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scissione a cinque stelle

Il M5s si spacca a Bruxelles. In quattro lasciano il gruppo

Valerio Valentini e David Carretta

I quattro dissidenti certificano la scissione. "Il dado è tratto", ci dice Pedicini. E insieme a lui vanno via dal M5s Corrao, Evi e D'Amato. Sono la componente più vicina a Casaleggio e Dibba. Le trattative per entrare nei Verdi

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La conferma ce la dà Piernicola Pedicini. Uno che da mesi profetizzava che l'esito scontato sarebbe stato questo. "E dunque sì, il dado è tratto", ci dice l'europarlamentare lucano del M5s, di buon mattino, prima di collegarsi in videocall con gli altre tre suoi compagni del gruppo, risoluti come lui all'estremo gesto. E' scissione, insomma. "Oggi esce dal M5s la sua componente ecologista", conferma Pedicini. Escono in quattro, quindi: l'ala radicale, oltranzista, del M5s a Bruxelles. Insieme a Pedicini, esponente dell'ala euroscettica in materia di finanza e di banche, abbandonano la truppa Ignazio Corrao, braccio destro di Alessandro Di Battista e sua fedele sentinella al Parlamento europeo, Eleonora Evi, una delle responsabili del settore "Europa" sulla piattaforma Rousseau e vicina a Davide Casaleggio, e Rosa D'Amato, tarantina. "Restare nel Movimento rappresenta una non opzione", si sono detti in mattinata, durante la riunione su Zoom in cui hanno di fatto deciso di ufficializzare la loro scelta. "E del resto sarebbe impensabile cercare di entrare in una nuova componente senza lasciare anche il M5s", hanno concluso.

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La conferma ce la dà Piernicola Pedicini. Uno che da mesi profetizzava che l'esito scontato sarebbe stato questo. "E dunque sì, il dado è tratto", ci dice l'europarlamentare lucano del M5s, di buon mattino, prima di collegarsi in videocall con gli altre tre suoi compagni del gruppo, risoluti come lui all'estremo gesto. E' scissione, insomma. "Oggi esce dal M5s la sua componente ecologista", conferma Pedicini. Escono in quattro, quindi: l'ala radicale, oltranzista, del M5s a Bruxelles. Insieme a Pedicini, esponente dell'ala euroscettica in materia di finanza e di banche, abbandonano la truppa Ignazio Corrao, braccio destro di Alessandro Di Battista e sua fedele sentinella al Parlamento europeo, Eleonora Evi, una delle responsabili del settore "Europa" sulla piattaforma Rousseau e vicina a Davide Casaleggio, e Rosa D'Amato, tarantina. "Restare nel Movimento rappresenta una non opzione", si sono detti in mattinata, durante la riunione su Zoom in cui hanno di fatto deciso di ufficializzare la loro scelta. "E del resto sarebbe impensabile cercare di entrare in una nuova componente senza lasciare anche il M5s", hanno concluso.

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Da mesi, ormai, vivevano da separati in casa. Tutto era nato dal voto di fiducia su Ursula von der Leyen nel novembre 2019: i quattro scissionisti si erano rifiutati di sostenere la Commissione (due di loro s'erano astenuti, due s'erano espressi in senso contrario). Da lì, una lunga serie di voti contrari, di bisticci e di baruffe, di sospensioni e di minaccia di azioni legali. L'apice della tensione s'è avuto il mese scorso: quando, dopo il voto contrario della pattuglia dissenziente sulla Pac (la Politica comunitaria sull'agricoltura), una parte dell'ufficio comunicazione del M5s a Bruxelles s'era visto minacciato di una sorta di licenziamento in tronco perché, a dire dei quattro scissionisti, gli organi di stampa a cinque stelle valorizzavano troppo la posizione ufficiale del gruppo, e poco quella degli eretici.

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I quali, da tempo, intrattengono rapporti privilegiati col gruppo dei Verdi. E' un corteggiamento vecchio di anni, questo: e finora i Verdi si erano sempre opposti a qualsiasi forma di collaborazione, anche in virtù della grandezza della componente del M5s, che avrebbe scombussolato gli equilibri interni. "Ma ora che siamo in quattro, potranno accoglierci", dicono gli scissionisti. E forse hanno ragione. Se non fosse che, tra le ragioni addotte in passato dai Verdi per negare l'ingresso dei grillini nella loro componente, c'erano le opache reazioni del M5s con Casaleggio e la sua società. Per uno strano paradosso, a essere ora più vicini ai Verdi sono proprio quelli che con Casaleggio, e con Rousseau, hanno relazioni più strette. "Se ne discuterà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane", hanno spiegato i quattro scissionisti a chi li ha cercati per una conferma. "Di certo c'è che sempre più spesso i nostri voti in dissenso rispetto al M5s sono andati in sintonia con quelli della componente più ecologista del Parlamento europeo". 

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