le misure contro il Covid-19

Restrizioni per i non vaccinati nei luoghi pubblici. Idea del Cts

Marianna Rizzini

Decisioni drastiche in Austria e Germania. Un possibile nuovo decreto in arrivo anche in Italia. "Siamo di fronte a una pandemia epocale, evitiamo di ascoltare i No vax sul piccolo schermo e affidiamoci ai medici". Parlano Miozzo e Abrignani

L’Austria sull’orlo di un lockdown generalizzato di venti giorni (con obbligo vaccinale da febbraio); la Germania con un “gran focolaio nazionale” e la Baviera chiusa per tre settimane. E l’Italia, di fronte all’aumento di casi – anche se contenuto rispetto ad altri paesi, grazie all’alta percentuale di vaccinati – deve decidere quale strada prendere, mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda che “non si è esaurito il nostro dovere di responsabilità”.

 

Molte regioni chiedono di differenziare il percorso: soltanto chi è immunizzato acceda ai luoghi pubblici, ha detto ieri il presidente della Toscana Eugenio Giani, dopo giorni in cui la linea delle misure differenziate è stata perorata dal governatore leghista del Friuli Massimiliano Fedriga e dal presidente della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia Giovanni Toti. E il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ieri si è spinto oltre: solo con il vaccino obbligatorio potremo salvarci, ha detto. Che fare? A inizio settimana il governo deciderà se modificare il green pass nella durata e se accorciare la durata di validità dei tamponi, e ieri il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa ha fatto sapere che, a livello governativo, si sta valutando l’opzione di limitazioni imposte ai non vaccinati in caso di cambio di colore. Per non dire della scuola, dove si riaffaccia l’incubo Dad.

 

L’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo, ex consulente del Miur, lo aveva detto e lo ripete al Foglio: “Serve una task force dedicata alla scuola. Siamo in emergenza,non si può risolvere un’emergenza con gli strumenti ordinari. Questa è una crisi annunciata, ma sembra ci si renda conto solo ora che il problema della gestione dei casi positivi nelle classi non può essere addossato totalmente a un servizio sanitario nazionale già sotto stress. Lo si dovrebbe affiancare, il Ssn, in parallelo e in accordo. Abbiamo gli strumenti, abbiamo le risorse finanziarie, abbiamo un commissario straordinario, abbiamo l’esercito, abbiamo fatto bene a insistere sul tema vaccinale. Mi permetto di dare un consiglio a Mario Draghi: metta in atto questa task force”. E, da esperto in protezione civile, Miozzo si concede “una provocazione che potrebbe essere letta come poco democratica: un’emergenza è un’emergenza. Ci sono casi in cui lo stato può e deve forzare per il bene di tutti i cittadini. Non si può perdere tempo a discutere con i teorici no vax”. La politica di fronte al virus dovrà prendere decisioni importanti, ma intanto l’immunologo Sergio Abrignani, membro del Cts, invita a guardare i dati e a “farsi guidare dai dati”: “Tra i grandi paesi europei”, dice al Foglio, “siamo tra quelli messi meglio. E grazie a scelte lungimiranti — diciamolo — su green pass e mascherine al chiuso, la stragrande maggioranza della popolazione sta conducendo una vita normale. Questo non vuol dire abbassare la guardia, naturalmente, ma possiamo pensare e sperare di non aver bisogno delle misure drastiche che altri paesi, con un numero molto minore di vaccinati, stanno adottando in queste ore”. 

 

In attesa del decreto che la prossima settimana dovrebbe modificare il green pass, e di un nuovo incontro con le Regioni, come annunciato ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza, il professor Abrignani, nel momento in cui c’è chi pensa a una diversa politica sugli ingressi dai paesi più colpiti, invita a usare intanto “gli strumenti che già abbiamo, a partire dal sistema dei colori. Dopodiché servirebbe una vera prova di coordinamento europeo, per uniformare i comportamenti dei vari paesi e anche per decidere una linea comune sulle frontiere, visti i problemi che si potrebbero verificare a livello di scambio delle merci in presenza di camionisti non vaccinati – e purtroppo questa è una realtà di cui tenere conto”. Da immunologo Abrignani non può che indicare una strada: “Bisogna evitare il più possibile che chi non è vaccinato entri in contatto nei luoghi pubblici con chi è vaccinato. E bisogna ricordarsi che abbiamo un sistema nazionale e internazionale di cura e prevenzione delle malattie, un sistema rodato che dal Dopoguerra in poi ha abbattuto la mortalità: agenzie regolatorie del farmaco e medici che studiano e autorizzano farmaci e vaccini. Perché non dovrei fidarmi, tanto più in una situazione come questa? Io direi: vaccinarsi e basta, non dare ascolto al No vax di turno sul piccolo schermo. Gli scettici del vaccino ci accusano di cambiare idea: ma è il virus che cambia, noi stiamo inseguendo una pandemia epocale”.
 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.