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Lamorgese positiva

Recovery e Covid, la notte dei lunghi coltelli che ha preceduto il Cdm

Renzi avverte i suoi ("Non possiamo continuare a farci prendere a schiaffi") e annuncia il suo intervento in Aula mercoledì. Il premier prova a rassicurare i ministri: "Non c'è nessuna struttura di governo parallelo". Ma sul Cdm pesano de divisioni di una maggioranza in subbuglio permanente, sul Mes e non solo

Valerio Valentini

L'ira della Boschi su Conte: "L'arrogante di sempre, ci tratta come belle statutine". La bozza trasmessa a tarda sera. Lo sgomitare di Di Maio per non finire nell'ombra di Amendola. Franceschini vuole un "manager dei manager". La positività della Lamorgese interrompe le sotilità. Fino a domani

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Quando la notizia, arrivata prima ai giornali che alla diretta interessata, è piovuta sul tavolo del Cdm, si era al punto in cui Giuseppe Conte si sforzava di spiegare, insieme al ministro Enzo Amendola, che “non c’è nessuna struttura di governo parallela”, mentre parecchi dei presenti aggrottavano la fonte paventando il rischio di un commissariamento dei loro dicasteri. Insomma quando la riunione è stata sospesa per la positività di Luciana Lamorgese, si era non lontani dal punto da cui si era partiti molte ore prima.

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Quando la notizia, arrivata prima ai giornali che alla diretta interessata, è piovuta sul tavolo del Cdm, si era al punto in cui Giuseppe Conte si sforzava di spiegare, insieme al ministro Enzo Amendola, che “non c’è nessuna struttura di governo parallela”, mentre parecchi dei presenti aggrottavano la fonte paventando il rischio di un commissariamento dei loro dicasteri. Insomma quando la riunione è stata sospesa per la positività di Luciana Lamorgese, si era non lontani dal punto da cui si era partiti molte ore prima.

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E del resto, che il vertice a Palazzo Chigi non sarebbe stato risolutivo, lo si era capito già dalla vigilia. Quando, cioè, la riunione convocata dal premier con i capigruppo di maggioranza, era finita anzitempo per l’abbandono del tavolo da parte della delegazione di Italia viva. “Gli abbiamo detto che essere coinvolti all’ultimo minuto è una presa in giro”, ha spiegato poi Maria Elena Boschi, “perché noi non facciamo le belle statuine. Lui ha fatto marcia indietro, ma siccome domani è un altro giorno, inizierà da capo a fare come gli pare con l’arroganza di sempre”. In verità, l’indomani ha esordito con astuzia, Conte. E così, il Cdm convocato per le undici, poi posticipato fino a ora di pranzo, iniziato e sospeso e poi ripreso in uno stillicidio di baruffe a intermittenza, il premier lo ha inaugurato riducendo il tutto a una “informativa”, insomma “l’avvio di un percorso” che però, nei suoi auspici, dovrebbe concludersi con un maxiemendamento alla legge di Bilancio, e dunque in tempi rapidissimi. Al che Teresa Bellanova, che aveva mandato da parte di Renzi di spiegare al premier “che non può continuare a prenderci a schiaffi, comunicandoci le proprie decisioni via Facebook o sui giornali”, ha subito alzato la voce: “Perché non è accettabile di dover esprimersi su un testo inviatoci alle due di notte”. E dunque il primo compromesso è stato quello di concordare sulla stesura di un disegno di legge ad hoc, da approvare verosimilmente dopo il varo della manovra. Con buona pace, dunque, dell’impazienza con cui a Bruxelles attendono indicazioni definitive sulla governance del Recovery plan. 

 

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Arginate le polemiche sul metodo, c’erano poi le perplessità sul merito, da dissipare. E allora a Conte toccava spiegare che “quella delineata è solo una governance di secondo livello”, perché per gli oltre sessanta progetti del Next Generation Eu i soggetti attuatori ordinari resteranno pienamente in funzione: i comuni, le regioni, le grandi aziende di stato, tutti secondo le rispettive competenze. E poi i ministeri, con le loro strutture che già temono di essere annichilite, potranno intervenire in prima battuta, anche loro con poteri sostituivi, in caso d’intoppo. Solo se l’impantanamento persiste, quindi,  toccherà ai sei “Responsabili di missione”, i manager col loro imprecisato “contingente di personale” al seguito, che comunque dovranno riferire al Comitato di gestione composto dal premier e dai ministri dell’Economia e dello Sviluppo, i quali a loro volta dovranno riferire al Ciae, il Comitato interministeriale per gli Affari europei. E così alla fine c’era chi, come Lorenzo Guerini, iniziava a sospettare che, lungi dall’essere un golpe, tutto questo ambaradan rischiava semmai di essere perfino pletorico.

 

Nel mezzo, l’inevitabile brigare dei vari contendenti per ottenere più spazio di manovra. E così Dario Franceschini, che in questa struttura vedrebbe il suo ruolo ridimensionato, s’impuntava perché tra i sei manager venisse indicato un “Coordinatore”, un primus inter pares: “Uno che risponda a lui, che così può controllare meglio il tutto”, malignava allora il grillino Riccardo Fraccaro. Il quale forse ignorava che però anche Luigi Di Maio aveva sgomitato allo stesso modo: e così la sera prima aveva contatto Amendola per concordare con lui una piccola modifica al testo, magari solo formale, ma che insomma lo aiutasse a uscire dal cono d’ombra in cui si era cacciato: e così veniva corretta la norma per stabilire che sì, il ministro per gli Affari europei sarà il “referente unico con la Commissione”, e tuttavia  lo sarà “d’intesa con il ministro degli Esteri per quanto di sua competenza”.

 

E insomma quando la notizia della positività della Lamorgese s’è diffusa (“Era un tampone di controllo di quelli che faccio due volte a settimana: non ho avuto sintomi né contatti stretti con contagiati”, s’è giustificata lei prima di allontanarsi), in tanti hanno pensato che una sospensione dei lavori era comunque inevitabile. “I tecnici si vedranno per un pre-consiglio alle otto di stasera, noi ci aggiorniamo a domani pomeriggio”, ha detto Conte. Di Maio e Bonafede, seduti accanto alla Lamorgese (tutti con le mascherina sul viso, pare), andranno in isolamento e lavoreranno da casa. Gli altri, tutti a farsi un tampone. A sera, a Palazzo Chigi ci si adopera per la sanificazione dei locali. Con la consapevolezza con basteranno i disinfettanti, per bonificare i rapporti logori della maggioranza.

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