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editoriali

La fine della giustizia fiction

Redazione

Basta ai nomi di inchieste con il colpevole incorporato. La svolta Cartabia

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"E’ fatto divieto di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza”. Si tratta dell’articolo 3 del nuovo regolamento in materia di indagini penali depositato due giorni fa alle Camere. Firmato Marta Cartabia. Con poche parole la ministra mette fine alla giustizia come fiction: i nomi con sentenza incorporata tipo “Mafia Capitale” (che poi mafia non fu, come stabilito dalla Cassazione) o “Toghe lucane” by Luigi De Magistris, o “Vipgate”, “Savoiagate”, “Somaliagate”, “P4” e “Vallettopoli” per limitarsi ad alcune by Henry John Woodcock. Passando per “Angeli e dèmoni”, “Bocca di rosa”, “Sotto scacco” e via titolando. Il regolamento stabilisce poi che le conferenze stampa dei procuratori dovranno limitarsi a casi di “particolare rilevanza pubblica dei fatti”, durante le quali il magistrato non dovrà presentare l’indagato come colpevole ma andrà spiegato “il punto al quale è arrivata la verità giudiziaria”.

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"E’ fatto divieto di assegnare ai procedimenti pendenti denominazioni lesive della presunzione di innocenza”. Si tratta dell’articolo 3 del nuovo regolamento in materia di indagini penali depositato due giorni fa alle Camere. Firmato Marta Cartabia. Con poche parole la ministra mette fine alla giustizia come fiction: i nomi con sentenza incorporata tipo “Mafia Capitale” (che poi mafia non fu, come stabilito dalla Cassazione) o “Toghe lucane” by Luigi De Magistris, o “Vipgate”, “Savoiagate”, “Somaliagate”, “P4” e “Vallettopoli” per limitarsi ad alcune by Henry John Woodcock. Passando per “Angeli e dèmoni”, “Bocca di rosa”, “Sotto scacco” e via titolando. Il regolamento stabilisce poi che le conferenze stampa dei procuratori dovranno limitarsi a casi di “particolare rilevanza pubblica dei fatti”, durante le quali il magistrato non dovrà presentare l’indagato come colpevole ma andrà spiegato “il punto al quale è arrivata la verità giudiziaria”.

Addio allora ai titoli con previsione di serie tv incorporata. Dove finisce “Mafia Capitale” e comincia “Suburra”? Dove “Mani pulite” e i vari “1993” e “1994”? Dov’è che il pubblico ministero smette di fare il magistrato e diventa scrittore, sceneggiatore, ospite fisso di talkshow? “La riforma Cartabia è la peggiore di tutte” ha sentenziato Nicola Gratteri a proposito della riforma della prescrizione. Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro, è autore di inchieste dal titolo “Crimine Infinito”, “Columbus”, “Solare”, “Rinascita Scott” è anche saggista (sua una prefazione al libro “Strage di stato. Le verità nascoste della Covid-19” con teorie complottiste, che il magistrato ha ammesso di non aver letto), ma dice che cambiando mestiere sarebbe un intrattenitore. Se dallo spettacolo si tornerà anche nella forma all’articolo 27 della Costituzione (“L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva”) Marta Cartabia potrà al contrario essere considerata la migliore dei ministri della Giustizia.

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