L'intervista
"Troppi morti e zero crescita, serve un altro governo", dice Davide Serra
L'investitore e imprenditore vicino a Matteo Renzi: "Draghi sarebbe l’uomo perfetto per gestire le risorse di Next Generation Eu e Recovery"
A Davide Serra non è mai piaciuto il governo con i Cinque stelle. Nell’agosto di due anni fa lo disse chiaro, parlando con il Foglio, qualche giorno prima del varo del Conte bis: “Il M5s rappresenta il concetto di parassita. Vive solo sulle spalle altrui. Non creano nulla. Non costruiscono nulla. Prendono salari da chi paga le tasse e dicono no a tutto perché sono incapaci di fare qualsiasi cosa. Parassiti. Spero solo non si faccia perché io non lo farei mai un governo con il M5s”.
A Davide Serra non è mai piaciuto il governo con i Cinque stelle. Nell’agosto di due anni fa lo disse chiaro, parlando con il Foglio, qualche giorno prima del varo del Conte bis: “Il M5s rappresenta il concetto di parassita. Vive solo sulle spalle altrui. Non creano nulla. Non costruiscono nulla. Prendono salari da chi paga le tasse e dicono no a tutto perché sono incapaci di fare qualsiasi cosa. Parassiti. Spero solo non si faccia perché io non lo farei mai un governo con il M5s”.
Alla fine però quel governo è nato, grazie anche al contributo politico determinante di Matteo Renzi, al quale l'investitore e imprenditore Serra è vicinissimo. Serra non ha mai mancato di trasmettere, via Twitter, il suo disappunto per le decisioni del governo e delle forze politiche (nel frattempo ha anche smesso di twittare e cancellato l’account). Compreso il taglio del numero dei parlamentari, contro cui a settembre si è schierato perché - ha detto a suo tempo al Foglio – “non riforma niente, perché non supera il bicameralismo come invece era il referendum sulla riforma costituzionale del 2016”.
Oggi è contento dell’attacco sferrato da Renzi. Il governo Conte rischia di cadere? Meglio così, dice Serra, che da qualche anno è tornato a Milano dopo una lunga parentesi londinese. “Siamo riusciti a essere peggior paese al mondo per morti Covid e per crescita economica. Primi sempre”, dice al Foglio allegando un grafico in cui si vede sull’asse delle ordinate che l’Italia non cresce e primeggia per numero di morti (sull’asse delle ascisse). “Conte e Casalino vanno mandati via”, dice Serra. “Lo dicono i numeri”.
Quindi Renzi fa bene a ritirare le ministre da questo governo? “Ma se abbiamo la peggiore economia del G10 e siamo i peggiori nel G10 per morti magari qualcosa non va?”, risponde Serra. Sarebbe meglio il voto anticipato? “Non ne ho idea. So solo così si muore e si fallisce. Quindi must change, serve un cambio. Poi spetta a Mattarella e al Parlamento decidere come. Io voglio che l’Italia passi nel quadrante alto del grafico: pochi morti e economia che regga. Decidano loro come”. C’è però chi dice, obiettiamo a Serra, che aprire proprio adesso una crisi politica sia da irresponsabili. “Irresponsabile è essere qui”. Ma all’Italia cosa servirebbe? Mario Draghi? “Assolutamente sì, come presidente della Repubblica. Ora sarebbe l’uomo perfetto per investire e gestire le risorse di Next Generation Eu e Recovery Fund. Perché questa è l’ultima chance che ha l’Italia”. In fondo Serra potrà sempre ribadire di aver detto per primo che questo governo con i grillini era tempo perso. “Penso non si debba mai fare un governo con i populisti perché per definizione mentono”, aveva detto al Foglio due anni fa.
“Usano la parola popolo per aumentare disoccupazione e distruggere crescita e fiducia e finanziano tutto solo con debito. Il loro unico obiettivo è ciulare uno stipendio che nessuno gli darebbe nel settore privato. Nessuno dei Cinque stelle prenderà mai più uno stipendio come quello da politico il giorno in cui se ne torneranno a casa. E fidarsi di Di Maio, che ha dimostrato di essere un bugiardo seriale sulle varie crisi aziendali, è da folli. Lo stesso vale per la Casaleggio associati”. Nel corso del tempo, poi, s’è capito che il problema non erano solo i Cinque stelle ma anche il presidente del Consiglio Conte. Serve un cambio anche lì.