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Antonio Ingroia, il manager "senzatetto"

L'amministratore unico di Sicilia e-servizi non ha un tetto sotto cui dormire nella sua Palermo e neppure un tetto alle spese. Per questo pernotta in hotel extralusso

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Antonio Ingroia è indagato dagli ex colleghi della procura di Palermo per peculato, ma non vuole stare nella parte dell’accusato e passa al contrattacco. L’ex pm della Trattativa, paracadutato nella partecipata regionale Sicilia e-servizi dal presidente Rosario Crocetta dopo la debacle elettorale, è stato interrogato per essersi autoassegnato, in qualità di amministratore unico, un superbonus di risultato da 117 mila euro (a fronte di poche migliaia di euro di utile) e per i ricchi rimborsi per i pernottamenti in hotel extralusso e i pranzi cucinati da chef stellati. Secondo gli inquirenti Ingroia avrebbe intascato 30 mila euro di spese di viaggio, vitto e alloggio, in genere in alberghi a 5 stelle: 2.275 euro il 30 giugno 2014, 1.197 euro il 2 aprile 2015, 2.492 euro a giugno 2015 al Grand hotel Villa Igiea, 615 euro all’Excelsior, 1.293 euro al Centrale Palace hotel e via così, scrive la Repubblica.

 

E sempre a Repubblica, l’ex magistrato anti-mafia rivendica il suo diritto all’hotel a 5 stelle difendendosi con linguaggio anti-casta: “Per massima trasparenza, io stesso ho predisposto un regolamento in cui sono stati fissati tetti di spesa. E a quel regolamento mi sono rigorosamente attenuto”. Ma com’è possibile spendere migliaia e migliaia di euro con un regolamento così rigido scritto dall’amministratore-unico anti-mafia e anti-casta? Quanto è alto questo tetto di spesa? Il “Regolamento missioni e trasferte” della Sicilia e-servizi, scritto personalmente da Antonio Ingroia il 16 aprile 2014, in effetti è molto rigido perché prevede all’articolo 6 – “tipologia e massimali di spesa rimborsabili” – divide il personale in due gruppi: il gruppo B, che include tutto il personale, non può viaggiare in aereo, può alloggiare solo in alberghi a 3 stelle e può spendere massimo 25 euro a pasto; il gruppo A, che include i dirigenti, può invece pernottare in alberghi massimo a 4 stelle e consumare massimo 65 euro a pranzo. Ma com’è possibile allora che il dottor Ingroia dorma in hotel extalusso e spenda migliaia di euro? Perché, sempre all’articolo 6, il regolamento scritto da Ingroia prevede un’eccezione: “E’ ammesso, limitatamente all’Amministratore unico (lo stesso Ingroia, ndr) ed al Direttore generale, il rimborso per categorie alberghiere superiori. Allo stesso modo il regolamento recita all’articolo 2 che “le missioni e le trasferte compiute dall’Amministratore unico (Ingroia, ndr) e dal Direttore generale non sono soggette ad autorizzazione”.

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Secondo il rigidissimo regolamento scritto da Ingroia, l’Amministratore unico può fare quello che gli pare. In pratica Antonio Ingroia è senzatetto. Sia perché l’avvocato palermitano ed ex magistrato della procura di Palermo per oltre 20 anni (ora residente a Roma) non ha un tetto sotto cui dormire nella sua città, sia perché non ha un tetto alle spese. La soluzione quindi prevista dal regolamento per sistemare il “senzatetto” è farlo pernottare al Grand Hotel.

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