paradossi della democrazia diretta

Mes, così Casaleggio usa Rousseau per fomentare il caos nel M5s

Per spiegare agli attivisti del M5s la riforma del trattato viene scelto Raduzzi, il deputato che guida la pattuglia degli oltranzisti No Mes. Scelta casuale? Non proprio

Valerio Valentini

I frondisti del Movimento invocano la consultazione degli iscritti online in vista del voto di mercoledì. E intanto sulla piattaforma del figlio di Gianroberto a spiegare il trattato del Fondo salva stati c'è il capo dei frondisti

Poteva scegliere chiunque. E invece, per spiegare al popolo di Rousseau tutti i dettagli del Mes, Davide Casaleggio ha scelto Raphael Raduzzi. Ovvero il più accanito oppositore del Fondo salva stati all'interno della pattuglia parlamentare grillina, il promotore più attivo della raccolta di firme che ha portato una fronda di quasi cinquanta tra deputati e senatori del M5s a dichiarare la propria contrarietà alla riforma del trattato in vista del voto in Aula di mercoledì prossimo. E la scelta, evidentemente, non può essere casuale.

 

E così, mentre i capigruppo di Camera e Senato riuniscono le rispettive pattuglie per tentare di sedare la sedizione, mentre Giuseppe Conte manda i suoi emissari a placare i bollori degli oppositori interni, mentre insomma tutto l'apparato del M5s - da Luigi Di Maio a Vito Crimi, fino ai pontieri come il ministro Federico D'Incà o il presidente della commissione Affari europei di Montecitorio, Sergio Battelli - sono all'opera per scongiurare un'incidente in Aula alla vigilia del Consiglio europeo proprio sul Mes, ecco che Casaleggio pensa bene di scegliere, come auctoritas di Rousseau, come sommo dispensatore di verità, colui che più d'ogni altro quelle divisioni, quelle rivolte interne, le sta alimentando.

A pianificare l'iniziativa sarebbe stata, a quanto si vocifera tra i parlamentari, la senatrice Barbara Floridia, che per Rousseau è responsabile della funzione e-learning, ovvero di quella sedicente struttura di divulgazione per iscritti e attivisti gestita dall'Associazione di Casaleggio. La cui gran domina, però, è quella Enrica Sabatini già consigliere comunale a Pescara, poi eretta dal figlio di Gianroberto a vestale della democrazia diretta e quindi scelta come responsabile Affari interni del M5s, che pare abbia avuto un suo ruolo - stando a quel che si dice sulle chat grilline - anche nell'investitura di Raduzzi.

 

E così a tutti gli iscritti di Rousseau, a tutti i seguaci della piattaforma e agli attivisti che gravitano intorno al SacroBlog, sabato è arrivato questo messaggio: "Cos’è il Meccanismo Europeo di Stabilità? Quando, come e perché nasce? Quali sono i principi del Trattato che ne disciplina il funzionamento e cosa comporta per i Paesi che vi fanno accesso? Cosa prevede la Riforma di cui sentiamo parlare?. Scoprilo seguendo su e-learning di Rousseau le lezioni di Raphael Raduzzi". Inutile, visto il profilo del "docente", dire che a tutti quanti hanno cliccato sul link è stata propinata una lettura non esattamente neutrale e disinteressata del Mes. La prima puntata si è concentrata sulle origini del Meccanismo europeo di stabilità; ne seguiranno altre due sul suo funzionamento e sulla sua riforma.

 

Il che è significativo, peraltro, se si pensa che tanti oltranzisti del M5s, compreso chi riveste incarichi di governo, stanno invocando un voto su Rousseau proprio per dettare ai gruppi parlamentari la linea da seguire in vista del voto in Aula di mercoledì. "Si esprimano i nostri iscritti", dice l'ex ministro Barbara Lezzi. E insieme a lei lo dice Alessio Villarosa, sottosegretario all'Economia e animatore, pure lui, della fronda di dissenzienti. Il feticcio della democrazia diretta, dunque, si mostra per quel che è: una piattaforma su cui prima si chiede al capo di una corrente minoritaria di illustrare la pericolosità di una certa riforma, e poi si chiede, tramite esponenti di quella stessa corrente, di votare sulla riforma medesima. Eccola, la neutralità di Rousseau, secondo Casaleggio. Il quale, del resto, ha già fatto capire - con la corsa ai like tramite il "Mi fido", col sostegno alle tesi barricadere di Di Battista e la legittimazione della sua protesta permanente - di non disdegnare affatto il caos generale. Nel mondo della democrazia diretta, del resto, funziona così. 

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  • Valerio Valentini
  • Nato a L'Aquila, nel 1991. Cresciuto a Collemare, lassù sull'Appennino. Maturità classica, laurea in Lettere moderne all'Università di Trento. Al Foglio dal 2017. Ho scritto un libro, "Gli 80 di Camporammaglia", edito da Laterza, con cui ho vinto il premio Campiello Opera Prima nel 2018. Mi piacciono i bei libri e il bel cinema. E il ciclismo, tutto, anche quello brutto.