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imbarazzo grillino

M5s, che flop a Torino. Sganga candidato sindaco con 300 voti

Luca Roberto

Alla consultazione online (la prima dell'era post-Casaleggio) per scegliere l'erede di Appendino partecipano in 600, meno della metà degli aventi diritto

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Praticamente nessuno nel M5s immaginava che il voto online a Torino potesse essere vissuto come una prova di forza. E però nemmeno i più scettici, quando si sono trovati di fronte alla competizione tra Valentina Sganga e Andrea Russi per scegliere l'erede di Chiara Appendino come candidato sindaco, ipotizzavano le fattezze e le dimensioni di questa débâcle. Quando l'altro giorno Vito Crimi ha annunciato la vittoria della Sganga, 54,24 per cento a 45,76, ha altresì premesso che era "stata una giornata in cui i numeri sono stati abbastanza limitati, essendo una votazione legata esclusivamente alla città di Torino". Anche se poi prontamente aveva specificato che "per noi è stata un’esperienza importante, perché abbiamo sperimentato questo strumento di voto che ci ha dato una garanzia di solidità, sia dal punto di vista della sicurezza e della riservatezza dei dati, sia della capacità e flessibilità di azione per intervenire in tutte le situazioni di assistenza al voto per i singoli votanti". In pratica mettendo le mani avanti, e dando conto solo delle percentuali, non dei voti né dei partecipanti totali. Al punto che a qualcuno era venuto il sospetto che si volesse sottacere una figuraccia storica.

 

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Parlando con il Giornale un'esponente del M5s ha confessato che i dati sulla partecipazione non sarebbero stati resi noti perché essendo talmente risibili "all'interno del Movimento qualcuno se ne vergogna". Si ipotizzava una partecipazione tra le 1000 e le 1500 persone, ma secondo il notaio Alfonso Colucci che ha certificato il voto sulla piattaforma SkyVote, che per la prima volta ha sostituito Rousseau, hanno preso parte alla consultazione 625 persone, il 40,88 per cento dei 1529 aventi diritto al voto perché iscritti al Movimento cinque stelle. Ebbene, la capogruppo in consiglio comunale Sganga, dopo cinque anni di esposizione mediatica dovuta all'amministrazione cittadina, ha raccolto 339 voti, il suo sfidante Russi, anche lui consigliere, 286

 

 

A metà giugno a Torino si è votato alle primarie del Pd, e la risposta del gruppo dirigente pentastellato era stata di irrisione: Stefano Lorusso venne incoronato con una partecipazione di circa 12 mila elettori. Un chiaro segnale di delegittimazione, secondo Sganga e Co. Che però adesso si candida a sfidare il centrosinistra, con cui continua a escludere accordi anche al secondo turno, avendo preso meno di un decimo delle preferenze raccolte da Lorusso poco più di un mese fa. Almeno in questo, nonostante il passaggio travagliato da un capo politico all'altro e l'abbandono della consulenza della Casaleggio Associati a favore di una nuova piattaforma, i grillini non sono cambiati. Per essere candidati e trattare gli avversari da pari a pari bastano una manciata di click. Questa volta poco più di 300. 

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