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La serrata di Davide

Casaleggio spegne Rousseau perché i parlamentari non pagano

Il figlio del fondatore è pronto a portarsi il via il giocattolo che i grillini non amano più. E attacca Crimi: le regole vanno rispettate

Simone Canettieri

Lettera del presidente dell'associazione agli iscritti: da oggi meno servizi sulla piattaforma per colpa dei morosi

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Altro che associazione, qui siamo alla dissociazione Rousseau. Anche Davide Casaleggio si arrabbia e spegne la luce. Con una lettera, a mo' di circolare dell'Enel, avvisa tutti gli iscritti della piattaforma digitale del M5s che è pronto ad abbassare il voltaggio. O meglio a diminuire i servizi offerti finora. Perché?  "A causa delle protratte e gravi morosità di diversi portavoce del MoVimento 5 Stelle che da troppi mesi hanno deciso di venir meno agli impegni presi, saremo costretti a ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento, in assenza delle entrate previste, non risultano ovviamente più sostenibili", si legge nella lettera.

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Altro che associazione, qui siamo alla dissociazione Rousseau. Anche Davide Casaleggio si arrabbia e spegne la luce. Con una lettera, a mo' di circolare dell'Enel, avvisa tutti gli iscritti della piattaforma digitale del M5s che è pronto ad abbassare il voltaggio. O meglio a diminuire i servizi offerti finora. Perché?  "A causa delle protratte e gravi morosità di diversi portavoce del MoVimento 5 Stelle che da troppi mesi hanno deciso di venir meno agli impegni presi, saremo costretti a ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento, in assenza delle entrate previste, non risultano ovviamente più sostenibili", si legge nella lettera.

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Il primo passo verso il divorzio tra Casaleggio e il M5S, tanto clamoroso, quanto ormai nelle cose?  Il figlio di Gianroberto, erede contestato dell'impero grillino, se la prende con i parlamentari che non versano il dovuto. O meglio il promesso. "Come sai, all’atto della candidatura i portavoce del MoVimento 5 Stelle (ad eccezione degli eletti nei Comuni e nei Municipi) hanno sottoscritto l’impegno di versare un piccolo contributo, circa un quarantesimo della propria retribuzione (300 euro), al fine di garantire all’intera comunità del MoVimento 5 Stelle di potersi dotare dei servizi minimi e necessari per il mantenimento di quella che ancora oggi rappresenta la prima forza politica del Paese e soprattutto per poter consentire a tutti gli iscritti, che non rivestono posizioni economicamente e politicamente privilegiate come quelle dei portavoce in Parlamento, in Regione e in Europa, di poter avere strumenti gratuiti e accessibili di partecipazione alla vita politica", è la premessa del Casaleggio furioso, ma forse anche rassegnato. "Alla luce delle gravi inadempienze e del mancato rispetto degli impegni presi, saremo quindi costretti a ridurre risorse, strumenti e servizi non potendo più sostenere le spese e qualora tali condizioni permangano non sarà più possibile garantire l’infrastruttura organizzativa, amministrativa, tecnologica e comunicativa, nonché la tutela legale e le attività di formazione necessarie per il MoVimento 5 Stelle".

Casaleggio conclude la sua lettera con una stoccata a Crimi: "Credo che nessuno debba essere al di sopra delle regole che ci siamo dati e credo che sia altrettanto importante che nessuno possa anche solo pensare di poterlo essere. Questo dipende da noi e da quanto saremo in grado di essere esempio".

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Questa comunicazione è stata accolta di parlamentari con una scrollata di spalle.

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