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Dopo la lettera al Foglio

Così i ripensamenti di Di Maio vengono apprezzati in Forza Italia. "Sì, ora si può collaborare"

Tra il Cav. e Giggino. Le reazioni alla proposta sulle riforme condivise del ministro degli Esteri. Girotondo azzurro: parlano Giacomoni, Valentini, Cattaneo, Perego, Martino, Polverini, Cangini, Napoli

Valerio Valentini

La politica di bilancio nuova ("Basta affacciarsi sui balconi!") e la giravolta sull'euro ("Ora cita Mario Draghi!"). Meno Cina e più Usa, l'ortodossia della Farnesina che fa effetto. E poi la riforma del Reddito di cittadinanza. I parlamentari del Cav. provano a seguire la svolta del ministro degli Esteri

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Nella loro ottica, c’è quasi più da perdonare, che da apprezzare. E infatti Osvaldo Napoli, che pure nel dialogo della sua Forza Italia con la maggioranza rossogialla ci crede, si chiede “quanto ci sia da fidarsi, del pentimento del figliol prodigo”. E però, siccome la politica sconsiglia il risentimento, i puntigli di principio, in parecchi provano a crederci, all’offerta di Luigi Di Maio, se perfino chi ascolta gli sfoghi più intimi del Cav. si mostra possibilista. Apprezza Sestino Giacomoni, che considera “una buona notizia la fine dell’illusione dell’autosufficienza della maggioranza”, e pare che apprezzi addirittura Valentino Valentini. Anche lui, gran consigliere di Berlusconi sugli affari internazionali, nell’ascoltare l’ultimo intervento in Aula dell’ex capo del M5s abbia spiegato ai suoi colleghi deputati di FI che “Di Maio ha fatto un buon percorso di maturazione, seguendo l’ortodossia della Farnesina”.

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Nella loro ottica, c’è quasi più da perdonare, che da apprezzare. E infatti Osvaldo Napoli, che pure nel dialogo della sua Forza Italia con la maggioranza rossogialla ci crede, si chiede “quanto ci sia da fidarsi, del pentimento del figliol prodigo”. E però, siccome la politica sconsiglia il risentimento, i puntigli di principio, in parecchi provano a crederci, all’offerta di Luigi Di Maio, se perfino chi ascolta gli sfoghi più intimi del Cav. si mostra possibilista. Apprezza Sestino Giacomoni, che considera “una buona notizia la fine dell’illusione dell’autosufficienza della maggioranza”, e pare che apprezzi addirittura Valentino Valentini. Anche lui, gran consigliere di Berlusconi sugli affari internazionali, nell’ascoltare l’ultimo intervento in Aula dell’ex capo del M5s abbia spiegato ai suoi colleghi deputati di FI che “Di Maio ha fatto un buon percorso di maturazione, seguendo l’ortodossia della Farnesina”.

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E forse più ortodosso, dopo due anni di governo, lo è diventato non solo sulla politica estera, a giudicare dal decalogo per il rilancio dell’Italia che ha scritto per il Foglio, strizzando l’occhio al centrodestra. “Se chi si affacciava sul balcone esultando per il deficit ora predica una politica di bilancio responsabile, è un segnale che accolgo con favore”, dice Alessandro Cattaneo. “Se si parla dei conti pubblici – prosegue il deputato azzurro – si parla del futuro dei nostri figli e nipoti, e su quello FI  è pronta a dialogare con tutti. Quando verrà meno l’anestetico del blocco dei licenziamenti, la tenuta sociale del paese sarà messa a rischio. E noi a fomentare la rabbia della piazza non ci stiamo. Pensando al Recovery plan, credo che se la voce del Cav. potrà servire per privilegiare gli investimenti sui sussidi, non si farà desiderare”.

 

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Anche Antonio Martino legge con interesse la parte sul fisco, nell’appello di Di Maio. “Solo gli stupidi non cambiano idea”, dice. “E se chi voleva uscire dall’euro ora cita con favore Mario Draghi, dimostra che anche nel M5s c’è intelligenza. E dunque sì, c’è assolutamente la possibilità di un dialogo comune, a cominciare dalla nostra proposta sulla pace fiscale”. E sempre tra le file dei quarantenni rampanti alla corte del Cav., interviene anche Matteo Perego: “Siccome la sbandata sulla Via della Seta pare superata, non possiamo che essere d’accordo nell’idea che, su sicurezza e interessi nazionali, si remi tutti dalla stessa parte. Per questo spero, ad esempio, che anche Di Maio comprenda che l’attuale sottile coordinamento tra Farnesina e Difesa sulle strategie internazionali e gli interessi sensibili dell’Italia anche grazie all’output politico generato dalle nostre missioni militari sia poco fruttifero. Si potrebbe pensare all’istituzione di un National security advisor, un ente che, al pari dell’Autorità per la Sicurezza, faccia da regista supremo su queste materie così anche da poter esercitare al meglio il GtoG e il Golden power e perseguire l’interesse nazionale, senza ad esempio dover cancellare inspiegabilmente la missione nello stretto di Hormuz”.

 

Poi c’è Renata Polverini, che da vicepresidente della commissione Lavoro, apprezza  un altro ripensamento di Di Maio. “Vedo che anche sul welfare, si depongono le bandiere ideologiche”, dice l’ex governatore del Lazio, che in queste settimane è stata tra le tessitrici più operose tra il Mef e Montecitorio, per favorire la collaborazione tra FI e i rossogialli. “Ammettere che il Reddito di cittadinanza non sta funzionando affatto per quel che riguarda le politiche attive, è positivo. Bisogna riconoscere il fallimento dell’Anpal, mettendo fine a questo surreale conflitto tra il suo presidente e il ministro del Lavoro da cui dipende. Su questo, disponibilissimi a lavorare insieme”.

 

Prove di dialogo, insomma, quasi impensabili. “Ma la politica è mediazione, e per mediare occorre riconoscere l’avversario, e mai come in questa fase il confronto tra diversi è imprescindibile”, sospira Andrea Cangini. “Si coglie, certo, un apprezzabile cambio di toni e di postura, da parte di Di Maio, nei confronti del Cav.”, prosegue il senatore azzurro. “E però ci si chiede anche se questa svolta potrà essere recepita dai gruppi parlamentari”, chiosa, con nelle orecchie ancora l’eco delle urla del grillino Mattia Crucioli, che nell’Aula di Palazzo Madama, giovedì, ha dato degli amici mafiosi ai fondatori di FI. Per dire, insomma, di come il cammino sia lungo e periglioso. Ma il primo passo di Di Maio sulla strada verso la maggioranza Ursula, forse è stato fatto davvero.

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