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Europa Ore 7

Quanto è seria l'Ue su Gazprom e Nord Stream 2?

L'Ue rinnova le sanzioni alla Russia per l'Ucraina e Putin non vede ragione di dialogare ulteriormente con l'occidente. Borrell respinge l'accusa di assenza dell'Ue; investitori che chiedono di escludere il gas dalla tassonomia; con Johnson in trincea occhio alla Brexit 

David Carretta

Borrell ha lanciato una sorta di ultimatum. “Il funzionamento di questa infrastruttura dipenderà dallo sviluppo degli eventi in Ucraina e dall'attitudine della Russia”

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Margrethe Vestager e Josep Borrell ieri hanno evocato la possibilità di multare Gazprom e di bloccare il gasdotto Nord Stream 2, in quelle che sono state finora le dichiarazioni più chiare da parte della Commissione sulla possibile reazione dell'Unione europea all'escalation della tensione con la Russia sull'aumento dei prezzi del gas e sulle minacce all'Ucraina. Ma quanto fa sul serio l'Ue su Gazprom e Nord Stream 2? L'interrogativo è legittimo e la risposta potrebbe essere decisiva per le prossime mosse di Vladimir Putin, nel momento in cui gli stati membri dell'Ue devono decidere sulle “sanzioni massicce” che hanno promesso in caso di ulteriore aggressione all'Ucraina. Alcuni stati membri esitano di fronte alla prospettiva di adottare misure restrittive serie nei settori energetico e finanziario. Dal nuovo governo di Olaf Scholz arrivano segnali di continuità con la politica di Angela Merkel. “Non dobbiamo trascinare (Nord Stream 2) in questo conflitto", ha detto il ministro tedesco della Difesa, Christine Lambrecht, in un'intervista alla Rbb.

 

Lunedì a Berlino era stato il segretario generale della Spd, Kevin Kuehnert, a cercare di proteggere Nord Stream 2. “A un certo punto dobbiamo lasciarci (la disputa) alle spalle”, ha detto Keuhnert. La linea della Spd – influenzata ancora dall'ex cancelliere Gerhard Schroeder, diventato presidente del consorzio Nord Stream e di Rosneft – è analoga a quella di Angela Merkel: è un progetto commerciale, non politico. In un'intervista a Reuters, Kuehnert ha spiegato che non si deve mescolare Nord Stream 2 ai conflitti politici o sui diritti umani con la Russia. Lambrecht, anche lei della Spd, ha ribadito lo stesso concetto prima della riunione informale dei ministri della Difesa dell'Ue di ieri. “Dobbiamo risolvere questo conflitto e dobbiamo risolverlo con negoziati. Questa è l'opportunità che abbiamo al momento e dobbiamo usarla invece di fare un nesso con progetti che non hanno connessioni con questo conflitto”, ha detto Lambrecht. Insomma, per la Spd c'è da difendere Nord Stream 2. Non solo il Congresso americano minaccia sanzioni contro il gasdotto. L'Amministrazione Biden è tornata a farsi sentire con il sottosegretario di Stato, Victoria Nuland, che ha detto che il governo Scholz ha "confermato l'accordo che avevamo con il precedente governo (Merkel) rispetto a ciò che accade a Nord Stream 2: è sospeso se la Russia aggredisce l'Ucraina".
 

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Al termine della riunione con i ministri della Difesa, interrogato in conferenza stampa, Borrell inizialmente è sembrato sposare la linea tedesca. “Questo è un investimento privato fatto da un consorzio di imprese (…), è finita, ma dipende dalla certificazione del regolatore”, ha spiegato l'Alto rappresentante: “Come Commissione abbiamo detto più volte che questa non è un'infrastruttura che consideriamo prioritaria, perché non contribuisce all'autonomia strategica dell'Europa. Ma la Commissione non può vietare che qualcuno costruisca un'infrastruttura se lo fa secondo le regole”. Poi, all'improvviso, Borrell ha lanciato una sorta di ultimatum. “Il funzionamento di questa infrastruttura dipenderà dallo sviluppo degli eventi in Ucraina e dall'attitudine della Russia”, ha avvertito l'Alto rappresentante: “Non si può pensare che con una mano imponiamo sanzioni se necessario e con l'altra apriamo l'infrastruttura”. Per Borrell, l'avvio di Nord Stream 2 è “sicuramente legato alla situazione in Ucraina. E' ovvio: se tutto va bene, c'è de-escalation e non accade nulla, allora toccherà al regolatore decidere se questa infrastruttura può funzionare oppure no”.
 

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La Commissione può far male alla Russia usando anche con l'arma dell'antitrust. In questo caso la crisi è quella dell'aumento dei prezzi dell'energia. Mosca è accusata di utilizzare l'arma del gas per soffiare sul fuoco delle tensioni geopolitiche con l'Europa. Da mesi la Polonia e il Parlamento europeo chiedono alla Commissione di indagare su quanto sta facendo Gazprom nel mercato del gas. Il colosso russo rispetta i contratti, ma rifiuta richieste di forniture aggiuntive e sta lasciando svuotare i suoi impianti di stoccaggio in Europa. Margrethe Vestager ieri ha lanciato il primo vero avvertimento a Gazprom. “Fa pensare che un'impresa di fronte alla crescente domanda limiti le forniture. Questo è un comportamento abbastanza raro nel mercato”, ha detto la vicepresidente della Commissione, sottolineando che Gazprom non ha ancora risposto a un questionario. “Aspettiamo la risposta con impazienza”, ha detto Vestager, spiegando che l'antitrust considera la questione dei prezzi dell'energia “come una priorità”.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di venerdì 14 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

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L'Ue rinnova le sanzioni alla Russia per l'Ucraina - Il Consiglio dell'Ue ieri ha rinnovato per altri sei mesi le sanzioni imposte alla Russia dal luglio del 2014 per la situazione in Ucraina. Le misure restrittive toccano i settori finanziario, militare e energetico. Le sanzioni limitano l'accesso ai mercati dei capitali primari e secondari dell'Ue da parte di talune banche e società russe, impongono il divieto di esportazione e di importazione di armi e di beni a duplice uso (a scopi civili e militari) e limitano l'accesso russo a determinati servizi e tecnologie sensibili che possono essere utilizzati per la produzione e la prospezione del petrolio.
 

Putin non vede ragione di dialogare ulteriormente con l'Occidente - I colloqui con gli Stati Uniti e la Nato a Ginevra e Bruxelles sono stati “infruttuosi” e “questo è negativo”, ha detto ieri il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov. La Russia non sembra intenzionata a proseguire le discussioni. Dopo il rigetto da parte di Stati Uniti e Nato delle richieste di Mosca sullo stop a ulteriori allargamenti della Nato, il vice ministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, ha spiegato che “non ci sono basi per sedersi (al tavolo) nei prossimi giorni, riunirci di nuovo e iniziare queste stesse discussioni”. L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ieri ha rigettato la responsabilità sulla Russia. “E' evidente sin dall'inizio che le proposte della Russia erano inaccettabili. Non bisogna essere un genio della diplomazia per saperlo”, ha spiegato Borrell prima di una riunione informale con i ministri degli Esteri dei 27 a Brest. Secondo il francese Jean-Yves Le Drian, “Se la volontà della Russia è tornare a Yalta - perché la razionalità delle due proposte sul tavolo è tornare a una logica di blocchi e a prima del 1990 - non è accettabile per noi”. Ma se “c'è la volontà di costruire qualcosa di altro, allora discutiamo”, ha detto Le Drian. Borrell ha ammesso che non sarà facile trovare “un punto di equilibrio”.
 

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Borrell respinge l'accusa di assenza dell'Ue - Le accuse di un'Ue irrilevante rispetto ai negoziati tra Stati Uniti e Russia sull'Ucraina e l'architettura di sicurezza europea “non hanno molti fondamenti”, ha detto ieri Borrell, prima della riunione con i ministri degli Esteri dei 27. “La Russia scrive agli Usa e alla Nato ed è normale che rispondano i destinatari della lettera”, ha spiegato Borrell. “Il coordinamento con gli Stati Uniti è stato eccellente. Meglio che mai. Ci sono stati più di un centinaio di contatti tra l'Europa e gli Stati Uniti”, ha detto l'Alto rappresentante, accusando la Russia di “voler dividere” l'occidente. “E' un gioco per dividerci. E gli Usa non giocheranno questo gioco”.
 

Ci sarà una terza bozza della Bussola strategica - Non c'è ancora accordo tra i 27 sullo “Strategic compass” (la cosiddetta “Bussola strategica), che dovrebbe servire da base per il rafforzamento della politica di difesa e sicurezza dell'Ue, ma Borrell si è detto “ottimista” su un'intesa entro il Consiglio europeo di marzo. “Sapevamo dall'inizio che è una questione polemica, perché tra i 27 abbiamo una visione diversa sul ruolo dell'Ue nel mondo”, ha spiegato Borrell dopo una riunione “jumbo” con i ministri degli Esteri e della Difesa dei 27. “Continuano ad esserci divergenze su questioni che fanno riferimento ai rapporti transatlantici”, ha spiegato Borrell: “Ci sarà una terza versione” della Bussola strategica “per fare in modo che ci sia un consenso sulle questioni ancora contenziose”. L'Alto rappresentante ha sottolineato che la forza di dispiegamento rapido (che dovrebbe coinvolgere fino a 5 mila soldati) non è rimessa in discussione. “Nessuno dei cambiamenti riguarda la capacità di dispiegamento rapido”, ha detto Borrell: “Sarei sorpreso se ci fosse un inconveniente all'ultimo momento”. Secondo l'Alto rappresentante, “l'attitudine russa di voler rivedere l'architettura di sicurezza in Europa spinge gli stati europei a prendere sul serio le questioni di difesa e sicurezza”.
 

Investitori con 50 trilioni di euro chiedono di escludere il gas dalla tassonomia - L'Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC), un gruppo di investitori che rappresenta 50 trilioni di euro, ha scritto una lettera aperta agli stati membri e ai deputati europei chiedendo di escludere il gas fossile dalla tassonomia dell'Ue. L'IIGCC riunisce oltre 370 membri in una coalizione di fondi pensioni e asset managers. Nella lettera aperta avverte che considerare il gas come un investimento sostenibile - come intende fare la Commissione - rischia di canalizzare capitali verso attività che non sono compatibili con gli obiettivi climatici dell'Ue. L'inclusione del gas è considerata dall'IIGCC come "ingannevole". Il gruppo accusa la Commissione di "compromettere gravemente lo status dell'Europa come  leader globale nella finanza sostenibili, con il rischio di innescare una corsa al ribasso che potrebbe diluire il livello di ambizione climatiche" a livello globale.
 

L'Eurogruppo chiederà spiegazioni all'Italia sulla mancata ratifica del Mes - Ricordate la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, che aveva appassionato l'Italia alla fine del 2019, mettendo a rischio il governo Conte 2, per l'opposizione di Lega, Fratelli d'Italia e Movimento 5 stelle a un nuovo trattato per il fondo salva-stati? La telenovela non è finita, malgrado il fatto che il nuovo trattato sia stato firmato. Lunedì l'Eurogruppo chiederà al ministro dell'Economia, Daniele Franco, perché il Parlamento italiano non ha ancora ratificato il trattato che trasforma il Mes nella rete di sicurezza (backstop) del fondo di risoluzione unico delle banche, un passo essenziale per completare l'unione bancaria. L'Italia e la Germania sono gli unici due paesi che non lo hanno fatto. Ma Berlino è giustificata: è la Corte costituzionale di Karlsruhe a tenere in sospeso la ratifica. “Per l'Italia “discuteremo quali sono le ragioni” del ritardo, ci ha detto una fonte dell'Eurogruppo. La risposta è semplice: vista l'opposizione di Lega, FdI e M5s, in Parlamento non ci sono i numeri per la ratifica.
 

Il promemoria amichevole di Donohoe all'Italia sul Mes - Il presidente dell'Eurogruppo, Pascal Donohoe, dovrebbe “sottolineare l'importanza della riforma del Mes e del backstop comune per la resilienza della zona euro e l'importanza di onorare gli impegni politici dal punto di vista della credibilità e della nostra cooperazione”, ci ha detto la fonte dell'Eurogruppo. Per il momento, “non ci sono conseguenze pratiche” per il backstop, dato che Berlino non può completare la ratifica. L'Eurogruppo ha “piena fiducia nella capacità delle autorità italiane di onorare i loro impegni politici”. Quello di Donohoe sarà dunque un “promemoria amichevole”. Ma “vogliamo essere sicuri” che, quando la Germania avrà ratificato, “non ci saranno più ostacoli sulla strada”, ci ha detto la fonte.
 

Vestager apre alle prime compensazioni per Ita Airways - La vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, ieri ha annunciato la decisione di vietare la fusione tra i due più importanti costruttori di navi sudcoreani, Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering e Hyundai Heavy Industries Holdings. L'operazione da 2 miliardi di dollari avrebbe portato a una posizione dominante e ridotto la concorrenza nel mercato mondiale della costruzione di grandi navi di gas naturale liquefatto (Lng). Durante la conferenza stampa, abbiamo approfittato per chiedere a Vestager della situazione di Ita Airways, che nei primi due mesi di operatività ha incassato metà di quanto previsto dal piano industriale, in parte a causa della pandemia. “Ita non è Alitalia” altrimenti “sarebbe responsabile” per gli aiuti illegali ricevuti dalla vecchia compagnia, ci ha risposto Vestager. “Le società che soffrono per le restrizioni Covid imposte dai governi possono ottenere compensazioni”, ha aggiunto Vestager. Ovviamente toccherebbe a Ita rivolgersi al governo italiano per ottenere eventuali compensazioni e al governo italiano decidere se concederle. Se accadesse, anche con la NewCo, le vecchie abitudini da Alitalia non scomparirebbero.
 

La Commissione contro Lufthansa sui voli vuoti - La Commissione europea ieri ha accusato Lufthansa di usare la questione dei voli vuoti per mantenere gli slot come scusa per cancellare voli che non considera redditizi dal punto di vista commerciale. “È una decisione commerciale”, ha detto ieri un portavoce della Commissione: “non si può dire che c’è necessità di tenere in aria voli vuoti per le regole dell'Ue”. Le regole europee introdotte durante la pandemia prevedono che la soglia per mantenere i diritti di decollo e atterraggio sia del 50 per cento rispetto agli slot di una compagnia. Inoltre sono previste ulteriori eccezioni, in caso di forza maggiore, come l'introduzione di lockdown o di divieti di ingresso. Lufthansa attualmente usa il 61% dei suoi slot. I 18 mila voli indicati dalla compagnia per fare campagna per la modifica degli slot rappresentano il 5 per cento dei diritti di decollo e atterraggio. Ma, In realtà, “non ci sono prove che i 18mila voli fossero vuoti. Ciò che ha detto Lufthansa è che per loro non erano necessari”, ci ha detto una fonte della Commissione: “Lufthansa ha cancellato fino a un terzo dei suoi voli per i quali avevano venduto biglietti. perché riteneva che i voli non fossero redditizi”.
 

Costernazione tra i funzionari per l'email di Welle su Sassoli - Ieri abbiamo svelato la scandalosa email con cui il segretario generale del Parlamento europeo, Klaus Welle, ha ufficialmente informato il personale dell'istituzione del decesso di David Sassoli. L'oggetto dell'email, inviata solo nel pomeriggio di martedì, era il rinvio della Giornata dell'innovazione, perché Sassoli doveva essere il principale oratore. Ieri abbiamo ricevuto diversi messaggi (con richiesta di anonimato) di funzionari scandalizzati per l'email di Welle. “Quando l'ho letta, non potevo crederci”, ci ha scritto uno di loro. “Il decesso di Sassoli è stato annunciato da un'email del gruppo socialista. Niente dall'istituzione”, ci ha detto un altro. “Martedì l'amministrazione del Parlamento non è stata nemmeno in grado di organizzare un breve momento di commemorazione. Quello che c'è stato sulla piazza del Parlamento è stato improvvisato su iniziativa dei socialisti”, ci ha spiegato un terzo.
 

Un Parlamento europeo alla deriva con il segretario generale Welle? - Il malessere dentro il Parlamento nei confronti di Welle è sempre più grande, non solo per la gestione del decesso di Sassoli. Alcuni deputati e funzionari ritengono che il Parlamento sia alla deriva sotto la guida del suo attuale segretario generale. Altri si lamentano che l'istituzione sia sempre più irrilevante. Welle, tedesco espressione del Ppe, è considerato onnipotente. Più importante dell'elezione del prossimo presidente – nel voto del 18 gennaio la maltese del Ppe, Roberta Metsola, è la favorita – è la partita che si gioca attorno al segretario generale. I gruppi socialista e liberale sono pronti ad aprirla?
 

Il programma della cerimonia per Sassoli a Strasburgo - David Sassoli sarà ricordato dal Parlamento europeo durante una cerimonia in apertura della prossima sessione plenaria, lunedì 17 gennaio. La cerimonia sarà presieduta dalla presidente ad interim Roberta Metsola e inizierà con la proiezione di un breve video su Sassoli. Sarà Enrico Letta, segretario del Pd ed ex presidente del Consiglio italiano, a fare un elogio funebre, seguito da un intermezzo musicale della violoncellista Anne Gastinel. Successivamente, prenderanno la parola il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il presidente francese Emmanuel Macron, seguiti dai leader dei gruppi politici. La cerimonia si concluderà con l'inno europeo (l'Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven).
 

Un torturatore di Assad condannato all'ergastolo in Germania - Anwar Raslan, ex colonnello dei servizi segreti siriani con un ruolo di primo piano nella repressione condotta da Bashar al-Assad e accusato della morte di molti prigionieri e di migliaia di casi di tortura, ieri è stato condannato all'ergastolo in Germania per crimini contro l'umanità. La Suprema corte regionale di Coblenza si è espressa sulla base del principio, applicato dalla giustizia tedesca, della giurisdizione universale. Sul Foglio Daniele Raineri che è una sentenza storica: un principio di civiltà con riflessi su come vediamo la violenza.
 

Con Johnson in trincea occhio alla Brexit - In un editoriale il Foglio spiega che, dopo le scuse di mercoledì alla Camera dei Comuni per il party a Downing Street durante il lockdown, Boris Johnson è in trincea: alcuni conservatori rivoltosi vogliono cacciare subito il premier, ma per ora tra i Tories prevalgono gli attendisti. A Bruxelles c'è un certo nervosismo. Quando le cose gli vanno male in patria, Johnson ha l'abitudine di usare la Brexit per spingere i Tories a fare quadrato dietro di lui. Ieri ci sono stati i primi negoziati diretti tra il ministro degli Esteri, Liz Truss, e il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, sul Protocollo irlandese dell'accordo Brexit. I colloqui si concluderanno oggi. Il timore di alcuni diplomatici europei è che Johnson decida di attivare l'articolo 16 del Protocollo per sospenderne l'applicazione.

 


Accade oggi in Europa

– Presidenza francese del Consiglio dell'Ue: riunione informale dei ministri degli Esteri (a Brest)

– Consiglio: riunione del Coreper

– Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde alla Conferenza degli organismi parlamentari specializzati negli affari comunitari (Cosac)

– Eurostat: indice dei prezzi degli immobili nel terzo trimestre del 2021; dati sul commercio internazionale di beni a novembre del 2021

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