Versace in vendita. Ecco perché non è una sorpresa
Domani verrà annunciato il nuovo proprietario della maison. Il più accreditato è il gruppo Michael Kors. Santo Versace commenta con una battuta: “Non vendo, non sento, non parlo”
“Santo, buongiorno, volevo chiederti..”. “Carissima, mi dispiace: non vendo, non sento, non parlo”. Clic. Segue serie di WhatsApp di scuse con una rosa, le tre scimmiette della tradizione, un cuore. Fino a domattina, quando verrà annunciato il nuovo proprietario della maison Versace, fra i più accreditati, anzi pressoché certi, il gruppo Michael Kors, per Santo Versace e per il resto della famiglia la consegna del silenzio è totale.
Secondo fonti accreditate, i Versace continueranno a detenere una quota, e Donatella Versace manterrà la direzione creativa (la collezione presentata venerdì sera era molto Michael Kors oriented, in effetti: facile e pure un po’ low key, cioè un po’ meno moda e un po’ più mercato del solito); il valore dell’operazione si aggirerebbe sui 2 miliardi di euro, cifra che avrebbe fatto ritirare dalla corsa per la casa della medusa Coach Tapestry e Tiffany (entrambi gruppi di prodotti aspirazionali) e il colosso del lusso dei Pinault, Kering.
Dall’azionariato di Versace uscirà dunque il fondo Blackstone controllato da Stephen Schwarzman, dal febbraio del 2014 e fino a oggi detentore del 29% delle azioni della società che avrebbe dovuto entrare a Piazza Affari ancora nel lontano 1997 e che invece mai vi mise piede, perché a pochi giorni dalla firma, il fondatore Gianni Versace venne assassinato. E qui arriviamo al punto della questione.
Dovevamo accorgercene. Dovevamo accorgerci tutti che l’esposizione mediatica improvvisa di Versace, la colossale sponsorizzazione della mostra “Heavenly bodies” al Metropolitan, dopo anni di relativo silenzio e di campagne tutto sommato contenute, fosse il segno di novità in arrivo. Quando all’improvviso un fondo, solitamente occhiuto e oculato nelle spese in comunicazione, decide di mettere mano pesantemente al portafoglio per promuovere un marchio di cui è azionista da qualche anno, significa che ha deciso di uscirne. E’ stato lo stesso con Twin Set, protagonista di una colossale promozione da parte del fondo Carlyle, adesso accade con Versace. Sulla diversificazione in atto presso il gruppo Michael Kors, che lo scorso anno ha acquisito Jimmy Choo per 1,2 miliardi di dollari, resta da capire se l’obiettivo sia il posizionamento dei nuovi acquisti verso la fascia alta del mercato o quella media che l’imprenditore americano già occupa.
I guardiani del bene presunto