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l'intervista

Covid, anche Bologna la grassa senza Capodanno. Il sindaco: "Serve cautela: lo vogliono i cittadini"

Gianluca De Rosa

"Serve responsabilità", dice Matteo Lepore. La "grande sintonia" tra i sindaci: "Decisioni condivise per provare dare un messaggio univoco. Finché siamo in zona bianca o gialla va bene, ma se le cose peggiorano dovrà essere il governo a decidere". Il focus su scuole e dipendenti pubblici No vax

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Contagi che crescono e feste che incombono. La combinazione è micidiale. Da Roma a Milano, da Napoli a Mantova, tocca ai sindaci correre ai ripari per evitare che le festività diventino una pericolosa occasione per la diffusione del virus. Un déjà-vu amaro, che tra ordinanze per l’obbligo di mascherine ed eventi annullati sta ai primi cittadini evitare che si ripeta. Tra quelli che nelle ultime ore hanno deciso di annullare iniziative ed eventi di piazza per l’ultimo dell’anno c’è Mattia Lepore, sindaco dem di Bologna che questa mattina ha annunciato lo stop al concerto di San Silvestro in piazza Maggiore. “In questi giorni – racconta al Foglio – abbiamo costatato l’andamento crescente della curva dei contagi e una forte pressione sugli ospedali, per questo abbiamo scelto, tra i primi in Italia, di fare un’ordinanza per chiedere alle persone di indossare la mascherina anche all’aperto nel centro storico. Oggi ci sembrava importante dare questo ulteriore segnale annullando il concerto di fine anno, non solo per motivi di sicurezza, ma anche di coerenza”.

  

    

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Lepore è stato eletto pochi mesi fa e il suo primo Capodanno da sindaco, purtroppo, non sarà ricordato come quello del ritorno alla normalità. La sua rischia di essere una scelta impopolare? “Non penso affatto – dice –, anzi. I nostri cittadini sono i primi a chiederci prudenza. Gli italiani ormai vogliono senso di responsabilità e comprendono questa scelta. A differenza dello scorso anno c’è più consapevolezza della situazione: le restrizioni non sono più una sorpresa, le persone si aspettano certe misure, anche se è chiaro che allo stesso tempo c’è stanchezza psicologica e voglia di normalità”.

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Camminare in equilibrio sul filo sottile che corre tra queste due esigenze, in questa fase, è diventato un compito complicato, l’ennesimo, affidato ai sindaci. “Ecco perché – dice il primo cittadino del capoluogo emiliano – stiamo cercando il più possibile di coordinarci e dare l’esempio”. Lepore sente spesso i suoi colleghi nel resto d’Italia. “Da mesi ormai – racconta – tra i sindaci si è creata una grande sintonia, in particolare con quelli delle città metropolitane c’è un confronto quotidiano, stiamo assumendo spesso decisioni condivise anche per provare dare un messaggio univoco”. Autonomia e coordinamento insomma, una novità rispetto a quello che accadeva l’anno scorso quando le regole venivano stabilite in modo centralizzato. ”È chiaro che dopo quasi due anni di pandemia questa è una fase di normalizzazione, di convivenza con il virus. È un aspetto che la politica nazionale in questo momento fa fatica a interpretare perché siamo in un momento di attesa per quel che succederà con il Quirinale e a seguire. Tutti i partiti stanno molto attenti a esporsi su qualsiasi tema, mentre noi possiamo muoverci più liberamente”. Ma la supplenza dei primi cittadini alle scelte centrali non potrà durare a lungo.

  

Dice il sindaco di Bologna: “La pandemia purtroppo non finirà a Capodanno né nei prossimi mesi e richiederà investimenti per garantire la vita sociale e lavorativa, per questo servirà una programmazione nazionale, inoltre mi preme lanciare un alert politico: se non si ristorano i costi Covid sopportati dalle regioni si rischia davvero che gli ospedali non riescano ad arrivare al prossimo mese”. Ma non è solo questione di soldi. “Purtroppo – dice Lepore – non è escluso che possa esserci un ulteriore salto di livello del contagio, in quel caso prendere le decisioni toccherà al governo. Finché siamo in zona bianca o gialla, noi sindaci possiamo gestire la situazione con i nostri poteri, ma per zone rosse e coprifuoco non si può andare in ordine sparso, serve che sia l’esecutivo a decidere”.

   

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A preoccupare Lepore in queste settimane di crescita dei contagi e regole più stringenti sono in particolare due cose. “Indubbiamente le difficoltà maggiori si registrano nella gestione delle scuole. Abbiamo un sistema di tracciamento che è ancora obsoleto rispetto all’esperienza della pandemia: il rischio è che per piccoli numeri che si hanno nei plessi scolastici occorre lasciare a casa decine di bambini, appesantendo le famiglie e senza un effetto reale sull’andamento dei contagi. L’altro aspetto critico riguarda la gestione del personale che rifiuta il vaccino: dal trasporto pubblico alla polizia locale, questa cosa ci sta creando grosse difficoltà amministrative”.

 

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Sui controlli, almeno quelli per le mascherine  all’aperto, Lepore è invece più tranquillo. “È impossibile controllare l’uso della mascherina in modo capillare”, dice. “Ma credo che questa regola sia ormai come quella delle strisce pedonali: si rispettano perché ci sono, non c’è bisogno che ci sia qualcuno a controllare. Non serve lo stato di polizia, deve essere una norma di educazione civica. Molti commercianti ci hanno aiutato, mentre alcuni locali notturni che non hanno rispettato le regole li abbiamo prontamente sanzionati e chiusi con il supporto della questura”.

  

Intanto a Bologna dopo l’annullamento della festa in piazza Maggiore si attende un Capodanno che il sindaco auspica “sia il più possibile festeggiato in casa. In città – rassicura – ci saranno comunque eventi diffusi nei teatri e nei cinema, dove la situazione si può controllare meglio. Chiaramente sempre che le regole non cambino da qui a fine anno”.

 

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