L’arte di ammanettarsi da soli, malattia autoimmune a 5 stelle
Se n’è accorto perfino Marco Travaglio, che non è esattamente un nemico delle procure: “I 5 stelle sbagliano”. Il direttore del Fatto quotidiano, ieri, si riferiva “all’inchiesta della procura di Livorno per concorso in bancarotta fraudolenta che, tra 17 indagati, coinvolge anche il sindaco Filippo Nogarin e l’assessore al Bilancio” (grillini entrambi). Per ovvie ragioni temporali, l’articolo di Travaglio non tiene conto dell’avviso di garanzia (abuso d’ufficio) recapitato intanto a Federico Pizzarotti, sindaco pentastellato di Parma già in odore di deviazionismo rispetto all’impostazione massimalista di Beppe Grillo e del clan Casaleggio. La tesi di Travaglio sarebbe anche sensata: “Quindi perché sbaglia il M5s a Livorno? Non perché non fa dimettere Nogarin, ma perché non chiarisce una volta per tutte il proprio Codice etico. E così appare doppiopesista – indulgente coi suoi e giustizialista con gli altri – anche quando non lo è”.
Il sindaco di Livrono Filippo Nogarin (foto LaPresse)
Il suggerimento travagliesco è di stabilire una serie di non-reati eticamente rilevanti esemplificabili sul modello Berlusconi-Olgettine o sui casi del sindaco ex M5s di Quarto (mancata denuncia di un ricatto) e del pd siciliano Crisafulli (foto inopportune con un boss); quanto ai reati veri e propri – premesso che “se un pubblico ufficiale è indagato per reati gravissimi, tipo mafia od omicidio, è meglio che se ne vada” – nel Codice Travaglio si concede che “se invece il fatto non è infamante e il reato è controverso, meglio aspettare almeno la fine delle indagini”. Almeno, dice Travaglio, bordeggiando pericolosamente (per lui) i lidi del codice penale (innocenza fino al terzo grado di giudizio ecc.) se non direttamente del buon senso.
Ecco allora che, dietro le quinte del “doppiopesismo” indicato da Travaglio, si fa largo il sintomo di una schizofrenia cronicizzante, sospesa a metà tra il Codice Davigo (semplificando: i politici sono tutti colpevoli in attesa di essere scoperti) e una generica adesione al principio della presunzione di colpevolezza (copyright Cerasa). Risultato: su queste basi, si scopre che l’unico partito italiano costretto dai 5 stelle a non governare mai sono proprio i 5 stelle, vittime di questa malattia autoimmune prodotta dall’incapacità costitutiva d’incastonare una quota minima di garantismo nella più ampia cornice dell’articolo 54 della Costituzione. E senza contare che, alla prova dei fatti, dal buon Pizzarotti in giù i 5 stelle hanno già sacrificato un’intera prima fila della loro classe dirigente, o presunta tale. Dirigenza acerba, diranno loro. Direzione autolesionistica, dicono appunto i fatti.