Dieci punti per disarmare "il conflitto politico". Un'offerta all'opposizione, dopo il Sì del centrodestra al Senato sull'ultimo scostamento di bilancio, fatta pervenire dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio agli avversari, Forza Italia in primis, attraverso una lettera inviata al Foglio. Un elenco di cose da fare tutti insieme, pur "restando ognuno al suo posto". Rossogialli e centrodestra per uscire dal pantano. Dall'economia alla scuola. Dal welfare alla pubblica amministrazione, fino alla giustizia, alla sicurezza e alla sanità.

Dieci punti per disarmare "il conflitto politico". Un'offerta all'opposizione, dopo il Sì del centrodestra al Senato sull'ultimo scostamento di bilancio, fatta pervenire dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio agli avversari, Forza Italia in primis, attraverso una lettera inviata al Foglio. Un elenco di cose da fare tutti insieme, pur "restando ognuno al suo posto". Rossogialli e centrodestra per uscire dal pantano. Dall'economia alla scuola. Dal welfare alla pubblica amministrazione, fino alla giustizia, alla sicurezza e alla sanità.

Un cambiamento radicale di paradigma, soprattutto per il M5s. Che è nato dalla contrapposizione e ha costruito la sua fortuna sul manicheismo. La lettera del ministro degli Esteri al nostro giornale è anche un sasso lanciato nello stagno del "suo" Movimento. Un corpaccione di solito schizofrenico, eppure insolitamente silenzioso sullo sdoganamento progressivo del babau di sempre, che risponde al nome di Silvio Berlusconi. Mentre le chat dei parlamentari sono tutte ripiegate su Rousseau e sui postumi degli Stati Generali, i "portavoce" più vicini all'ex capo politico raccolgono l'appello. Il senso delle frasi dette da tanti eletti grillini negli ultimi giorni ai cronisti sotto la promessa dell'anonimato si dipana in queste ore attraverso delle prese di posizione pubbliche. Twitta Francesco D'Uva, già capogruppo alla Camera. " A questo giro di boa storico occorre una visione chiara del futuro. In quella di Luigi Di Maio c'è un obiettivo che condivido: riprogettare il sistema attraverso politiche nette e innovative. È il compito del M5s, che ha già dimostrato di saper realizzare i suoi programmi", commenta il deputato. E ancora Cosimo Adelizzi, anche lui vicino a Di Maio. Secondo Adelizzi il piano in dieci punti del ministro degli Esteri addirittura "traghetta l'Italia oltre il buio e supera i conflitti ideologici affinché nessuno rimanga indietro". Un altro deputato stellato, Leonardo Donno, si scopre "responsabile". "Ho letto con profondo interesse la lettera del Ministro Luigi Di Maio al Foglio", dice. "Penso sia importante, in un momento di crisi senza precedenti come questa, adottare anche misure senza precedenti, superando quindi le ideologie del passato".

E per i Cinque Stelle dimenticare il passato equivale a riporre nel cassetto dei ricordi le invettive contro Berlusconi. Su questo fronte il turning point è stato l'emendamento cosiddetto "salva-Mediaset", per evitare la scalata di Vivendi al Biscione. Come riportato dal Foglio il 20 novembre, alcuni pezzi grossi come il ministro Stefano Patuanelli, coadiuvato dal suo sottosegretario Mirella Liuzzi, hanno spiegato ai parlamentari la bontà della norma. E nel gruppone sembrano aver afferrato il messaggio. Tanto che persino i pretoriani di Alessandro Di Battista sembrano essersi mangiati la lingua. A tal punto che i più vicini all'ex capo politico ostentano meraviglia di fronte al silenzio dei puristi. Chi si aspettava fuoco e fiamme, perlomeno nelle chat, è rimasto spiazzato. È l'ultimo incantesimo del (fu) Caimano.