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Dopo il Mes, ora i dissidenti del M5s si ribellano anche sui decreti Sicurezza

Valerio Valentini

Sono una ventina i deputati grillini che, dopo la rivolta di stamattina sulla riforma del Fondo salva stati, tentano il blitz anche sulle norme varate dal governo gialloverde e care a Salvini. Tra i frondisti anche alcuni fedelissimi di Di Maio

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E dopo il Mes, i decreti sicurezza. Tutto nello stesso giorno. Ecco che la dissidenza grillina alla Camera trova, nel giro di poche ore, un secondo terreno di scontro. Perché nel tardo pomeriggio di oggi ci sarà il voto finale sulla riforma dei decreti "Sicurezza", quelli che il M5s aveva varato insieme alla Lega di Matteo Salvini in epoca gialloverde e poi faticosamente abiurato in èra rossogialla. E come già per la riforma del trattato del Fondo salva stati, anche su questi provvedimenti si consumerà l'ennesimo strappo interno al M5s. Sono infatti una ventina, "forse venticinque" a giudizio di chi tiene il pallottoliere, i deputati grillini pronti a votare in dissenso rispetto al gruppo,  dunque contro la revisione delle norme bandiera dell'ex ministro dell'Interno Salvini.

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E dopo il Mes, i decreti sicurezza. Tutto nello stesso giorno. Ecco che la dissidenza grillina alla Camera trova, nel giro di poche ore, un secondo terreno di scontro. Perché nel tardo pomeriggio di oggi ci sarà il voto finale sulla riforma dei decreti "Sicurezza", quelli che il M5s aveva varato insieme alla Lega di Matteo Salvini in epoca gialloverde e poi faticosamente abiurato in èra rossogialla. E come già per la riforma del trattato del Fondo salva stati, anche su questi provvedimenti si consumerà l'ennesimo strappo interno al M5s. Sono infatti una ventina, "forse venticinque" a giudizio di chi tiene il pallottoliere, i deputati grillini pronti a votare in dissenso rispetto al gruppo,  dunque contro la revisione delle norme bandiera dell'ex ministro dell'Interno Salvini.

 

E in buona sostanza, la composizione della fronda del pomeriggio ricalca quella della mattina, quando sulla risoluzione di maggioranza in vista del Consiglio europeo di domani in tredici avevano votato contro, e altri dieci si erano assentati, in segno di protesta, al momento del voto. Il deputato Andrea Colletti, da tempo a rischio espulsione, si è infatti già iscritto a parlare in dissenso dal gruppo, come già fatto in mattinata. E insieme a lui potrebbero prendere la parola altri suoi colleghi, alcuni dei quali riconducibili anche alla truppa di fedelissimi di Luigi Di Maio. E Alvise Maniero, tra gli agitatori della dissidenza anti-Mes, è da tempo a capo della falange che non vuole l'allentamento delle norme securitarie di stampo leghista. Del resto già nelle scorse settimane, quando il testo del provvedimento era all'analisi della commissione Affari costituzionali della Camera, una pattuglia di grillini aveva depositato degli emendamenti che miravano a ridurre al minimo le modifiche alla legge, in linea con l'orientamento del Carroccio e di Fratelli d'Italia. E quando il presidente della commissione Giuseppe Brescia, grillino pure lui, aveva bocciato quelle proposte correttive, una decina di deputati parasovranisti aveva gridato allo scandalo. Oggi hanno la possibilità di vendicarsi, e non se la faranno sfuggire.

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