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Il caso

Belloni e gli 007 finiscono nella guerra M5s, intanto Di Maio è corteggiato dal nuovo centro

La rete del titolare della Farnesina: politici, imprenditori, manager.

Simone Canettieri

Il ministro degli Esteri incontra a pranzo la direttrice del Dis, dopo le accuse di Conte sul Quirinale. Nel frattempo pezzi di mondi centristi corteggiano il grillino: esci dal Movimento

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Giuseppe Conte non vuole commentare la foto del giorno: quella che ritrae Luigi Di Maio a tavola con Elisabetta Belloni. Le truppe dell’ex premier la bollano come “la mossa della disperazione di Luigi”. I contiani parlano di gioco sporco e di pezzi dello stato strumentalizzati. Il ministro degli Esteri è andato a pranzo – come rivelato dal Foglio.it – con la responsabile dei servizi segreti. Si sono visti in un  ristorante   in centro. Una bottiglia di acqua e un piatto di carbonara. Belloni   venerdì sera era candidata alla presidenza della Repubblica. Poi è saltata. Conte se l’è presa con un fronte largo di cui avrebbe fatto parte anche Di Maio. Che in queste ore inizia a fare i conti con chi gli dice: “Esci dal M5s e facciamo una nuova cosa di centro”. 


La guerra grillina ormai travolge tutto. Nel giorno in cui Alessandro Di Battista torna per dire a Conte di “non fidarsi” di Enrico Letta, Di Maio si muove ad ampio spettro. Prima riceve alla Farnesina l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi (nel pomeriggio sente Chiara Appendino) poi a pranzo incontra Elisabetta Belloni. Il faccia a faccia assume contorni che rientrano e travalicano la guerra fra bande del Movimento. Arriva infatti alle agenzie di stampa la dichiarazione della  direttrice del Dis. Che, testuale, afferma: “Con il ministro Di Maio c’è un’amicizia sempre più solida. Di Maio è sempre leale”.

Parole che lasciano aperta la porta delle congetture, a questo punto. Con un po’ di domande in cerca di risposte: qualcuno non è stato leale con la responsabile degli 007 nel gioco del Quirinale? La diplomatica non voleva candidarsi? Le parole di Belloni vanno lette anche come un messaggio distensivo fra un ministero delicato come quello degli Esteri e un apparato di sicurezza così importante? Oppure sono un modo per scagionare per sempre Di Maio dalle accuse di Conte?

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La foto del pranzo, foto del giorno, viene diffusa più tardi dai profili social del leader grillino. “A lei mi legano profonda stima e amicizia”.  Conte assiste in silenzio ai fatti della giornata. Per ora preferisce tacere per affinare una strategia: a cosa dovrebbe portare? La frattura fra l’ex premier e Di Maio è profonda.  L’ex capo politico dei 5 stelle ancora non ha deciso l’ultima mossa. In questi giorni lo descrivono “molto pensieroso e attivo”. Questo sì. La battaglia per il Quirinale lo ha messo al centro di mille incontri e abboccamenti. Non è un mistero che pezzi di centrodestra lo cerchino, fra battute e mezze verità, per spingerlo a lasciare il M5s. I parlamentari dimaiani sono i primi a spronarlo: “Usciamo, Luigi, tentiamo la strada di una nuova avventura, Conte non ha futuro”. La rete di rapporti che il ministro degli Esteri ha costruito ormai è nota: la ministra Mara Carfagna, Luigi Brugnaro, Giovanni Toti. Dunque  pezzi importanti di Forza Italia e i due leader di Coraggio Italia. C’è spazio anche per Di Maio nell’eventuale cantiere centrista più aperto che mai? E cosa ne penserebbero Matteo Renzi e Carlo Calenda di un compagno di viaggio come il grillino?

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La voglia di proporzionale eccita tutti. Emilio Carelli, deputato ex pentastellato ora con Coraggio Italia, dice a Open che “se un domani ci fosse una scissione nel  M5S, noi saremmo disponibili ad accogliere una componente dimaiana nel polo di centro”. Pronta a dialogare, spiega l’ex giornalista di Mediaset e Sky, anche con la “Lega moderata di Giorgetti”. 
 

Di Maio in queste ore agita la sua rete  tentacolare. Nel Palazzo, certo, ma anche fra i ceti produttivi. I suoi ambasciatori, che gli curano le relazioni, sono Laura Castelli, viceministra dell’Economia, e Vincenzo Spadafora, ex ministro dalle frequentazioni trasversali. In questi anni alla Farnesina e in virtù del lavoro svolto per l’export il grillino ha stretto legami con la Confindustria del nord (Barbara Beltrame, Anna Mareschi Danieli) ma anche con importanti imprenditori e manager (Antonio Amato, Gaetano Giudice, Paolo Scudieri, Lavinia Biagiotti, Catia Bastioli, Jose Rallo, Fabio Leonardi). Nessuna conseguenza diretta fra i nomi citati e le strategie del pentastellato. Che davanti a sé ormai ha tre strade: mediare con Conte, riprendersi la guida del M5s oppure uscirne. Capitanare una scissione in direzione grande centro. “Non ho deciso”, risponde Di Maio a chi lo interroga.

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