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“Ha ragione Bettini: Renzi è sveglio. I Ds? Mica male”. Parla Smeriglio

Carmelo Caruso

Per l’ex vice di Zingaretti “il Pd deve fare i conti con la realtà. Siamo al 20 per cento. Servono altre gambe. Tre? Meglio quattro”

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Anche il Pd, come Vito Crimi su Bibbiano, dirà che su Matteo Renzi ha forse esagerato? “Nessuno hai mai negato le sue qualità. All’interno del Pd tutti, compreso io che vivo la mia doppia identità di europarlamentare indipendente, riconoscono il suo valore e lo reputano tra gli attori più svegli sulla scena politica. Tra i suoi meriti c’è quello di aver favorito la nascita del governo. Sarebbe un errore non prenderne atto”.

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Anche il Pd, come Vito Crimi su Bibbiano, dirà che su Matteo Renzi ha forse esagerato? “Nessuno hai mai negato le sue qualità. All’interno del Pd tutti, compreso io che vivo la mia doppia identità di europarlamentare indipendente, riconoscono il suo valore e lo reputano tra gli attori più svegli sulla scena politica. Tra i suoi meriti c’è quello di aver favorito la nascita del governo. Sarebbe un errore non prenderne atto”.

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E Massimiliano Smeriglio, che è stato vicepresidente della Regione Lazio con Nicola Zingaretti, dice che bisognerebbe riconoscere a Goffredo Bettini “un formidabile sforzo di generosità”, perché il suo intervento al Foglio nasce da una sincera preoccupazione che riguarda la tenuta dell’esecutivo minacciato da “sfide che fanno tremare i polsi”. Si riferisce alla scuola che è una grande insidia. “Ma penso anche ai progetti che l’Italia dovrà presentare entro ottobre per ricevere i finanziamenti del Recovery fund. Penso alla necessità di approvare prima possibile una legge elettorale proporzionale per riparare gli effetti del referendum dove, anticipo, io voterò No”.

 

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Sono tutti argomenti sollevati da Bettini, malgrado sia Renzi “l’argomento” di Bettini. “Ma non solo quello …”, precisa. Ha infatti scritto che il leader di Italia viva “ha il talento per progettare un nuovo spazio liberale e moderato” e che questa sarebbe la vera “svolta rispetto al ruolo di picconatore minoritario”. A nome di chi parla Bettini? Lo manda Zingaretti? “Parla come una persona libera senza incarichi particolari e che vanta una amicizia con il segretario. Ma non è il ventriloquo di nessuno”, risponde sempre Smeriglio, che non si accontenta di un centrosinistra a tre gambe: “E se ne avessimo quattro? Non servirebbe forse anche quella ecologista e civica dei sindaci?”.

 

Le tre gambe sono quelle che Bettini immagina: Pd e M5s, e poi la terza che è appunto quella che dovrebbe costruire Renzi per raccogliere i voti di un’area che anche per l’europarlamentare esiste “e che preferirei non chiamare dei moderati dato che in Italia sono una categoria dello spirito, ma semmai liberal democratica”. C’è chi la chiama “riformista”: e infatti l’apertura di Bettini non è stata apprezzata da chi riformista, nel Pd, crede di esserlo. Insomma, non siete più riformisti? Appaltate all’esterno il lavoro? “Il Pd è un partito riformista ma non basta appiccicarsi il nome per esserlo”, aggiunge Smeriglio, che definisce l’intervento di Bettini “uno sforzo intellettuale, parole di un uomo libero che ha investito su pensieri lunghi e sul rapporto con il M5s”.

 

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Difende questo “percorso di avvicinamento” che è culminato con l’esperienza di governo”, ma rivendica soprattutto la sua necessità, quella che lui stesso ha condiviso con Bettini e Dario Franceschini perché “è stata una scommessa vinta. Il M5s è stato costituzionalizzato ed essere riusciti a farlo lo ritengo una medaglia al valore che si può senza dubbio mettere al petto Goffredo”.

 

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Ma significa rinunciare alla vocazione maggioritaria, vecchia ossessione del Pd. E’ possibile dimenticarla? Secondo Smeriglio il Pd ha percentuali importanti ma comunque intorno al venti per cento, e “anche le ambizioni vanno misurate con il principio di realtà”. Carlo Calenda, leader di Azione, che è uomo ambizioso, ha dichiarato che il Pd vuole tornare ai Ds. Ha ragione lui? “Non mi sembra che i Ds fossero tanto male, pur non avendoci mai militato. Lo dico a Carlo di cui apprezzo la vocazione battagliera. La coalizione che disegna Bettini è un campo repubblicano dove ciascuno può presidiare al meglio aree politico culturali. Il M5s si attesterà intorno al 15 per cento. Servirà una riorganizzazione di persone di ‘buona volontà’, ricordando che questo governo e questa coalizione è quella che ha evitato una destra modello Bolsonaro” ragiona l'europarlamentare che invita tutta la sinistra, e il Pd, almeno per una volta, a non dividersi sulle parole di Bettini. Dunque tre gambe? “Ripeto. Meglio quattro. Ringraziamo Goffredo e ricordiamo che il Pd è nelle mani del Pd”.

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