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Il disordine modello Liz Truss è meglio dell’ordine di Xi Jinping

Chi ha scritto al direttore Claudio Cerasa

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Al direttore - “I pacifisti in larga parte, o appartengono a oscure sette religiose o sono semplicemente dei filantropi che rifiutano di accettare la vita com’è e non vanno al di là di questo punto. Eppure c’è una minoranza di intellettuali pacifisti le cui vere – sebbene inconfessate – motivazioni sono l’odio per la democrazia occidentale e l’ammirazione del totalitarismo”. (George Orwell, “Appunti sul nazionalismo”, 1945).
Michele Magno

Le rispondo con un formidabile tweet di Antonio Polito: “Quelli che in Italia vedono fascisti ovunque ma a Mosca e a Teheran no… oh, yes”. 
 


 

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Al direttore - E’ “politicamente corretta” la linea di condotta di un grande sindacato quando si riserva di giudicare – sulla base del suo programma e dei suoi atti – un governo espressione di una maggioranza che ha vinto in modo democratico le elezioni. Ma io trovo un po’ ridondante che Maurizio Landini ripeta da settimane questa giaculatoria tutti i giorni e in ogni occasione gli capiti di parlare. Forse, caro Cerasa, il leader della Cgil penserà che non abbiamo capito i motivi di questa captatio benevolentiae, che si è tradotta in una “legittimazione sociale” del governo di destra (sempre negata dalla Cgil a Silvio Berlusconi). Invece abbiamo capito benissimo.
Giuliano Cazzola


Al direttore - La proposta di Morassut di rinominare il Pd Democratici e basta non è accettabile. Non si può rinunciare alle proprie radici. Che ne dice de I Sinistrati?Un saluto cordiale.
Roberto Alatri

“Noi chic e noi popolari, noi borghesi e noi medio bassi, noi snob, noi ceto medio riflessivo, noi liberal, noi democrat, noi intelligenti e noi stupidi di buona volontà, noi che assistiamo al successo e all’occupazione del potere da parte di ex fascistoni, di spregiudicati voltagabbana, di brutti figuri con il cravattone, il colletto slacciato e l’auto sfacciata, gente che fa il possibile e pure l'impossibile per apparire impresentabile, siamo in grado di fare un onesto esame di coscienza? Di riconoscere dove abbiamo sbagliato?”. Edmondo Berselli, “Sinistrati”.


 

Al direttore - La Russia rischia di scatenare una guerra atomica, la Cina costruisce nuovi campi di concentramento destinati alla minoranza turcofona degli uiguri, la Corea del nord gioca con le bombette nel Mar del Giappone e l’Iran sopisce nel sangue le richieste di libertà da parte del suo popolo. Oggi più che mai è importante schierarsi dalla parte dell’occidente: della Nato, dell’Europa, degli Stati Uniti, di Israele. 
Juri Diego Cherubini


A proposito di nuove ordine mondiale, se così si può dire. Consiglio un interessante Gideon Rachman pubblicato ieri sul Financial Times, che ricorda una cosa che dovrebbe essere ovvia ma che nel recente passato invece non lo è stata. Tema: perché preferire il disordine modello Liz Truss all’ordine modello Xi Jinping. Svolgimento: quando sentite Xi Jinping dire che l’est sta sorgendo mentre l’ovest sta declinando; quando sentite dire ai sostenitori della propaganda cinese che l’ordine di un sistema politico come quello cinese garantisce ai cittadini una prosperità ormai sconosciuta ai cittadini che vivono nel caos della democrazia liberale occidentale; quando sentite i dirigenti occidentali sospirare di invidia per la capacità della Cina di pianificare a lungo termine; quando provate invidia per i cinesi che riescono a costruire alla velocità della luce le infrastrutture che le società occidentali costruiscono alla velocità delle lumache; quando sentite dire tutto questo ricordatevi, dice Rachman, che investire sempre più potere nelle mani di un leader che considera la libertà un lusso di cui si può fare, che considera la democrazia superflua, che considera la repressione parte non negoziabile di un sistema di controllo delle vite degli altri è una formula per avvicinarsi non alla prosperità ma al disastro. Non ci credete, dice Rachman, chiedete ai russi, e capirete perché non c’è pasticcio democratico, come quello inglese, che non sia mille volte preferibile al modello autoritario.

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