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Trucismo e pandemia

Salvini sbanda sul coprifuoco. La paura di Fontana manda in tilt la Lega

I rapporti tra il segretario del Carroccio e il governatore lombardo sono ai minimi termini. Il Truce sbotta con l'Attilio, ma al Pirellone anche la sua ex compagna è un problema

Valerio Valentini

Le ironie di Centinaio, le proteste dei parlamentari: "E' una follia": Il presidente della Lombardia costretto a difendersi: “A fine mese avremo 600 persone in terapia intensiva”. Partito senza linea

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Quando, alle dieci di lunedì sera, Gian Marco Centinaio ha pubblicato su Facebook il suo post, in tanti, nello stato maggiore del Carroccio, sono trasaliti. Perché Attilio Fontana aveva annunciato da un paio d’ore il coprifuoco notturno nella sua Lombardia, e quello sfogo dell’ex ministro dell’Agricoltura sembrava alludere proprio al governatore: “Quando la politica è fatta da sfigati che vivono fuori dal mondo reale questi sono i risultati”. Allusione forse un poco criptica, che quasi tutti però riconducevano a quel che accadeva al Pirellone. E d’altronde, a sedare ogni dubbio, ci ha pensato lo stesso Centinaio l’indomani. Quando, con uno sberleffo assai meno fraintendibile, ha sentenziato: “Al coprifuoco preferisco il Buttafuoco”. Intendendo non il giornalista, ma un rinomato consorzio di viticoltori lombardi.

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Quando, alle dieci di lunedì sera, Gian Marco Centinaio ha pubblicato su Facebook il suo post, in tanti, nello stato maggiore del Carroccio, sono trasaliti. Perché Attilio Fontana aveva annunciato da un paio d’ore il coprifuoco notturno nella sua Lombardia, e quello sfogo dell’ex ministro dell’Agricoltura sembrava alludere proprio al governatore: “Quando la politica è fatta da sfigati che vivono fuori dal mondo reale questi sono i risultati”. Allusione forse un poco criptica, che quasi tutti però riconducevano a quel che accadeva al Pirellone. E d’altronde, a sedare ogni dubbio, ci ha pensato lo stesso Centinaio l’indomani. Quando, con uno sberleffo assai meno fraintendibile, ha sentenziato: “Al coprifuoco preferisco il Buttafuoco”. Intendendo non il giornalista, ma un rinomato consorzio di viticoltori lombardi.

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E d’altronde assai meno dubbi sulla corretta esegesi degli oracoli di Centinaio se li facevano i suoi amici e i suoi follower, che s’erano già sbizzarriti negli improperi all’indirizzo di Fontana. Il quale, però, ben altre critiche aveva da fronteggiare nel frattempo. Perché nelle chat interne della Lega lombarda, e nei messaggi privati che gli arrivavano, c’era tutto lo sbigottimento di deputati e consiglieri, militanti e amministratori locali. Critiche neppure velate che prorompevano dai dirigenti nazionali, e ricadevano come lapilli nei comuni più sperduti della bergamasca, dove gente come Andrea Bolognini, assessore a Palazzago e leghista da sempre, parlava di “Follia”, di una regione “allo sbando”

 

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E allora lui, il presidente che ancora tremola per gli scossoni politici connessi alla gestione zoppicante della prima ondata, in trincea a causa delle grane giudiziarie, tenta un’arringa difensiva autogestita, da principe del foro di Varese qual è. “Io credo che prima di parlare – ribatte ai suoi accusatori – si dovrebbero sapere meglio le cose e magari vedere le richieste del Comitato tecnico di regione”. Fosse stato per i consulenti, infatti, il coprifuoco si sarebbe dovuto applicare sin dalle 21. Ma quando Fontana s’è riunito coi sindaci delle principali città lombarde, lunedì pomeriggio, si è sentito obiettare che una misura del genere, sull’intero territorio regionale, avrebbe avuto poco senso. E si è optato allora per spostare l’ora della serrata alle 23. “Ci saranno seicento persone in terapia intensiva entro la fine del mese. Senza contare, poi, la crescita esponenziale dei contagi. Fate voi”, ha ribattuto Fontana ai deputati che lo incalzavano sul mancato utilizzo dell’ospedale in Fiera di Milano.

 

Ma non è tanto il coprifuoco serale, a preoccupare i lumbàrd. “E’ la scelta di chiudere i centri commerciali nel fine settimana che pare illogica”, protestano. Gianmarco Senna, consigliere regionale del Carroccio che da presidente della commissione Attività produttive si ritrova a essere il terminale privilegiato della sofferenza di imprenditori e commercianti, sbuffa di delusione: “So bene quanto sia difficile coniugare la tutela della salute e quella dell’economia. Ma si sarebbe semmai dovuto attendere - ci dice - che fosse il governo centrale ad assumersi la responsabilità di una simile stretta e a farsi carico dei costi connessi che la regione, da sola, non può sostenere”.  

 

E si capisce allora che quello che si rimprovera a Fontana, a Via Bellerio, non è tanto la durezza di misure che, subito dopo di lui, anche il presidente campano De Luca ha dovuto prendere, col piemontese Cirio e lo stesso Zingaretti in Lazio che imboccavano la stessa strada. Gli si contesta, semmai, l’intempestività della mossa, che ha colto di sorpresa, dicono, lo stesso Matteo Salvini. Il quale solo quattro giorni fa liquidava l’ipotesi di un coprifuoco serale come “un’idea strampalata e senza senso”. E ora, a vedersela propinata dal suo presidente, fa buon viso a cattivo gioco, morde il freno per quel sabotaggio – certo involontario – alla già boccheggiante macchina della propaganda della  Bestia. “Un discreto cortocircuito”, ammettono nella cerchia dei fedelissimi, dove d’altronde ben ricordano quanto Salvini, spinto a sua volta da tutto lo stato maggiore della Lega lombarda, in estate abbia spronato l’Attilio a fare un rimpasto, a rinnovare la squadra e trovarsi un vero uomo macchina.

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E invece più che altro al Pirellone si parla  del cerchio delle “donne della presidenza”, compresa la ex compagna di Salvini stesso, quella Giulia Martinelli che in regione sovrintende più o meno occultamente su tante, troppe faccende, e che però il segretario si ostina a difendere. Ma se il rimpasto non lo fa, Fontana, è perché quello che per tanti parlamentari lombardi pare un necessario segno di vitalità, una reazione, agli occhi del governatore si configura semmai come un’ammissione di colpa, uno strappo che andrebbe a esasperare ancor più gli animi già esagitati dei suoi assessori, dei suoi consiglieri. E quindi Fontana tentenna. E anche quando accelera, come ha fatto lunedì, finisce che fa arrabbiare tutti. 

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