PUBBLICITÁ

C’è un problema di centralità del Parlamento, dicono i riformisti pd

David Allegranti

Camere socchiuse da settimane: “Il blocco del Parlamento sta diventando una vera emergenza democratica”, dice Romano

PUBBLICITÁ

Roma. E’ martedì 21 aprile, c’è Giuseppe Conte in onda che ripete in Parlamento (prima al Senato, poi alla Camera) quello che al mattino ha scritto su Facebook e ognuno, a modo proprio, riscopre il parlamento, socchiuso per emergenza sanitaria da settimane. I leghisti dei “pieni poteri” invocano mandato pieno al parlamento. Il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo dice di aver scritto una lettera insieme agli alleati per avere delle “comunicazioni e non un’informativa del premier Giuseppe Conte perché prima di un vertice europeo”, fissato per domani, “riteniamo sia giusto che il Parlamento dia un atto di indirizzo al governo”. Isabella Rauti di Fratelli d’Italia assicura che “il Parlamento non è un set, ma il luogo del confronto e della democrazia parlamentare”. E insomma fin qui, ci siamo; è persino prevedibile che sovranisti e populisti s’accorgano della centralità del parlamento solo quando sono all’opposizione. La questione è però più ampia. Da giorni s’intravede una certa impazienza per il cosiddetto svilimento del parlamento, subalterno al potere salvifico delle task force. E da giorni s’avverte non tra quelli che spernacchiavano la Costituzione ma con insistenza, nella maggioranza, dentro il Pd. Specie in alcune sue componenti.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


Roma. E’ martedì 21 aprile, c’è Giuseppe Conte in onda che ripete in Parlamento (prima al Senato, poi alla Camera) quello che al mattino ha scritto su Facebook e ognuno, a modo proprio, riscopre il parlamento, socchiuso per emergenza sanitaria da settimane. I leghisti dei “pieni poteri” invocano mandato pieno al parlamento. Il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo dice di aver scritto una lettera insieme agli alleati per avere delle “comunicazioni e non un’informativa del premier Giuseppe Conte perché prima di un vertice europeo”, fissato per domani, “riteniamo sia giusto che il Parlamento dia un atto di indirizzo al governo”. Isabella Rauti di Fratelli d’Italia assicura che “il Parlamento non è un set, ma il luogo del confronto e della democrazia parlamentare”. E insomma fin qui, ci siamo; è persino prevedibile che sovranisti e populisti s’accorgano della centralità del parlamento solo quando sono all’opposizione. La questione è però più ampia. Da giorni s’intravede una certa impazienza per il cosiddetto svilimento del parlamento, subalterno al potere salvifico delle task force. E da giorni s’avverte non tra quelli che spernacchiavano la Costituzione ma con insistenza, nella maggioranza, dentro il Pd. Specie in alcune sue componenti.

PUBBLICITÁ

 

 

PUBBLICITÁ

Base Riformista, la corrente di Lorenzo Guerini e Luca Lotti, già venerdì scorso s’era pronunciata per sottolineare “l’esigenza che l’azione politica del Pd sia sempre più centrale in questa fase, anche come argine a populismi e nazionalismi, nella prospettiva di un rapido ripristino della normale funzionalità parlamentare e istituzionale con l’esplicito obiettivo di rafforzare l’attività del Governo”. Il concetto è stato ribadito ieri dal deputato Stefano Ceccanti, a proposito dell’“aula semivuota” della Camera, “perché ai gruppi è stato detto che debbono limitare le presenze ad un sesto dei componenti, nessun collegamento possibile per gli altri. L’opinione pubblica penserà che si tratti di assenteismo. Dove sono più vive le Tradizioni popolari, dove più in grado di connettersi col Paese da rappresentare? Dove le Tradizioni sono legate all’innovazione o dove sono ibernate nel tradizionalismo?”. La app “Immuni” per dire non potrà essere affidata solo alla bontà della task force ma serve una legge. Dunque un parlamento.

 

Il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio lo ha detto lunedì spiegando che “un terreno tanto delicato, che riguarda i diritti e le libertà costituzionali delle persone, non può essere affrontato esclusivamente con lo strumento dell’ordinanza commissariale. Si deve procedere in fretta e confrontarsi col governo ma come in altri paesi e tenendo conto delle indicazioni del Garante della  Privacy, sulla sicurezza dei dati sensibili delle persone tracciate dall’app è necessario che la materia venga esaminata dalle Camere, con l’auspicio di giungere a una norma condivisa”. L’impressione è che il capogruppo Delrio parli della app soprattutto per intendere altro, come si capisce anche da quello che dice al Foglio Andrea Romano, portavoce di BR, a proposito delle Camere a scartamento ridotto: “Il blocco del Parlamento sta diventando una vera emergenza democratica, e la responsabilità è tutta dei presidenti delle Camere. È inconcepibile che il Parlamento italiano sia ancora costretto a lavorare a ranghi ridotti, senza quelle facoltà di votazioni a distanza che possano conciliare tutela della salute pubblica ed esigenze democratiche, mentre la grandissima parte dei parlamenti democratici (per non parlare del Parlamento europeo) si sta adeguando all’emergenza Covid. Una situazione che da una parte fa da sponda al crescere dei peggiori sentimenti anti politici nel Paese e dall’altra impedisce alla nazione di partecipare appieno al governo dell’emergenza attraverso i suoi rappresentanti democraticamente eletti”. C’è insomma un problema di centralità del parlamento, sorpassato da Facebook durante l’emergenza sanitaria.

Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ