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Il voto del 9 dicembre

Disinnescare il M5s sul Mes. Ecco una via

Il Quirinale ha fatto intendere che il voto del 9 dicembre sulla riforma del Mes è decisivo. Il M5s è ostile ma si lavora a una possibile intesa per superare il loro no ideologico. Una risoluzione

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Un voto drammatico. Il M5s è fermo sulle sue posizioni (‘no’, lo scrive anche Beppe Grillo questa mattina). Pd e Iv consapevoli che il voto sulla riforma del Mes di giorno 9 non è un semplice passaggio: “L’Europa ci guarderà”. Il governo potrebbe cadere. Mercoledì , in parlamento, il M5s sarà costretto a rivedere la sua posizione di ostilità. E’ la richiesta del Pd che non giustifica il no pregiudiziale che non ha niente a che vedere con l’utilizzo del Mes: “Si vota su tutt’altro. Come si fa a non capirlo?”. E’ un voto che serve all’Italia per sedersi in Europa dalla parte dei paesi fondatori e non dalla parte di Orban.

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Un voto drammatico. Il M5s è fermo sulle sue posizioni (‘no’, lo scrive anche Beppe Grillo questa mattina). Pd e Iv consapevoli che il voto sulla riforma del Mes di giorno 9 non è un semplice passaggio: “L’Europa ci guarderà”. Il governo potrebbe cadere. Mercoledì , in parlamento, il M5s sarà costretto a rivedere la sua posizione di ostilità. E’ la richiesta del Pd che non giustifica il no pregiudiziale che non ha niente a che vedere con l’utilizzo del Mes: “Si vota su tutt’altro. Come si fa a non capirlo?”. E’ un voto che serve all’Italia per sedersi in Europa dalla parte dei paesi fondatori e non dalla parte di Orban.

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Il Quirinale avrebbe già lasciato filtrare che il voto è carico di significati e che un’eventuale bocciatura (manca il sostegno di Fi che avrebbe potuto proteggere Giuseppe Conte) avrà come conseguenza la certificazione che la maggioranza si è dissolta. E’ per questa ragione che si starebbe lavorando per cucire e favorire un incontro fra Pd e M5s. Separare la riforma dall’utilizzo. Si potrebbe fare attraverso una formula che espliciti che la riforma si ratifica ma che la ratifica non significa l’utilizzo. E’ un’ovvietà. Ma si metterebbe nero su bianco.

 

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Il Pd è stanco anche perché ritiene che il lavoro del ministro Roberto Gualtieri non solo sia stato eccellente ma sia lo sforzo di chi, con le modifiche che ha ottenuto, vuole proteggere le banche italiane. Una soluzione potrebbe essere una moratoria, si chiami come si voglia. E’ un ipotesi di scuola che si fa largo in queste ore. Scindere e confermare che qualsiasi richiesta di accedere al fondo Mes passerà da un voto d’aula.

 

E’ il M5s che si trova in difficoltà. Fino a questa mattina erano pronti a votare la riforma con un po’ di schiuma marginale. Poi è arrivato Grillo. Alla fine, il voto del 9, se andrà come deve andare, potrebbe rivelarsi un modo ridimensionare anche lui. Dopo Casaleggio anche Grillo potrebbe essere costretto a chiedere un contratto di servizio con il M5s.

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