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Fuorimano

Il più luccicante reliquiario del mondo. E' l'albero d'oro di Lucignano, 121 anni per realizzarlo

Francesco Stocchi

Tra Siena e Arezzo, in un piccolo borgo medievale, si conserva quest'opera eccentrica, esagerata chiamata albero della vita o dell'amore

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Ci sono opere d’arte realizzate nel tempo di un taglio, altre invece per dimensioni o complessità esecutiva possono occupare l’autore per una vita intera. Il tempo impiegato non deve certamente essere garanzia di qualità, sarebbe cedere a facili manierismi o virtuosità, è però raro trovare un oggetto, in questo caso una reliquia, realizzata nell’arco di 121 anni.

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Ci sono opere d’arte realizzate nel tempo di un taglio, altre invece per dimensioni o complessità esecutiva possono occupare l’autore per una vita intera. Il tempo impiegato non deve certamente essere garanzia di qualità, sarebbe cedere a facili manierismi o virtuosità, è però raro trovare un oggetto, in questo caso una reliquia, realizzata nell’arco di 121 anni.

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Tanta dedizione è facile che sia dedicata ai grandi temi della vita, quali la morte, o come in questo caso l’amore. Su una collina di circa quattrocento metri sorge Lucignano, piccolo borgo medievale della Valdichiana, a metà strada tra Siena e Arezzo. Il centro storico presenta uno degli esempi meglio conservati dell’urbanistica medievale, una pianta ellittica disegnata da strade anulari concentriche. Si entra attraverso porta San Giusto, dalla quale si diramano due strade che presentano la divisione classista di un tempo: su via Roma si susseguono abitazioni piccole e umili, mentre via Matteotti testimonia tutto lo sfarzo delle famiglie nobili con i suoi ricchi edifici rinascimentali.

 

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In una dimensione intima, un’atmosfera a misura d’uomo, quasi cristallizzata nel tempo, dove godersi il fascino del piccolo e del lento, le passeggiate serene per essere speciali non potevano che essere spezzate dalla presenza ingombrante del bello e dell’accecante.

 

Il Museo comunale custodisce gelosamente nella Sala delle udienze un oggetto raro e pregevole: l’unico reliquiario al mondo a forma d’albero, comunemente conosciuto con il nome di  Albero d’oro di Lucignano, oppure  Albero della vita o Albero dell’amore. Oro, vita, amore, sempre di cose preziosissime si tratta, cambia solo il grado di concretezza per enunciarle. Capolavoro d’arte orafa gotica realizzato in ben 121 anni, dal 1350 al 1471, da due orafi della scuola senese-aretina, Ugolino da Vieri e Gabriello D’Antonio con coralli, smalti e cristalli che rendono l’oggetto quasi abbagliante. L’Albero d’oro è alto 2 metri e sessanta ed è composto da un fusto in argento dorato appoggiato su una teca a tempietto gotico a tre piani, a sua volta sorretta da una grande base dorata.

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Dal tronco si sviluppano dodici rami, sei per ogni parte, ricoperti da foglie di vite smaltate e terminanti con piccole teche per reliquie, medaglioni che originariamente contenevano miniature e cristalli di rocca circondati da rami di corallo a simboleggiare il sangue di Gesù.

 

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L’intera opera culmina con un Crocifisso e alla cui sommità vi è un pellicano che si becca il petto, per sfamare i piccoli con il proprio sangue, un gesto che vuole simboleggiare il sacrificio compiuto da Cristo. Questo albero unico, sfavillante, eccentrico e compiutamente esagerato è anche un portafortuna che suggella le promesse d’amore di tutti gli innamorati tanto che, tra gli sposi aretini, è tradizione promettersi fedeltà e amore eterno davanti al reliquiario.

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