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dissociazione rousseau

"Chi non paga a Rousseau non può restare nel M5s". Parla il probiviro Jacopo Berti

L'intervista al grillino duro e puro che minaccia sanzioni ai parlamentari. "Anche chi fa campagna per il No rischia di essere espulso"

Valerio Valentini

Dopo la mail di minaccia spedita da Casaleggio, il consigliere veneto sposa la linea dura: "Ora mi sento piacevolmente legittimato a pretendere il rispetto delle regole". Almeno una trentina i possibili espulsi. E pazienza sei il governo traballa

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Con quel pragmatismo tutto veneto, la mette giù abbastanza facile: "Se per mesi non pago le bollette, l'Enel mi stacca la corrente. Se per mesi non pago l'affitto, la proprietaria di casa viene e mi butta fuori a calci". E dunque? "E dunque se i parlamentari non pagano, non potranno che andare incontro alle sanzioni disciplinari previste", dice Jacopo Berti, capogruppo del M5s nel Consiglio regionale veneto e, soprattutto, membro del collegio dei Probiviri, questo fantomatico supremo organico di giustizia interna al M5s che decide dei destini di deputati e senatori.  A farne parte sono in tre: c'è Fabiana Dadone, ministro della Pubblica amministrazione, c'è Raffaella Andreola, consigliere comunale a Villorba, nel Trevigiano. 

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Con quel pragmatismo tutto veneto, la mette giù abbastanza facile: "Se per mesi non pago le bollette, l'Enel mi stacca la corrente. Se per mesi non pago l'affitto, la proprietaria di casa viene e mi butta fuori a calci". E dunque? "E dunque se i parlamentari non pagano, non potranno che andare incontro alle sanzioni disciplinari previste", dice Jacopo Berti, capogruppo del M5s nel Consiglio regionale veneto e, soprattutto, membro del collegio dei Probiviri, questo fantomatico supremo organico di giustizia interna al M5s che decide dei destini di deputati e senatori.  A farne parte sono in tre: c'è Fabiana Dadone, ministro della Pubblica amministrazione, c'è Raffaella Andreola, consigliere comunale a Villorba, nel Trevigiano. 

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E poi c'è lui, il Berti, trentasettenne padovano, ingegnere informatico e maestro di sci, da sempre in competizione con l'attuale ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D'Incà, per stabilire se in terra di San Marco debba prevalere il volto più umano e dialogante del grillismo, o quello più intransigente e forcaiolo. Berti, la sua idea ce l'ha chiara: "E infatti non mi sono ricandidato a queste regionali in Veneto", dove il M5s è accreditato di percentuali inconsistenti. "E anzi me ne starò coi pop corn in mano, da spettatore esterno, a vedere il disastro del M5s. D'altronde, se volevo iscrivermi al Pd o alla Lega, poteva farlo in uno dei molti circoli del mio paese". Invece lui, Berti, incarna il volto duro e puro del grillismo che fu. Ed è con questo zelo massimalista che esercita il suo mandato tra i probiviri. "Chi non paga, chi non restituisce, n on può restare nel Movimento come se niente fosse. Ne va del rispetto di tutti gli altri iscritti che si comportano correttamente. E del resto, i parlamentari che oggi si lamentano per i 300 euro che mensilmente devono versare a Rousseau, quando si sono candidati alla Camera e al Senato hanno accettato di firmare".

Un rigore che è poi lo stesso invocato da Davide Casaleggio. Che ieri, al culmine di una polemica andata avanti per mesi, ha inviato una mail a tutti gli attivisti di Rousseau (cioè del M5s) dicendo che, siccome deputati e senatori non pagano come dovrebbero, la piattaforma Rousseau ridurrà i suoi servizi. "Mi auguro che chi ha la responsabilità di far rispettare le regole la eserciti con giustizia ed equità", ha scritto tra le altre cose Casaleggio. Invocando, forse, una maggiore severità da parte dei probiviri? "Anche io lo leggo così, quel passaggio", dice Berti. "E devo ammettere che mi sento piacevolmente legittimato a esigere con fermezza il pieno rispetto delle regole".

Pieno mandato di colpire duro, insomma? "Sempre secondo le norme. Da ieri, i parlamentari che sono in ritardo coi pagamenti hanno dieci giorni per mettersi al passo, o per segnalarci eventuali problemi tecnici. Dopodiché, procederemo". La mannaia cadrà la settimana prossima, dunque? "Al momento sono una trentina i morosi attenzionati. E poi ci sarà forse qualche altra bella sorpresa". A chi si riferisce? "Ai parlamentari che stanno facendo campagna per il No al referendum. Anche su di loro si aprirà una seria riflessione, perché non possono dimenticarsi che sono lì come portavoce a rapprsentare il volere degli attivisti nelle istituzioni". 

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Ma se lo scenario è questo, se davvero si rischia una simile serie di espulsioni, i numeri della maggioranza di governo verranno meno. Specie al Senato. "Queste sono riflessioni che non competono a me. Io posso solo dire che il Movimento è dei 130 mila iscritti, e non di 300 parlamentari. Stando a Roma, nella loro visione romacentrica, tanti dei nostri eletti tendono forse a dimenticarlo". 

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