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"Salvini vive sui social e ha l'ossessione della Meloni. Per questo sui vaccini sbaglia". Parla Cangini (FI)

Valerio Valentini

Il senatore di FI commenta la strategia del leghista. "Così toglie credibilità al centrodestra e lo allontana dal governo. Non può passare l'idea che vaccinarsi sia di sinistra. Letta? Lui non può affatto contestare, visto che col ddl Zan ha commesso lo stesso errore che i sovranisti commettono sul green pass"

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L'aspetto tattico della faccenda non lo scandalizza granché. “In fondo, anche Enrico Letta col ddl Zan ha adottato la stessa ricetta”. Semmai è sulla questione ideale, più decisamente politica, che Andrea Cangini s'impunta: “Che questa battaglia contro i vaccini la facciano in nome del liberalismo un po' mi fa incazzare”. Ce l'ha, il senatore azzurro, con quei suoi alleati di Lega e Fratelli d'Italia che sul green pass stanno inscenando una protesta scomposta, a tratti scombiccherata. “E, nel farlo, seguono i proclami degli estremisti di varia risma, sovranisti e non solo. Altro che liberali. Perché nella cultura della destra, va detto, c'è sempre stato un certo anarchismo libertario, una certa insofferenza verso i vincoli burocratici e il controllo dall'alto. Ma qui si sta distorcendo tutto a fini propagandistici. Sta passando il principio che vaccinarsi e credere nella scienza sia di sinistra, opporvisi sia di destra. Ma non è così”.

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L'aspetto tattico della faccenda non lo scandalizza granché. “In fondo, anche Enrico Letta col ddl Zan ha adottato la stessa ricetta”. Semmai è sulla questione ideale, più decisamente politica, che Andrea Cangini s'impunta: “Che questa battaglia contro i vaccini la facciano in nome del liberalismo un po' mi fa incazzare”. Ce l'ha, il senatore azzurro, con quei suoi alleati di Lega e Fratelli d'Italia che sul green pass stanno inscenando una protesta scomposta, a tratti scombiccherata. “E, nel farlo, seguono i proclami degli estremisti di varia risma, sovranisti e non solo. Altro che liberali. Perché nella cultura della destra, va detto, c'è sempre stato un certo anarchismo libertario, una certa insofferenza verso i vincoli burocratici e il controllo dall'alto. Ma qui si sta distorcendo tutto a fini propagandistici. Sta passando il principio che vaccinarsi e credere nella scienza sia di sinistra, opporvisi sia di destra. Ma non è così”.

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Perché succede? “Forse perché Matteo Salvini, che pure conosce bene gli umori profondi del paese, vive molto sui social. E lì le minoranze rumorose, aggressive, sono evidentemente sovrarappresentate. E questo porta spesso ad avere una visione deformata della realtà, se è vero che dai sondaggi di queste ore emerge che invece anche tra gli elettori della Lega c'è una stragrande maggioranza che crede nell'utilità dei vaccini e del green pass”.

 

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Non sarà che, nella riluttanza con cui Salvini segue le indicazioni del governo Draghi sulla lotta alla pandemia, c'è anche la paura di lasciare spazio a Giorgia Meloni? “La competizione con FdI, per Salvini, più che un problema politico sta diventando un'ossessione. E quando uno è preda di paranoie, prende spesso decisioni irragionevoli, non solo irrazionali”.

 

Dunque ha ragione Letta: questo atteggiamento di Salvini sul green pass pone la Lega fuori dal perimetro di governo? “L'unico che non avrebbe titolo a montare la polemica, in questo caso, è proprio il segretario del pd. Il quale, proprio come sta facendo Salvini sulla campagna vaccinale, ha adottato sul ddl Zan un atteggiamento demagogico. Letta, come Salvini, ha preferito inseguire le istanze identitarie di una minoranza organizzata, e come Salvini sapeva che non avrebbe ottenuto nessun risultato concreto. Commettono entrambi lo stesso errore: per rassicurare una parte ristretta del loro elettorato di riferimento, perdono di vista la società nel suo complesso. Detto questo, però, un problema per la Lega, in ottica di governo, esiste”.

 

Quale? “Non mi riferisco al qui e ora. Parlo in prospettiva. Io credo che se a Palazzo Chigi c'è Mario Draghi, se è stato necessario ricorrere alla sua autorevolezza e al suo prestigio per ridare credibilità all'Italia a livello internazionale, cioè è avvenuto anche perché il centrodestra è stato ritenuto inadeguato come forza di governo. E di certo le posizioni che la Lega sta assumendo sui vaccini, facendo scelte che vanno in contrasto con tutte le forze mature che guidano i grandi paesi europei, aggravano questo problema, non contribuiscono a donare maggiore credibilità a una coalizione che si candida a governare”.

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Vale anche per quel che riguarda la percezione che della Lega si ha nel suo elettorato storico? “Nel Carroccio c'è una divaricazione evidente. E chi ha l'ansia di dimostrare affidabilità nel governo dei propri territori o dei propri ministeri giorno per giorno, non a caso non segue le mosse di Salvini. Che a Giorgetti, e ai suoi governatori del nord a partire da Zaia, deve in questo senso la sua salvezza”.

 

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E Forza Italia, in tutto ciò? Che ruolo può giocare? “Forza Italia deve garantire al centrodestra nel suo complesso la credibilità di forza di governo matura, E questo non lo si fa cedendo ai diktat dell'alleato scriteriato, ma anzi rivendicando le proprie ragioni. In fondo, dopo aver tentato la via del populismo di governo insieme al M5s, e dopo aver fallito, Salvini s'è visto costretto, lui, ad appoggiare il governo Draghi. Una scelta quasi impensabile, alla vigilia. Ora FI deve pretendere che Salvini sia coerente con questa decisione, con questo impegno. Per il bene dell'intera coalizione”.

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