La serrata di Davide
Casaleggio spegne Rousseau perché i parlamentari non pagano
Il figlio del fondatore è pronto a portarsi il via il giocattolo che i grillini non amano più. E attacca Crimi: le regole vanno rispettate
Lettera del presidente dell'associazione agli iscritti: da oggi meno servizi sulla piattaforma per colpa dei morosi
Altro che associazione, qui siamo alla dissociazione Rousseau. Anche Davide Casaleggio si arrabbia e spegne la luce. Con una lettera, a mo' di circolare dell'Enel, avvisa tutti gli iscritti della piattaforma digitale del M5s che è pronto ad abbassare il voltaggio. O meglio a diminuire i servizi offerti finora. Perché? "A causa delle protratte e gravi morosità di diversi portavoce del MoVimento 5 Stelle che da troppi mesi hanno deciso di venir meno agli impegni presi, saremo costretti a ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento, in assenza delle entrate previste, non risultano ovviamente più sostenibili", si legge nella lettera.
Altro che associazione, qui siamo alla dissociazione Rousseau. Anche Davide Casaleggio si arrabbia e spegne la luce. Con una lettera, a mo' di circolare dell'Enel, avvisa tutti gli iscritti della piattaforma digitale del M5s che è pronto ad abbassare il voltaggio. O meglio a diminuire i servizi offerti finora. Perché? "A causa delle protratte e gravi morosità di diversi portavoce del MoVimento 5 Stelle che da troppi mesi hanno deciso di venir meno agli impegni presi, saremo costretti a ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento, in assenza delle entrate previste, non risultano ovviamente più sostenibili", si legge nella lettera.
Il primo passo verso il divorzio tra Casaleggio e il M5S, tanto clamoroso, quanto ormai nelle cose? Il figlio di Gianroberto, erede contestato dell'impero grillino, se la prende con i parlamentari che non versano il dovuto. O meglio il promesso. "Come sai, all’atto della candidatura i portavoce del MoVimento 5 Stelle (ad eccezione degli eletti nei Comuni e nei Municipi) hanno sottoscritto l’impegno di versare un piccolo contributo, circa un quarantesimo della propria retribuzione (300 euro), al fine di garantire all’intera comunità del MoVimento 5 Stelle di potersi dotare dei servizi minimi e necessari per il mantenimento di quella che ancora oggi rappresenta la prima forza politica del Paese e soprattutto per poter consentire a tutti gli iscritti, che non rivestono posizioni economicamente e politicamente privilegiate come quelle dei portavoce in Parlamento, in Regione e in Europa, di poter avere strumenti gratuiti e accessibili di partecipazione alla vita politica", è la premessa del Casaleggio furioso, ma forse anche rassegnato. "Alla luce delle gravi inadempienze e del mancato rispetto degli impegni presi, saremo quindi costretti a ridurre risorse, strumenti e servizi non potendo più sostenere le spese e qualora tali condizioni permangano non sarà più possibile garantire l’infrastruttura organizzativa, amministrativa, tecnologica e comunicativa, nonché la tutela legale e le attività di formazione necessarie per il MoVimento 5 Stelle".
Casaleggio conclude la sua lettera con una stoccata a Crimi: "Credo che nessuno debba essere al di sopra delle regole che ci siamo dati e credo che sia altrettanto importante che nessuno possa anche solo pensare di poterlo essere. Questo dipende da noi e da quanto saremo in grado di essere esempio".
Questa comunicazione è stata accolta di parlamentari con una scrollata di spalle.