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Regioni anti virus

Serve un “argine” ai no vax. Parla il presidente della Toscana Giani

"Se si vuole partecipare alla vita sociale, bisogna immunizzarsi"

Marianna Rizzini

Il confronto con i contagi del 2020, prima del vaccino. L'ostinazione di chi non vuole immunizzarsi e la strada per fare sì che non nuocciano agli altri. Oggi la Conferenza stato-regioni

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Una linea energica sulla quarta ondata: ci stanno pensando alcuni governatori, ed è quello che diranno oggi durante la Conferenza stato-regioni. Perché l’emergenza spinge verso l’idea di una stretta sul green pass e di un “argine alla circolazione di chi non si vaccina”, come dice al Foglio il presidente Pd della Regione Toscana Eugenio Giani. E ieri Nicola Zingaretti, sul Corriere, ha perorato la causa dell’ampliamento della fascia dell’obbligo vaccinale.

   

E se, al nord, i governatori di centrodestra Giovanni Toti e Massimiliano Fedriga hanno mostrato apprezzamento per il modello Austria (restrizioni soltanto per i non vaccinati), Giani guarda al futuro prossimo “per prevenire, anche se in Toscana le vaccinazioni procedono spedite. Non dico di assumere provvedimenti oggi, ma di vigilare e pensare a soluzioni più drastiche se la situazione dovesse peggiorare”.

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Il problema, dice il governatore della Toscana, “è soprattutto limitare la possibilità di contatto con i non vaccinati. In questa materia è lo stato centrale a dover intervenire, visto che la legge sul green pass non prevede attribuzione di competenze alle Regioni; quindi non sta a me dire quali limitazioni introdurre, ma se avessi un margine di decisione mi muoverei in questa direzione: se si vuole partecipare alla vita sociale bisogna immunizzarsi”.

  

Al nord ci sono situazioni complicate, come in Friuli Venezia Giulia, tanto che il governatore leghista Massimiliano Fedriga non mostra titubanza, a differenza del leader del suo partito Matteo Salvini, quando si parla di misure che coinvolgano i no vax. “Apprezzo l’onestà intellettuale di Toti e di Fedriga”, dice Giani, “come noi sono tutti i giorni sul campo e si rendono conto dei problemi generati dal fatto di avere sacche di non immunizzati sul territorio. Chi non si vaccina, questo è il punto, arreca danno anche agli altri, facendosi veicolo di contagio. Ogni persona in più che vacciniamo è un mattoncino che ci aiuta a costruire un muro, una specie di corazza contro il virus. Al contrario ogni persona non vaccinata moltiplica il pericolo di una propagazione esponenziale del Covid. Fino a quando non abbiamo raggiunto l’80 per cento di vaccinati, in Italia, il virus continuava a diffondersi, ma via via con ritmi meno serrati. E passando dal 70 all’80 per cento di vaccinati la differenza si è vista. Guardiamo poi alla situazione di un anno fa, esattamente a novembre: grazie ai vaccini non abbiamo i 35 mila contagi al giorno del 2020, ma i circa 7.600 di oggi”.

 

Solo che molti non si convincono. “E se non si convincono”, dice Giani, “bisognerà a mio avviso trovare il modo di limitare i loro contatti con gli altri”. Intanto la giunta regionale toscana ha approvato un accordo con farmacie e pediatri per facilitare il tracciamento nelle scuole: gli studenti che dovranno fare un tampone in seguito al contatto con un positivo al Covid potranno usufruire di un canale prioritario nelle farmacie, negli ambulatori dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale che aderiranno alla campagna, presentando un voucher con un Qr code, trasmesso dalle scuole alle famiglie. È una novità a livello nazionale, per favorire il più possibile la didattica in presenza e contrastare allo stesso tempo la diffusione del virus. 
 

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