Il caso

M5s, così Conte vuole limitare i poteri del garante Grillo nel nuovo statuto

I parlamentari si aspettano un segnale dell'ex premier prima di giovedì quando sarà ospite dell'iniziativa di Bettini con Letta

Simone Canettieri

Il nuovo leader pronto ad affrancarsi dall'ingombrante comico, soprattutto dopo il video in difesa del figlio Ciro.  E lo metterà nero su bianco 

Cosa fare con questi fantasmi? Come nella commedia di Eduardo, Giuseppe Conte è alle prese con le apparizioni di due anime tormentate, che entrano ed escono dall’armadio del M5s: Davide Casaleggio e Beppe Grillo. Ieri il presidente di Rousseau ha annunciato la scelta “dolorosa e inevitabile” di cambiare strada per via degli arretrati non pagati.

Ma è rimasto nell’equivoco: “Il Movimento è dove c’è chi ne rispetta i princìpi”. Sperando così di spaccare i parlamentari. Conte non ha commentato, ma sa di dover andare di corsa. Batterà un colpo prima di giovedì, quando sarà faccia a faccia con Enrico Letta. Intanto sta ultimando il nuovo statuto del M5s. Con una novità: Beppe Grillo, l’altro fantasma, potrebbe non avere più i poteri di garante.  

Il comico non scomparirà dalle nuove sacre scritture contiane, ma il suo margine di intervento nel M5s sarà molto limitato rispetto a ora. Il video sul figlio Ciro oltre a imbarazzare tutti – al di là di un manipolo di fedelissimi buoi –  è stato un altro carico di piombo sulle ali dell’ex premier. Non solo in forte imbarazzo, ma anche consapevole di quanto questa vicenda  sia destinata ad andare avanti per settimane, mesi e forse anni. Così l’ex premier sta cercando di fare in modo che l’ombra di Grillo, il fantasma appunto, sia meno ingombrante possibile. Soprattutto nei processi decisionali che verranno. 

Allo stesso tempo non può mettere alla porta “l’amico Beppe” che nella guerra con Casaleggio ha dalla sua la golden share sul simbolo (che comunque dovrà essere modificato visto che adesso reca sotto la scritta l’indirizzo del blog delle stelle, di proprietà di Rousseau). Alla fine, l’annuncio di divorzio semplifica le cose: Conte vuole mettere la sua leaderhip al voto su un’altra piattaforma.

Ma il database degli iscritti, al momento continua a essere nelle mani del figlio di Gianroberto che solo davanti a un’azione giudiziaria è pronto a cedere. E’ il vero tesoro di questa caccia, già reclamato da Vito Crimi, ma senza ricevere risposte. Un mucchio di problemi che Conte dice di aver superato – “carte alla mano” – al punto di dirsi pronto al lancio. O almeno a battere un altro colpo. Giovedì sarà ospite dell’iniziativa di Goffredo Bettini (che lo considera caduto da premier “per via di interessi nazionali e internazionali a cui si sarebbe opposto”) con Enrico Letta, segretario del Pd. Prima di quella data, assicurano le pochissime persone con cui parla, farà un’uscita pubblica per illustrare il suo manifesto e soprattutto come intenderà andare avanti.  Non esclude che il metodo migliore sia creare una nuova associazione. Ma per farlo, ha bisogno, comunque, del via libera di Grillo sempre per la questione legata al simbolo. L’unica certezza riguarda la convinzione dell’ex premier di volersi affrancare dal comico considerato da molti nel M5s “instabile”.  Si va dunque verso un reale passo indietro del fondatore con le dovute formule e cortesie. Ma messe anche nero su bianco.

Nel nuovo progetto di Conte c’è finalmente la sede. Come rivelato dal Foglio, l’immobile individuato si trova in via di Campo Marzio 46, nei pressi di Montecitorio. Un appartamento di 400 metri quadrati in un palazzo signorile che già ospitò l’Api di Rutelli. Conte e Crimi hanno visionato i locali di persona l’ultima volta la settimana scorsa. Ecco, ma Luigi Di Maio che fine ha fatto? Il ministro degli Esteri dice  “di non volere rispondere a Casaleggio, ma agli italiani in questa fase”. Ed è preoccupato per le amministrative  perché “il rapporto con il Pd rischia di sfuggirci di mano”. Un altro fantasma.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.