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la partita pugliese

Quasi tutto il M5s pugliese vuole un accordo con Emiliano. E a Di Maio non dispiacerebbe

Luca Roberto

Quattro consiglieri su cinque sono disponibili al confronto, mentre  Laricchia arretra: "Staremo all'opposizione". "Ma l'impuntatura di un singolo non può influenzare tutto il gruppo. Ragioniamo sui temi" ci dice il rieletto Casili

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Dalle avances spudorate della campagna elettorale, si è passati a una più sottile strategia del silenzio dopo lungo corteggiamento. E insomma a Michele Emiliano in questa fase di attesa, quando ancora gli tocca aspettare fino alla fine del mese per conoscere la definizione precisa degli eletti in Consiglio regionale e forse pure fare di conto coi suoi compromessi (leggasi: liste), sta bene anche questo intermezzo: dove spetta ai cinque stelle recitare la parte di chi dovrà decidere cosa rispondere una volta che gli verrà chiesto per WhatsApp: ce lo prendiamo questo caffè?

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Dalle avances spudorate della campagna elettorale, si è passati a una più sottile strategia del silenzio dopo lungo corteggiamento. E insomma a Michele Emiliano in questa fase di attesa, quando ancora gli tocca aspettare fino alla fine del mese per conoscere la definizione precisa degli eletti in Consiglio regionale e forse pure fare di conto coi suoi compromessi (leggasi: liste), sta bene anche questo intermezzo: dove spetta ai cinque stelle recitare la parte di chi dovrà decidere cosa rispondere una volta che gli verrà chiesto per WhatsApp: ce lo prendiamo questo caffè?

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Compulsando le cronache locali il contorcimento quotidiano della pattuglia grillina appare quasi una commedia in più atti dove le chiusure fanno da prologo alle aperture, che sono l'anticamera dei nulla di fatto. Ancora oggi la candidata sconfitta alle urne Antonella Laricchia è tornata a esternare insofferenza per la lenta e progressiva strategia del logoramento che la vorrebbe incline al compromesso con il presidente rieletto. “Quando entrai nel M5S, per alcuni critici, ero la riformatrice, la dimaiana, quella che voleva cambiare la tradizione, aprendo a un dialogo con la società civile e le imprese, oggi, semplicemente perché non voglio tradire il mandato elettorale datoci da 207.038 pugliesi, sarei un’estremista”, ha scritto su Facebook. 

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Qualche giorno fa i cinque consiglieri considerati eletti (ma per l'ufficialità si dovrà attendere per l'appunto la fine del mese) si erano incontrati per discutere il da farsi, e al termine era filtrata solamente una chiusura da parte della Laricchia, secondo cui il M5s era stato relegato dagli elettori all'opposizione. “Ma il nostro modus operandi è oramai consolidato: si decide a maggioranza”, fa notare al Foglio il consigliere Cristian Casili. “La campagna elettorale è finita. Ogni consigliere ha lo stesso peso e non può essere l'impuntatura del singolo a decidere su un indirizzo collegiale. Mi sembra che tra noi consiglieri ci sia una certa coesione sul punto”.

 

All'esterno appare un'apertura forte, non trova? “A oggi non ci sono arrivate proposte. Coinvolgerci è una prerogativa del presidente ed è chiaro che se si trovasse una convergenza sui temi, e poi sulle deleghe, noi non potremmo limitarci al ruolo di comparsa, perché significherebbe aver deciso pregiudizialmente ancor prima di sederci al tavolo. E' più che evidente che se su alcuni punti programmatici si trova una linea condivisa allora il discorso diventa molto più liscio, in discesa”.

E a riprova di quanto la linea Laricchia sembri giorno dopo giorno sempre più relegata a una forma di obsolescenza, a un massimalismo decotto nel M5s pugliese – al che il Corriere del Mezzogiorno ha evocato le sue dimissioni dal Movimento – basta fare un colpo di telefono alla foggiana Rosa Barone, consigliera al secondo mandato per cui s'è scritto che Emiliano stia preparando uno sbarco in giunta. “E' giusto che Antonella, avendo fatto campagna elettorale e avendoci messo la faccia, abbia una posizione più dura”, spiega pazientemente al Foglio. “Ma anche lei ha manifestato la volontà di raggiungere dei risultati concreti per i pugliesi. Nelle ultime elezioni molti più cittadini hanno partecipato al voto rispetto al 2015: è il segno che si aspettano delle risposte e noi vogliamo portare avanti temi e soluzioni serie, come non abbiamo rinunciato a fare nei 5 anni precedenti. Però spetta a Emiliano farci delle proposte sui programmi e non sulle poltrone”.

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Parole così circospette che quasi non ti aspetteresti di sentirle pronunciate da chi in questi anni era stato dipinto in qualità di “cirlatani, di cui però abbiamo bisogno per vincere”, come di Fabiano Amati pensiero. Per dirla ancora con Barone, “capisco che questo equilibrio sia una novità anche per noi, però credo che abbiamo bisogno di affrontare questa nuova fase, con il movimento nazionale e quello locale, andando al nocciolo della questione”. E almeno fino all'atto burocratico della proclamazione dei nuovi consiglieri, si disporrà di tutto il tempo per capire qual è.

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