardi, ma senza lo scostamento di bilancio richiesto dai partiti. Giovedì il Cdm

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"Mi preoccupa il costo dell’energia. Il suo aumento, nell’arco del prossimo anno, rischia di avere un costo superiore all’intero Pnrr": il caro bollette continua ad allarmare il governo, a spaventare l'economia e la ripresa. Dalle pagine della Stampa, il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani lancia l'allarme, mette in guardia sui rischi e sulle prospettive di una situazione che va affrontata subito, tenendo da parte l'ideologia. "Questo ci dice che il cosiddetto piano Marshall non è la soluzione a tutti i nostri mali. Dipende da come sapremo sfruttarlo", sottolinea Cingolani, anche perché "con un debito attorno al 160 per cento del Pil, l’Italia non può sbagliare".

 

Seppur preoccupato, Cingolani continua ad essere ottimista, "se non lo fossi non sarei seduto su questa poltrona", dice. A patto però che la transizione ecologica sia "sostenibile sul piano ambientale come su quello sociale", e in grado di superare i due principali ostacoli, "alcuni di tipo tecnologico, altri ideologici".  Le soluzioni esistono ma occorre essere pragmatici, comprendendo i limiti  e le possibilità di ogni tencologie. "Il passaggio alle rinnovabili richiede la capacità di gestire i flussi, con unarete elettrica intelligente, perché la produzione di energia dal sole e dal vento è intermittente", spiega il ministro, aggiungendo poi, che "un altro aspetto tecnologico riguarda l’accumulo della stessa energia, per poter essere consumata quando serve". E al momento questi sistemi di conservazione "non sono maturi, dobiamo svilupparli".  Nel frattempo, un aiuto potrebbe arrivare dal nucleare, con qualche distinguo: "non quello presente in Francia, che produce troppe scorie. Ma non possiamo ignorare che esiste che esiste un nucleare di quarta generazione, fatto di piccoli reattori modulari, che generano pochissime scorie. Non vedo - è il ragionamento di Cingolani - perchè l'Italia non debba fare ricerca in questo settore".

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Ma se il ministro per la Transizione ecologica guarda al futuro, più o meno prossimo, il caro bollette presenta il conto già oggi e nel frattempo occorre correre ai ripari. È uno dei principali temi sul banco del governo, che dovrebbe intervenire nel corso del Consiglio dei ministri con un decreto legge che mira a calmierare nuovamente i costi di luce e gas. Ma questa volta, dopo gli oltre 10 miliardi già stanziati in questi ultimi mesi, il ministro dell'Economia Daniele Franco si muoverà con maggiore cautela, con un provvedimento riservato a categorie specifiche: piccole e medie imprese, settori particolarmente danneggiati e famiglie con redditi bassi. Un intervento che potrebbe aggiungere altri 5-6 miliardi e coprirebbe così il secondo trimestre dell'anno, senza tuttavia ricorrere ad alcun scostamento di bilancio. La soluzione invocata invece, in maniera praticamente trasversale, dai tutti partiti, ma anche da Confidustria, che ritengono troppo esigua la cifra ipotizzata. 

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