MARCO MERLINI / LA PRESSE

Quirinalia

Amato? “Si riciccia”. Liberali pronti. E il Cav. senatore a vita? Marasmi quirinalizi

Antonello Capurso

Verso l'elezione del presidente della Repubblica. Dalla Lega al Pd, da Italia viva a Sinistra italiana: un girotondo fra tutte le strategie dei partiti. Con una certezza: "Il piano B non c'è. Se salta Draghi vale tutto"

Piano alternativo. L’onorevole Gianfranco Librandi (Italia viva), confermando quanto qui affermato la scorsa settimana da Gennaro Migliore, dichiara: “Non mi risulta che Italia Viva sia indirizzata su Berlusconi al Quirinale”. E tuttavia ha una soluzione: “Anche se lui dice che ha i voti, vabbè, i grillini e tanti altri non lo vogliono, mi sembra molto complicato. Credo che la cosa migliore che potremmo proporre per Berlusconi è fare il senatore a vita. Se lo merita. Ha fatto cose importanti per il Paese. Quando con Renzi ne abbiamo parlato, informalmente, eravamo tutti e due favorevoli a questa ipotesi. Ne ho parlato anche con qualcuno molto in alto di Mediaset".

 

Oggi mi sfilo io, domani tu. Tra le innumerevoli strategie in campo l’onorevole Emanuele Fiano (Pd) ipotizza: “Potrebbe succedere che se Silvio Berlusconi prova a farsi eleggere alla quarta votazione, quando cambia la maggioranza necessaria e basteranno 505 voti. Noi ci sfiliamo dal voto e dimostriamo che i franchi tiratori Berlusconi ce li ha proprio nel centrodestra. A quel punto Berlusconi potrebbe sfilarsi dal centrodestra e adattarsi a una maggioranza Ursula che trovi un nome condiviso per il Quirinale.”

 

Tecniche astute. Nell’eventualità che i franchi tiratori spadroneggino in tutti gli schieramenti, l’onorevole Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) suggerisce: “Quando nel 2013 ci furono i 101 del centrosinistra che impallinarono Prodi votandogli contro, noi di Sel scrivemmo tutti sulla scheda Prodi R puntato. Si andò a vedere e i nostri voti c’erano tutti: era la prova che non eravamo noi i franchi tiratori.”


Sacre reliquie. L’onorevole Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) osserva: “Draghi è stato santificato. Ora è difficile dirgli di no.” Classifica. L’onorevole Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) sottolinea: “Tra i presidenti del passato metterei in testa Pertini, imbattibile, il Presidente per antonomasia. Tutti gli altri dopo. Cossiga? Per carità! Napolitano? Preferisco non dire. Comunque chiarisco che Mattarella è fuori classifica perché è ancora in carica”.

 

Liberali sempre pronti. Al liberale della Lega, onorevole Giuseppe Basini, “in teoria” piacerebbe Antonio Martino, ma non gli dispiacerebbe “personalmente” Romano Prodi, “che alla fine garantirebbe tutti”. Ad ogni conto si dice disposto a votare Berlusconi “se lo voterà tutto il centrodestra”, ma prevede che “dopo un passaggio con i candidati di bandiera voteranno tutti Draghi, me compreso.” Sarebbero e non sono. L’onorevole Emilio Carelli (Coraggio Italia) stabilito che “la classifica dei miei presidenti preferiti è: primo Ciampi, secondo Pertini, terzo Cossiga”, sottolinea: “Come presidenti della Repubblica, Casini e Amato sarebbero molto competenti, però l’accordo politico è un’altra cosa".

 

Mezzo voto. L’onorevole Emanuele Fiano (Pd) osserva: “Casini non ce la farà. È vero che si farebbe eleggere pure con mezzo voto di scarto, ma i 5 stelle non lo votano”.

 

Quelli che ricicciano. L’onorevole Michaela Biancofiore (Coraggio Italia) sottolinea: “Qui riciccia fortemente Amato, quello riciccia sempre in una maniera fortissima, è preparatissimo ma a me non piace proprio. Se va lui, con quello che rappresenta e che guadagna, sai la gente come si incazza...”.

 

Si salvi chi può. Pino Pisicchio, autore del romanzo noir “Quirinal games. Come si elegge un Presidente. Forse”, afferma: “Il piano B non c’è: se salta Draghi vale tutto e il contrario di tutto”.