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Il piano del Mit, la gestione sul territorio

Chi controlla la capienza al 50 per cento e altri problemi del Trasporto pubblico locale

Come non sprecare risorse e guardare oltre l'emergenza

Marianna Rizzini

Limite al 50 per cento della capienza nel Tpl. Come fare? E soprattutto: come e chi deve controllare? Gli snodi nevralgici di Roma presidiati dai cosiddetti "uomini in pettorina", il conducente-vigile di Milano, i fondi delle Regioni, i bandi per i privati

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I bollettini che corrono, i colori delle regioni che saltano, i medici in allarme. E quella cifra nell’ultimo dpcm: limite al 50 per cento della capienza nel trasporto pubblico locale (Tpl). Come fare? E soprattutto: come e chi deve controllare? Intanto, qualche giorno fa, il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, dopo l’approvazione del decreto “Ristori bis”, in una riunione con gli enti locali ha annunciato nuove risorse per il Tpl: 300 milioni di euro anticipati rispetto al 2021. E ha aggiunto: non si perda l’occasione di una riforma strutturale del settore, fermo al modello organizzativo del 1997. E ieri, durante un secondo incontro con regioni, enti locali e aziende, De Micheli ha lanciato un cronoprogramma per “la definizione di un nuovo modello di trasporto pubblico locale, in grado di affrontare la ripresa al termine dell’emergenza”. Il punto è: se anche si supera il momento emergenziale, dopo che cosa succederà? “Non si disperdano le risorse”, è l’appello del Mit. I territori, intanto, si trovano alle prese con il “qui e ora” della riorganizzazione.

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I bollettini che corrono, i colori delle regioni che saltano, i medici in allarme. E quella cifra nell’ultimo dpcm: limite al 50 per cento della capienza nel trasporto pubblico locale (Tpl). Come fare? E soprattutto: come e chi deve controllare? Intanto, qualche giorno fa, il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, dopo l’approvazione del decreto “Ristori bis”, in una riunione con gli enti locali ha annunciato nuove risorse per il Tpl: 300 milioni di euro anticipati rispetto al 2021. E ha aggiunto: non si perda l’occasione di una riforma strutturale del settore, fermo al modello organizzativo del 1997. E ieri, durante un secondo incontro con regioni, enti locali e aziende, De Micheli ha lanciato un cronoprogramma per “la definizione di un nuovo modello di trasporto pubblico locale, in grado di affrontare la ripresa al termine dell’emergenza”. Il punto è: se anche si supera il momento emergenziale, dopo che cosa succederà? “Non si disperdano le risorse”, è l’appello del Mit. I territori, intanto, si trovano alle prese con il “qui e ora” della riorganizzazione.

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A Roma, dove il tema Tpl evocava scenari apocalittici anche in epoca pre-pandemica (bus a fuoco, metro rotte), la questione del limite-capienza è in mano, come ovunque, alle singole aziende, e quindi in primis all’Atac (e ieri un autista è stato aggredito con un pugno da un passeggero che non voleva indossare la mascherina).

 

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Negli snodi nevralgici, così si regola Atac, si cerca di regolare il flusso evitando assembramenti sui mezzi. Solo che per 150 stazioni, di cui alcune con due o tre ingressi, e più di 4.000 fermate d’autobus, l’impresa è ardua per i cosiddetti “uomini con pettorina”, coloro che un tempo controllavano i biglietti e ora sono stati adibiti all’opera di smistamento (ma senza potere coercitivo). Sempre Atac rileva sulle metropolitane, rispetto a un anno fa e nello stesso periodo (ottobre 2019), una domanda di trasporto dimezzata: da 700 mila validazioni  a 300 mila. Diversa può essere però la percezione del passeggero, specie su un autobus: se su un mezzo viaggiano 70 o 50 persone invece di 100 non si riesce comunque a mantenere il metro di distanza. Su alcuni bus nuovi, con conta-passeggeri, funziona un sistema di “alert”: se si riempie troppo si invia un’altra vettura. E recentemente sono state “cedute” 8 linee periferiche a un consorzio privato, che ora le copre con pullman Gran turismo, con conseguente recupero di vetture Atac per le linee più affollate.

 

Intanto l’assessorato alla Mobilità del Comune, già a maggio, ha annunciato la rimodulazione del servizio, con una flotta di 70 nuovi bus. E se a fine ottobre la regione Lazio ha messo a disposizione i fondi per i bandi ai privati e per i voucher taxi, le gare bandite da Atac e Cotral potranno essere utili anche oltre l’emergenza (si avrà un elenco cui attingere). 

  
A Milano l’Atm, con il passaggio di capienza al 50 per cento, conta sul sistema di conteggio già in uso ai tornelli della metropolitana, mentre per gli autobus è il conducente che avverte con un altoparlante e con una scritta esterna la raggiunta capacità massima (invitando gli ultimi saliti a scendere e gli altri a prenotare la fermata successiva, altrimenti il mezzo non si ferma). Settantamila adesivi segnalano il riposizionamento sui posti alternati, e sono previste sanificazioni straordinarie e cambi d’aria ogni tre o sei minuti.

  

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Claudia Terzi, assessore alla regione Lombardia per le Infrastrutture e i Trasporti, dice di lavorare “per quando le scuole riapriranno”: “Nella nostra regione”, dice, “attualmente il tasso di riempimento dei mezzi del trasporto pubblico si attesta al massimo tra il 20 e il 25 per cento: dati che ci consentono di gestire il nuovo limite di capienza. In attesa delle risorse governative per i servizi aggiuntivi, non ancora arrivate, le Agenzie Tpl lombarde, responsabili della programmazione del servizio bus nei bacini di competenza, hanno attivato e programmato da settembre a dicembre servizi aggiuntivi per 3,1 milioni di vetture-km (unità di misura che identifica le percorrenze): questo include sia i servizi aggiuntivi messi in campo dalle aziende affidatarie degli attuali servizi sia il ricorso ai bus turistici, con l’obiettivo di intervenire per risolvere situazioni puntuali”.

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Chi fa rispettare le capienze? “È un tema che le regioni hanno sottoposto al governo da maggio, senza avere risposte di fatto”, dice Terzi. Che solleva anche una questione finanziamenti: “Segnalo che la Lombardia è tra le poche regioni in Italia a mettere consistenti risorse autonome per il Tpl locale: annualmente stanziamo oltre 400 milioni di euro per integrare il Fondo nazionale trasporti”.

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