Europa Ore 7

L'Ue in lutto per la scomparsa di David Sassoli

Zanni confermato presidente del gruppo Identità e democrazia; Le Pen contro Draghi; il partygate di Johnson. L'Ungheria al voto il 3 aprile nel referendum su Orbán, il quale sostiene Tokayev. Macron sostiene la tassonomia

David Carretta

L'avventura del presidente del Parlamento europeo era iniziata il 3 luglio del 2019; in due anni e mezzo, il suo europeismo gentile e appassionato ha conquistato tutti. Verrà ricordato con una cerimonia il 17 gennaio, all'apertura della prossima sessione plenaria a Strasburgo

L'Unione europea ieri ha perso un europeista gentile e appassionato con la scomparsa di David Sassoli, ad appena una settimana dalla fine del suo mandato di presidente del Parlamento europeo. Nato a Firenze il 30 maggio del 1956, Sassoli è deceduto poco dopo l'una del mattino al Centro di riferimento oncologico di Aviano, dove era stato ricoverato il 26 dicembre a causa di una grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario. Sul Foglio abbiamo ricordato Sassoli con le parole di Sassoli.

 

Giornalista, Sassoli era entrato in politica con il Partito democratico nel 2009, quando venne eletto deputato europeo con più di 400 mila voti di preferenza. Dieci anni fa aveva subito un intervento di trapianto di midollo per un mieloma, che lo aveva costretto a restare lontano da Bruxelles e Strasburgo per diversi mesi. Sempre sul Foglio, Salvatore Merlo descrive Sassoli come una canzone di Zucchero: sempre e solo una sana e consapevole libidine. A settembre del 2021 era stato ricoverato d'urgenza a Strasburgo a seguito di una polmonite provocata dal batterio della legionella. Dopo un'assenza di quasi due mesi, a novembre era tornato al Parlamento europeo con l'ambizione di essere rieletto per un altro mandato nella seconda metà della legislatura. Nonostante la sua combattività, era stato costretto a rinunciare per la mancanza di un accordo tra i grandi gruppi che sostengono la Commissione di Ursula von der Leyen.

 

L'avventura di Sassoli sullo scranno del Parlamento europeo era iniziata il 3 luglio del 2019, quando venne eletto quasi per caso, a seguito di una rivolta democratica contro il tentativo dei capi di stato e di governo di imporre dall'alto il nome dell'ex premier socialista bulgaro, Sergei Stanishev. Considerato come uno sconosciuto dai vertici delle istituzioni dell'Ue, all'epoca Sassoli era guardato con sospetto da alcuni leader dell'Ue. Come spieghiamo sul Foglio, in due anni e mezzo, l'europeismo gentile di Sassoli ha conquistato tutti. Ieri tutti o quasi i leader dell'Ue e dei suoi stati membri gli hanno reso omaggio. Ecco alcuni degli interventi più significativi.

 

Paolo Gentiloni: "David Sassoli ci ha lasciato. Una notizia terribile per tutti noi in Italia e in Europa. Ricorderemo la tua figura di leader democratico e europeista. Eri un uomo limpido, generoso, allegro, popolare. Un abbraccio alla famiglia. Riposa in pace".

 

Frans Timmermans: “David Sassoli, presidente del Parlamento europeo e caro amico, è morto. Sono senza parole. La sua gentilezza era un'ispirazione per tutti quelli che lo hanno conosciuto. Le mie sincere condoglianze alla sua famiglia e ai suoi amici. Addio amico mio”.

 

Ursula von der Leyen: “È un giorno triste per l'Europa. Oggi la nostra Unione perde un convinto europeista, un sincero democratico, e un uomo buono. David Sassoli era un uomo di fede profonda e forti convinzioni. Amato da tutti per il suo sorriso e la gentilezza, sapeva anche combattere per ciò in cui credeva. Nel 1989, quando cadde il muro, era a Berlino tra i giovani europei. E da allora si è sempre schierato dalla parte della democrazia e per un'Europa unita. In oltre dieci anni di servizio al Parlamento europeo, ha difeso strenuamente l'Unione e i suoi valori. Ma credeva anche che l'Europa dovesse essere più ambiziosa. Voleva un'Europa più unita, più vicina alle persone, più fedele ai suoi valori. È questa la sua eredità”.

 

Charles Michel: “David Sassoli era un grande europeo, appassionato, sincero, generoso e autentico. Ha contributo in modo competente, intelligente e elegante a forgiare decisioni importanti per l'Ue. Sono triste e commosso per la notizia della scomparsa di Sassoli. Europeo sincero e appassionato, ci manca già il suo calore umano, la sua generosità, la sua cordialità e il suo sorriso”.

 

Emmanuel Macron: "Alla guida del Parlamento europeo dal 2019, David Sassoli ha portato alto l'impegno per i nostri valori democratici, conducendo con talento e passione i dibattiti della nostra agorà. La nostra Unione perde l'uomo che è stato al contempo un patriota italiano, un grande europeista e un instancabile umanista".

 

Olaf Scholz: "Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di David Sassoli. L'Europa perde un presidente del Parlamento europeo impegnato, l'Italia perde un politico brillante e la Germania perde un buon amico".

 

Manfred Weber: "Ho sempre visto Sassoli come una persona che voleva superare le divisioni e sostenere allo stesso tempo le sue idee e aveva capito che l'Europa era importante per l'Italia, ma anche che l'Italia era importante per l'Europa. Per noi è un giorno molto triste”.

 

Alexis Tsipras: "La morte improvvisa di David Sassoli è una perdita terribile per l'Europa e l'Italia. Un amico della Grecia, con una visione progressista per l'Europa sociale, che si è battuto per un Parlamento europeo forte".

 

Michel Barnier: "David Sassoli ha presieduto il Parlamento europeo con autorevolezza e tolleranza. È stato un democratico illuminato e non dimenticherò mai la sua amichevole fiducia nei negoziati per la Brexit".

 

Il Parlamento europeo ricorderà Sassoli con una cerimonia il 17 gennaio, all'apertura della prossima sessione plenaria a Strasburgo. Sarà il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, a pronunciare il discorso ufficiale di commemorazione. Il giorno dopo i deputati inizieranno a votare per eleggere il successore di Sassoli, il cui mandato sarebbe scaduto il 17 gennaio. La grande favorita è la maltese del Ppe, Roberta Metsola, che ieri ha scritto questo messaggio: “Ho il cuore a pezzi. L'Europa ha perso un leader. Ho perso un amico. La democrazia ha perso un campione. David Sassoli ha dedicato la sua vita a rendere il mondo un posto migliore e più giusto”.

 


Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di mercoledì 12 gennaio, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.


 

Zanni confermato presidente del gruppo Identità e democrazia - A proposito di Parlamento europeo, Marco Zanni ieri è stato confermato presidente del gruppo Identità e democrazia. L'esponente della Lega è stato eletto per acclamazione dai deputati delle dieci delegazioni (Austria, Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca) che compongono il gruppo di estrema destra.  "Ringrazio i colleghi per la fiducia e per l'attestato di stima. Massimo e immutato impegno per portare avanti le istanze dei cittadini nelle istituzioni europee, per un'Europa più giusta e più vicina alle esigenze della gente”, ha detto Zanni in una nota.

 

Marine Le Pen contro Mario Draghi - Sul Foglio Mauro Zanon intervista Marine Le Pen e la candidata del Rassemblement National alle elezioni presidenziali in Francia lancia un attacco diretto a Mario Draghi. Secondo Le Pen, Draghi fa il bene delle banche e non dei popoli. L'alleata di Matteo Salvini  nell'Ue critica l'Italia che, contrariamente alla Francia si è ritagliata una bella fetta del Recovery fund. Le Pen è convinta che sarà lei a diventare presidente e spiega di non temere Eric Zemmour, che fa copia incolla del suo programma in materia di immigrazione e sicurezza.

 

Un altro partygate colpisce Boris Johnson - Nel Regno Unito un altro partygate colpisce il primo ministro, Boris Johnson. “Portatevi l'alcol da casa” è la frase di un'email di invito a una delle feste a Downing Street durante il lockdown. Sul Foglio Paola Peduzzi spiega tutti i dettagli: Johnson avrebbe potuto chiudere la faccenda fin da subito, ammettendo il fatto che queste feste ci fossero state e scusandosi anche, e invece ha negato e sono guai. E molti iniziano a chiedere: quanto costa una bugia tanto evitabile? E se il premier mente su queste cose, che ne è della credibilità delle misure sanitarie prese dal governo?

 

L'Ungheria al voto il 3 aprile nel referendum su Orbán - Il presidente ungherese, Janos Ader, ieri ha annunciato che le elezioni legislative si terranno domenica 3 aprile. Dopo mesi di suspense, finalmente si conosce la data del referendum su Viktor Orbán. Da quando la coalizione dell'opposizione unita ha scelto Péter Márki-Zay come suo candidato unico, alcuni sondaggi danno il Fidesz di Orbán indietro nelle intenzioni di voto. Ma il primo ministro ungherese intende usare ogni mezzo per restare al potere. Oltre ad aver adottato una legge che facilita il voto delle minoranze ungheresi in altri paesi, il 3 aprile si terrà anche il cosiddetto “referendum popolare sulla protezione dei bambini”, cioè la legge anti Lgbt adottata dal parlamento ungherese lo scorso anno e oggetto di una procedura di infrazione lanciata dalla Commissione europea.

 

In Kazakhstan Orbán sostiene Tokayev - Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, ieri ha chiamato il presidente kazako, Kassym-Jomart Tokayev, per esprimere la sua solidarietà al leader che ha sparato sulla folla. Secondo Orbán, la rivolta è "un tentativo per rovesciare l'ordine costituzionale e un attacco ben coordinato contro lo stesso stato kazako". In un editoriale Il Foglio spiega che come al solito Orbán sceglie la strada opposta a quella dell'Ue e la più lontana dai valori europei. Il suo sostegno a un autocrate violento e golpista dimostra quanto è necessario vigilare sulle elezioni in Ungheria.

 

Macron fa lo struzzo sui colloqui Usa-Russia - Il presidente francese, Emmanuel Macron, ieri ha fatto finta di non sentire le critiche internazionali per l'assenza dell'Unione europea dai colloqui tra gli Stati Uniti e la Russia sull'Ucraina e l'architettura di sicurezza in Europa. Con la Russia “difendiamo un approccio europeo che combini fermezza e canali di dialogo”, ha detto Macron in una conferenza stampa con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. “L'Europa dal primo giorno è coinvolta nella risoluzione del conflitto ucraino con il formato Normandia e gli accordi di Minsk”, ha detto Macron. Quando al “re-impegno americano su questa questione o altro è una cosa positiva”. Secondo Macron, “quando si tratta della sicurezza dell'Europa, tocca all'Europa parlare. Su controllo degli armamenti in Europa, vicinato europeo, le sue frontiere, missili che possono toccare il suolo europeo, se queste questioni fossero discusse, tocca all'Europa, alle sue istituzioni e ai suoi stati membri, in particolare quelli con più capacità come la Francia, di essere attorno al tavolo e parlare per sé stessi”. Peccato che, oggi a Bruxelles, l'Ue non sarà seduta al tavolo della Nato per il secondo round delle discussioni con la Russia dopo quello con gli Stati Uniti a Ginevra lunedì.

 

Anche Michel e von der Leyen nascondono la testa sotto la sabbia - Durante la conferenza stampa con Macron, interrogato sull'assenza dell'Ue, Michel si è limitato a dire che dentro il Consiglio europeo “cresce la consapevolezza della necessità di coordinarsi e agire insieme per difendere la stabilità e la sicurezza”. Anche la Commissione sembra soprassedere. Il collegio dei commissari oggi si riunirà in un seminario per discutere delle relazioni Ue-Africa e di agenda digitale. Interrogato sul perché non si parli dell'assenza dell'Ue dal tavolo tra Stati Uniti e Russia, il portavoce della Commissione ci ha risposto così: “La presidente e il collegio non hanno atteso il seminario per evocare a diverse riprese la situazione in Ucraina e, in modo più generale, lo stato delle nostre relazioni con la Russia”. Secondo il portavoce, “l'Europa è presente attraverso i suoi stati membri, che sono molto numerosi a sedere nella Nato e nell'Osce”.

 

Europol contesta il garante della privacy sulla cancellazione dei dati - L'ordine del Garante europeo della protezione dei dati di cancellare i dati di individui di cui non sia provato un legame con un crimine conservati oltre sei mesi “avrà un impatto sulle capacità” di Europol, ha detto la stessa agenzia in un comunicato. Secondo Europol, i dati che potrebbero essere cancellati sono “di proprietà degli stati membri dell'Ue e dei partner operativi” e “comprendono, tra gli altri, informazioni sul terrorismo, la criminalità informatica, il traffico internazionale di droga e gli abusi sui minori”. Si annuncia un lungo braccio di ferro. Europol ha annunciato che, prima di cancellare i dati, si rimetterà alla decisione del suo consiglio di amministrazione e valuterà la decisione del Garante e le sue potenziali conseguenze per il mandato dell'agenzia”.

 

Per l'Ema Omicron non è ancora endemico, ma quasi - Con la variante Omicron “il virus sta diventando più endemico, ma non possiamo ancora dire di essere in quella fase. Il virus si comporta ancora come un virus pandemico”, ha detto ieri Marco Cavaleri, il capo della strategia vaccinale dell'Agenzia europea dei medicinali (Ema). Secondo Cavaleri, con l'aumento dei contagi e delle persone immunizzate “si aprono nuovi scenari”. Lo stesso Cavaleri ha annunciato che il via libera dell'Ema a vaccini adattati alla variante Omicron potrebbe arrivare “in aprile-maggio”.

 

Macron sostiene la tassonomia della Commissione - Sull'inserimento di nucleare e gas nella tassonomia del Green deal “ci possono essere differenze ma è lo spirito di compromesso che ci permette di avanzare. Le proposte della Commissione sono buone”, ha detto ieri Emmanuel Macron. Il presidente francese non ha esitato a rimbrottare le critiche che vengono dalla Germania e da altri paesi europei, sottolineando la dimensione strategica del nucleare. “Il riconoscimento del nucleare come fonte a basse emissioni è molto importante ed è coerente in termini di durabilità e di sovranità. Per uscire dal carbone, si utilizza il gas o il nucleare. E l'Europa non ha gas”.

 

Il 25 per cento dell'elettricità nell'Ue dal nucleare - Nel 2020 le centrali nucleari in 13 stati membri hanno generato 683.512 GWh di elettricità, cioè quasi il 25 per cento della produzione totale nell'Ue, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. La Francia è il primo produttore dell'Ue (52 per cento del totale), seguita da Germania (9 per cento), Spagna (9 per cento) e Svezia (7 per cento). All'inizio del 2020, nei 13 stati membri con capacità nucleari c'erano 109 reattori operativi. Nel corso dell'anno, tre reattori sono stati chiusi (due in Francia e uno in Svezia). Il governo tedesco ha deciso di chiudere due centrali il 31 dicembre del 2021. La Francia è il paese che si affida di più al nucleare, con il 67 per cento dell'elettricità prodotta nel 2020, seguita da Slovacchia (54 per cento), Ungheria (46 per cento), Bulgaria (41 per cento), Belgio (39 per cento), Slovenia (38 per cento), Repubblica ceca (37 per cento), Finlandia (34 per cento), Svezia (30 per cento), Spagna (22 per cento), Romania (21 per cento), Germania (11 per cento) e Paesi Bassi (3 per cento).

 


Accade oggi in Europa

– Presidenza francese del Consiglio dell'Ue: riunione informale dei ministri della Difesa (a Brest)

– Nato: incontro del Consiglio Nato-Russia e conferenza stampa del segretario generale, Jens Stoltenberg

– Consiglio europeo: discorso del presidente Michel alla conferenza annuale della Banca europea degli investimenti

– Commissione: seminario del collegio dei commissari dedicato ai rapporti Ue-Africa e all'agenda digitale

– Consiglio: riunione del Coreper

– Eurostat: produzione industriale di novembre del 2021