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Resistere al partito della graticola. Forza Nogarin

Contro il metodo Davigo applicato al primo cittadino di Livorno. Il garantismo non è un gargarismo. Difesa del sindaco grillino di Livorno che è indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’azienda di raccolta di rifiuti della città.
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Il sindaco 5 stelle di Livorno Filippo Nogarin è indagato nell’ambito dell’inchiesta sull’azienda di raccolta di rifiuti della città, la stessa che ha portato nelle settimane scorse all’iscrizione nel registro degli indagati del suo assessore al bilancio Gianni Lemmetti. Nella stessa inchiesta sono indagati l’ex sindaco pd di Livorno Alessandro Cosimi e amministratori dell’Aamps, l'azienda dei rifiuti partecipata al 100 per cento del Comune.

 

La municipalizzata livornese ha sul groppone decine di milioni di debiti a causa della pessima gestione degli anni precedenti e l’amministrazione Nogarin, non senza errori dovuti all’inesperienza e alla selezione di persone senza competenza, ha intrapreso la strada del concordato preventivo che ha prodotto disagi, dissidi nella maggioranza e scioperi dei netturbini, ma quantomeno evita ulteriori ricapitalizzazioni in una partecipata che brucia soldi dei contribuenti e prepara una ristrutturazione aziendale.

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In questo contesto Nogarin e Lemmetti sono indagati per alcuni atti legati all’approvazione del bilancio, all’assunzione di alcuni precari e all’azzeramento del cda dell’Aamps con l'accusa di falso in bilancio, bancarotta fraudolenta e abuso d’ufficio. In tutti i casi analoghi che hanno riguardato amministratori di altri partiti il M5s ha sempre chiesto le dimissioni e nel caso di Quarto il sindaco Rosa Capuozzo è stato costretto alle dimissioni per molto meno e senza neppure essere indagata. Stavolta l’orientamento è un altro, per ora niente dimissioni. Nogarin ha commentato così sui social network: “Sono fermamente certo di aver sempre agito per il bene dell'azienda e dei livornesi, provando a salvare una situazione disastrosa lasciataci in eredità dal Pd, ma sin d’ora posso ribadire che nel MoVimento 5 Stelle non si aspetta certo una sentenza per dimettersi, perché noi non siamo legati ad alcuna poltrona. Se già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del MoVimento 5 Stelle sono pronto a dimettermi”.

 

Secondo gli standard adottati dai grillini nei confronti dei colleghi di altri partiti indagati anche per Nogarin dovrebbe valere il teorema Davigo e la presunzione di innocenza dovrebbe essere rapidamente sostituita da una più corretta presunzione di colpevolezza (siamo tutti colpevoli fino a prova contraria, no?). Noi però diciamo che sarebbe una brutta cosa se il sindaco di Livorno venisse costretto alle dimissioni dal partito della graticola, da quelli che sostengono che il garantismo è un “inutile gargarismo”. Nogarin è stato eletto democraticamente ed è giusto che venga giudicato nelle urne per come ha amministrato e non nelle piazze per un avviso di garanzia. Sarebbe una bella notizia se anche i grillini si scoprissero sulla loro pelle garantisti, anche perché da queste parti lo eravamo già quando Luigi Di Maio diceva: “Non sono a favore della presunzione d’innocenza per i politici. Se uno è indagato deve lasciare”. Resisti Nogarin.

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