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cosa ci dicono i risultati delle comunali

Le meravigliose alleanze sperimentali dopo le elezioni amministrative

Giuliano Ferrara

Grillini, piddini e volenterosi carnefici dell’idiozia parapopulista. I comuni scoprono altri booster

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Prodi ha trovato la formula in tempo in tempo. Non è “alleanza strategica”, pomposa. Non è “punto di riferimento di tutti i progressisti”, coercitivamente inclusivo. E’ “alleanza sperimentale”, As. Una cosa così, grillini più piddini più volenterosi carnefici dell’idiozia parapopulista, un esperimento in corpore vili.

Vocabolario Treccani:  in corpore vili “inṅ kòrpore ...” locuz. lat. (propr. “su un corpo senza importanza”). – Espressione usata, per lo più scherz., a proposito di esperienze arrischiate o che comunque possano riuscire dannose per chi le subisce. E’ propriam. la forma abbreviata della frase  faciamus experimentum in corpore vili  (“facciamo esperienza [di un medicamento] ecc.”), frase che nel ’5oo sarebbe stata pronunciata da alcuni medici italiani in consulto tra loro al capezzale dell’umanista francese M.-A. Muret (allora in incognito in Italia sotto povere vesti), il quale, spaventato, si sarebbe sentito subito guarito. Fine della citazione.

Uno dice, vado coi grillini, progetto terapeutico arrischiato, e si sente subito guarito, eviterebbe pure la medicina, spaventato, ma vado col Conte, il Bisconte e il mai nato Trisconte, dopo i fasti della pandemia e i quattrini europei, fa tutto un altro effetto. Il risultato delle elezioni amministrative rende possibile la sperimentazione.

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Non è detto che faccia del male a chi la subisce, anzi, ha l’aria del booster contro nuove ondate di fascioleghismo. E comunque, obiettivamente, “alleanza sperimentale” è una battuta di Totò in bocca a uno statista di pregio. Perfino il mio candidato Calenda, che è un empiriocriticista reduce da un corposo successo di minoranza, ora può accedere senza timori, con allegria e onore.

L’alleanza strategica sarebbe quella con i liberali, se solo si degnassero di esistere, e non soltanto come ceto riflessivo, nostro comune difetto di osservatori sghembi della realtà piatta, anche con la tipica irrazionalità popolare. Il meglio certo sarebbe una legge elettorale proporzionale, di quelle confezionate dal nostro Francesco Cundari, così le alleanze si tornerebbe a farle in Parlamento, con i partiti i movimenti i transfughi e i franchi tiratori, delizie della migliore Repubblica, la prima, e della democrazia delegata. Ma i residui coalizionisti sono difficili da eliminare, e allora tocca sperimentare. Il bello è che si sperimenterebbe il già sperimentato, con rischi minori in corpore vili, vista la performance divina dei ministri di Conte candidati sindaci, come di quelli rimasti nel governo dei mejores. C’è una cosa in atto che in un modo o nell’altro risparmia all’Italia il mostriciattolo in divenire, condensarla in una pillola della Merck e ingurgitarla non può che fare del bene.

Prodi ha anche consigliato a Letta di occuparsi delle cose che contano per milioni di corpi vili, gli italiani, e non solo per le nostre anime conquistate dalla teoria e dalla pratica dei diritti e dei valori. Un uomo d’esperienza ha generato il concetto di sperimentale applicato a un’alleanza anomala, e vuole pure nutrirlo di parole d’ordine sedimentabili e registrabili come invenzioni sociali e civili persuasive per i molti, the many, not the few. Bisogna dire che questi mostri della sinistra democristiana, sperimentati anche nei governi Andreotti, sanno scavare come vecchie talpe.

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