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Verso le regionali di febbraio

In Calabria si lavora per una convergenza giallorossa

Michele De Feudis

Pd e M5s pensano all'alleanza progressista seguendo il “modello Puglia”. A favore dell'intesa le grilline Danila Nesci (Parole guerriere) e Anna Laura Orrico (sottosegretario alla Cultura). Al momento esclusa l'ipotesi Morra

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L’onda giallorossa nelle regioni si allarga: dopo l’esperimento pilota avviato in Puglia con l’accordo tra il governatore Michele Emiliano e i Cinquestelle per una intesa post-voto (con assessorato incluso per una consigliera grillina), in Calabria si lavora per schierare alle elezioni un campo progressista ampio, con il Pd asse portante di una alleanza dalle Sardine alla società civile, fino ai pentastellati. Ieri c’è stata una plenaria digitale dei potenziali partecipanti al rassemblemant: in video erano collegati i rappresentanti di Pd, 5S, Italia Viva, Io resto in Calabria, Articolo 1, Socialisti, Centro democratico, Verdi, Movimento europeo Repubblicano, Calabria aperta, A testa alta e Movimento della Sardine. L’esito? Uno striminzito comunicato che evidenzia le prime sintonie sui programmi e un aggiornamento a domani per un nuovo vertice.

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L’onda giallorossa nelle regioni si allarga: dopo l’esperimento pilota avviato in Puglia con l’accordo tra il governatore Michele Emiliano e i Cinquestelle per una intesa post-voto (con assessorato incluso per una consigliera grillina), in Calabria si lavora per schierare alle elezioni un campo progressista ampio, con il Pd asse portante di una alleanza dalle Sardine alla società civile, fino ai pentastellati. Ieri c’è stata una plenaria digitale dei potenziali partecipanti al rassemblemant: in video erano collegati i rappresentanti di Pd, 5S, Italia Viva, Io resto in Calabria, Articolo 1, Socialisti, Centro democratico, Verdi, Movimento europeo Repubblicano, Calabria aperta, A testa alta e Movimento della Sardine. L’esito? Uno striminzito comunicato che evidenzia le prime sintonie sui programmi e un aggiornamento a domani per un nuovo vertice.

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Emerge un passo avanti verso una convergenza giallorossa sul candidato indicato dal centrosinistra: gli esponenti 5S al tavolo hanno però chiesto un po’ di tempo per consultare la base, al fine di evitare fibrillazioni tra l’ala identitaria e quella governista, sulla falsariga della demarcazione nazionale tra la corrente di Luigi Di Maio e il fronte composito nel quale si riconoscono Alessandro Di Battista e tra gli altri l’ex ministro del Sud Barbara Lezzi. Il commissario regionale dem Stefano Graziano non si sbottona in dichiarazioni per non mettere a rischio l’equilibrio che si va costruendo nella regione, soprattutto per le fibrillazioni interne allo stesso Pd. I nomi dei papabili candidati governatori ci sono - il vicepresidente del consiglio regionale Nicola Irto e il parlamentare Antonio Viscomi - ma il riserbo è la cifra di questo frangente. Nel M5S l’ipotesi di inserimento nell’alleanza progressista trova sostenitori autorevoli, corroborati dalla votazione dei quesiti degli Stati generali, che danno facoltà ai gruppi territoriali di stringere accordi pre o post voto, d’intesa con i vertici nazionali.

 

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Dalila Nesci, fondatrice della corrente “Parole guerriere” è per un fronte largo anti-conservatori: “In Calabria - spiega al Foglio - c’è bisogno di un’alleanza politica sana in alternativa al centrodestra. I nostri alleati di Governo e l’area del civismo sul territorio devono compattarsi per costruire il futuro della nuova regione”. La parola chiave è però “rinnovamento”, ovvero la scelta di figure in grado di segnare una cesura con il passato: “Ci vogliono donne e uomini credibili per un patto intergenerazionale, che convinca - anche gli astenuti - a votare e ad avviare il rinnovamento della classe politica calabrese”, aggiunge la parlamentare di Tropea. “Legalità, giustizia e rilancio dell’economia si raggiungono con una proposta seria alle regionali, di cui dobbiamo tutti farci carico”, conclude la Nesci, in campo per sminare il terreno verso le prossime intese “modello Puglia”. Anna Laura Orrico, sottosegretario 5S alla Cultura, è entusiasta di una prospettiva calabrese in giallorosso: “Mi appassiona molto. Spero che il M5S possa essere il propulsore del rinnovamento delle forze di centrosinistra e il catalizzatore della società civile”. La sua tesi è questa: “La Calabria ha bisogno di avere riferimenti nuovi nelle prossime regionali. Abbiamo una classe politica stantia. Se non cambiano i riferimenti, non cambia la gestione della cosa pubblica in una regione nella quale la criminalità organizzata la fa da padrona e condizioni di fragilità economica e sociale rendono complessa l’espressione libera del voto”. Una identità tra la proposta politica nazionale riunita nel governo Conte e quella calabrese “può essere un punto di forza. Stiamo lavorando bene con il Pd, con tanti provvedimenti per il Sud”. La Orrico declama le lodi del Decreto Calabria “con lo stanziamento di 200 milioni di euro per assunzioni e per la medicina territoriale in una regione dove i gradi centri ospedalieri non sempre sono raggiungibili”. 

 


Al momento Pd e 5S vanno verso un fidanzamento anche in Calabria, ma il matrimonio prevede un passaggio digitale: “L'accordo sarà ratificato dagli iscritti su Rousseau”, chiarisce la Orrico. Sullo sfondo resta il cronoprogramma per ufficializzare l'alleanza e il rebus del nome del candidato presidente: “A guidare la coalizione spero ci sia una persona di alto profilo. Sarebbe meglio se fosse distante dalla partitocrazia che ha governato la regione, ma anche nei partiti ci sono persone valide. Si facciano avanti. I tavoli regionali? Andranno avanti spediti, senza sacrificare una sacrosanta riflessione. No a scelte azzardate”, chiosa. L’ultima battuta è sulle indiscrezioni che vorrebbero Nicola Morra candidato governatore in una corsa autonoma del Movimento: “Sono le solite voci che si rincorrono. Il regolamento impedisce a chi ricopre una carica di candidarsi per un’altra. Non è in agenda”. 

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