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Europa Ore 7

L'Ue vuole fare sul serio in politica estera?

David Carretta

La Bielorussia appare come un “caso test” per l'Ue per due ragioni. Primo, le sanzioni annunciate ieri sono state coordinate con Stati Uniti, Regno Unito e Canada, che a loro volta hanno adottato nuove misure restrittive. Il secondo test riguarda la capacità dell'Ue di essere più assertiva con Mosca e Pechino

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L'Unione europea ha deciso di fare sul serio in politica estera? A giudicare dalla serie di sanzioni che i 27 hanno deciso di imporre al regime di Alexander Lukashenka in Bielorussia, sembra che l'Ue abbia l'intenzione di mostrare un po' di più i suoi muscoli nel mondo. Il Consiglio Affari esteri ha formalizzato l'adozione del quarto pacchetto di misure restrittive contro funzionari e imprese del regime, in risposta alla repressione contro l'opposizione e il dirottamento in maggio del volo Ryanair per arrestare il giornalista Raman Pratasevich. Nella lista nera sono stati inseriti 76 individui (compresi il figlio e la nuora di Lukashenka) e 4 entità. L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha annunciato che potrebbe esserci “un quinto pacchetto”. Ma le vere sanzioni sono quelle a venire: le misure mirate per colpire i settori dell'economia vitali per il regime Lukashenka. Durante il Consiglio europeo di giovedì e venerdì dovrebbero essere annunciate. La lista è seria: divieto di importazione di fertilizzanti di potassio, di tabacco, e di alcuni prodotti petroliferi; interdizione di prestiti allo stato o a istituzioni finanziarie pubbliche; stretta su altri prodotti finanziari; rafforzamento dell'embargo sulle armi; stop alle esportazioni di materiale che potrebbe essere usato per spiare l'opposizione.

La Bielorussia appare come un “caso test” per l'Ue per due ragioni. Primo, le sanzioni annunciate ieri sono state coordinate con Stati Uniti, Regno Unito e Canada, che a loro volta hanno adottato nuove misure restrittive. “Siamo uniti per imporre costi al regime per le sue palesi violazioni degli impegni internazionali”, hanno detto i quattro in un comunicato. In un editoriale il Foglio spiega che i costi da imporre al regime di Lukashenka si stanno trasformando in un esperimento della capacità dell'occidente di tornare a lavorare insieme contro i regimi autoritari. Dopo la campagna di reclutamento del presidente americano, Joe Biden, durante i vertici del G7, della Nato e con l'Ue, bisognerà verificare se la coalizione delle democrazie saprà lavorare in modo compatto anche con Russia e Cina, dove gli europei hanno interessi economici molto più significativi rispetto alla Bielorussia.

Il secondo test – per l'appunto – riguarda la capacità dell'Ue di essere più assertiva con Mosca e Pechino. Il prossimo banco di prova è la discussione al Consiglio europeo di giovedì e venerdì sulle relazioni con la Russia, dopo che la Commissione ha proposto di passare da una politica reattiva a una politica proattiva per rispondere alle violazioni russe del diritto internazionali e per proteggere gli interessi europei.

Per ora l'unica cosa certa è che l'Ue fa sul serio con i dittatori piccoli o lontani. Ieri i ministri degli Esteri hanno anche annunciato un terzo round di sanzioni contro il regime in Birmania per il colpo di stato di inizio febbraio. Nella lista nera dell'Ue sono stati inseriti 8 individui, 3 entità economiche e l'organizzazione dei veterani di guerra. Tra i funzionari colpiti dalle sanzioni dell'Ue ci sono ministri e vice-ministri, così come il procuratore generale. Le tre entità economiche nel mirino dell'Ue dimostra la volontà di colpire il portafoglio dei militari: si tratta della Myanmar Gems Enterprise che gestisce le licenze e la vendita di giada e pietre preziose, la Myanma Timber Enterprise che ha i diritti esclusivi sulla produzione e sull'esportazione di legname e la Forest Products Joint Venture Corporation Limited che opera nel settore della trasformazione di teak e legno duro.

Infine, i ministri degli Esteri dell'Ue hanno deciso di usare la minaccia di sanzioni anche per cercare di fare in modo che non vengano deragliate le elezioni in Libia. Ieri il Consiglio dell'Ue ha modificato la decisione che serve da base giuridica per imporre misure restrittive in Libia per darsi la possibilità di sanzionare chi danneggia il processo elettorale. "Il Consiglio ha deciso che era necessario chiarire che i criteri per l'imposizione di misure restrittive include anche le persone e le entità che ostacolano o minano le elezioni previste nella Road Map del forum del dialogo politico libico", ha detto l'Ue.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di martedì 22 giugno, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Il “Recovery tour” di von der Leyen arriva in Italia - E' il grande giorno per l'Italia: Ursula von der Leyen oggi sarà a Roma per consegnare nelle mani di Mario Draghi il via libera al piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrebbe sbloccare gli oltre 200 miliardi del Recovery fund. Secondo le indiscrezioni raccolte dall'Ansa, la pagella sarà positiva. L'Italia (come tutti gli altri paesi i cui piani sono stati finora approvati) otterrà dieci voti “A” e un solo “B” (sui costi). Secondo la Commissione, il piano italiano "contribuisce ad affrontare in modo soddisfacente" le raccomandazioni specifiche dell'Ue, ha scritto l'Ansa: il Pnrr è "ben allineato" al green deal con il 37 per cento delle misure indirizzate alla transizione climatica, mentre il 25 cento è destinato al digitale. Se ci sarà il via libera del Consiglio Ecofin a luglio, l'Italia dovrebbe ricevere un prefinanziamento di circa 25 miliardi nel corso dell'estate. Ma quel che conta di più sarà verificare nei documenti di oggi i “target” e le “milestones” su riforme e investimenti, dalla cui realizzazione dipenderanno i successivi esborsi. Nel suo NextGenerationEu, von der Leyen oggi farà tappa anche in Germania e Lettonia.

La Commissione ha approvato i piani di Recovery di Austria e Slovacchia - Ursula von der Leyen ieri è stata in Austria e in Slovacchia per consegnare nelle mani del cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, e del primo ministro slovacco, Eduard Heger, il via libera della Commissione ai rispetti piani nazioanali di ripresa e resilienza. Le due pagelle sono identiche a quelle consegnate finora agli altri paesi: 10 voti “A” su 11 indicatori e nessun “C”. L'unico “B” riguarda sempre il capitolo dei costi. Il piano austriaco prevede 59 misure: 27 riforme e 32 investimenti che saranno finanziati solo con le sovvenzioni (3,5 miliardi di euro), perché Vienna non chiederà prestiti. Il 59 per cento dei fondi andrà alla transizione green, il 53 per cento a quella digitale (l'incongruenza dei numeri è motivata dalle risorse aggiuntive a quelle dell'Ue che l'Austria ha deciso di investire). Il piano slovacco prevede 116 misure: 58 riforme e 58 investimenti che saranno finanziati solo con le sovvenzioni (6,3 miliardi). Il 43 per cento dei fondi andrà alla transizione ambientale, il 21 per cento a quella digitale.

Ungheria e Polonia di nuovo sul banco degli imputati al Consiglio - Dopo oltre un anno e mezzo, i ministri per gli Affari europei oggi torneranno a interrogare Ungheria e Polonia sulle violazioni dello stato di diritto sulla base della procedura prevista dall'articolo 7 del trattato. All'ordine del giorno del Consiglio Affari generali a Lussemburgo sono previste le audizioni dei ministri polacco e ungherese, che erano state interrotte durante tutta la pandemia per l'impossibilità di tenere riunioni fisiche. In entrambi i paesi c'è stata un'ulteriore deriva sullo stato di diritto. Diversi stati membri hanno intenzione di contestare alla Polonia le riforme della giustizia e il mancato rispetto delle sentenze della Corte di giustizia dell'Ue in questo settore. Altri intendono criticare l'Ungheria per la recente legge adottata dal Parlamento di Budapest che vieta la diffusione di qualunque materiale informativo sull’orientamento sessuale o sull'identità di genere nelle scuole e verso i minori di 18 anni. Gli altri temi nell'agenda del Consiglio Affari generali sono la preparazione del Consiglio europeo di giovedì e venerdì, il processo di allargamento, la Conferenza sul futuro dell'Europa e le relazioni tra Ue e Svizzera dopo la decisione del governo di Berna di abbandonare i negoziati su un accordo istituzionale per gestire le relazioni.

E' tempo di iniziare a pensare di donare AstraZeneca - L'Unione europea continua la sua rincorsa per recuperare il terreno sugli Stati Uniti nella sua campagna di vaccinazione. Secondo l'ultimo conteggio della Commissione, gli Stati membri hanno somministrato 325,1 milioni di dosi su 385 milioni consegnate. In termini assoluti il dato è superiore a quello americano, ma occorrerà attendere ancora cinque settimane per poter arrivare agli stessi risultati rispetto alla popolazione e parlare effettivamente di sorpasso. Sul Foglio Luciano Capone spiega che con queste cifre - e dato che buona parte degli over-60 sono stati vaccinati - l'Italia e l'Ue farebbero bene a iniziare a organizzare la donazione dei vaccini AstraZeneca (gli stati membri ne aspettano ancora 220 milioni entro la fine dell'anno). Tanto più che ieri, l'Amministrazione Biden ha annunciato ritardi sul suo piano di donare 80 milioni di dosi di AstraZeneca in ritardo.

In Svezia cade il governo Löfven - Il Parlamento svedese ieri ha sfiduciato il primo ministro, Stefan Löfven, piombando il paese in una crisi politica che potrebbe portare alle prime elezioni anticipate dal 1958. La caduta di Löfven è stata provocata dalla decisione del partito della Sinistra, che aveva garantito il suo appoggio esterno al governo, di sostenere una mozione di sfiducia presentata dall'opposizione per la decisione del primo ministro di andare avanti con i piani di riformare gli affitti regolamentati. Con 181 voti a favore della mozione, 109 contrari e 51 astensioni, questa è stata anche la prima volta nella storia della Svezia che un primo ministro è stato sconfitto in un voto di fiducia. Durante una conferenza stampa ieri, Löfven ha annunciato che farà un ultimo tentativo di verificare se è possibile formare una nuova coalizione prima di andare elezioni anticipate. "Il governo ora ha una settimana per decidere e terremo discussioni con i nostri partiti", ha detto Löfven: "E' importante ciò che è meglio per il paese". Se Löfven dovesse scegliere la strada delle elezioni anticipate, per Costituzione la Svezia dovrebbe comunque tornare alle urne l'11 settembre del 2022 alla fine naturale della legislatura.

In Germania l'Unione Cdu-Csu presenta un programma di continuità - I leader della Cdu e della Csu, Armin Laschet e Markus Söder, ieri hanno firmato il loro manifesto elettorale dal titolo "Il programma per la stabilità e il rinnovamento: insieme per una Germania moderna". Ma, come spiega Il Foglio in un editoriale, quello presentato ieri dal candidato alla cancelleria della Cdu-Csu appare soprattutto un programma di continuità con Angela Merkel. "Forniamo sicurezza e coesione in tempi di cambiamento", ha detto Laschet. A Bruxelles si è guardato soprattutto al Recovery fund che deve essere una “una tantum” (niente debito comune permanente). A Berlino l'attenzione era incentrata soprattutto sulla questione climatica, per capire quanto sarà facile o difficile formare una coalizione nero-verde. "Abbiamo costantemente combinato la protezione del clima con la forza economica e la sicurezza sociale", ha detto Laschet. Secondo Söder, la Cdu-Csu può "fare politica climatica senza i Verdi. Possiamo farlo da soli". Il problema è che con gli attuali sondaggi l'Unione non può governare da sola e, a meno di fare una coalizione con social-democratici e liberali, non potrà fare a meno dei Verdi. Da segnalare anche l'intervista che Laschet ha rilasciato al Financial Times: il candidato della Cdu-Csu chiede di cooperare con la Cina e non intende rimettere in discussione Nord Stream 2.

In Spagna Sánchez concede l'indulto agli indipendentisti catalani - Il primo ministro, Pedro Sánchez, ieri ha annunciato l'indulto per i nove leader indipendentisti catalani condannati a lunghe pene detentive per l'organizzazione del referendum illegale del 2017, tra cui l'ex vicepresidente della Catalogna Oriol Junqueras. In un editoriale Il Foglio spiega che è un atto politico che il governo socialista non poteva evitare. Sánchez non lo poteva evitare per motivi aritmetici (al suo esecutivo serve l'appoggio in Parlamento degli indipendentisti catalani). E non lo poteva evitare perché, quantomeno fuori dalla Spagna, è chiaro quasi a tutti come non sia possibile che in un paese europeo i leader politici di partiti votatissimi scontino fino alla fine delle condanne così severe per aver tentato di organizzare una secessione pacifica, ancorché illegale. C'è anche un costo politico che il premier socialista rischia di pagare, in un clima di escalation nazionalista nei ranghi dell'opposizione. La tregua catalana almeno ha un vantaggio per Sánchez. 'indulto cambia i rapporti dentro il campo indipendentista in Catalogna: la Esquerra Republicana di Junqueras è più forte rispetto a Junts, la formazione conservatrice dell'ex presidente Carles Puigdemont.

La Corte dei Conti boccia la Pac sul clima - I finanziamenti agricoli dell'Ue per l'azione per il clima non hanno contribuito a ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’agricoltura, secondo un rapporto speciale pubblicato ieri dalla Corte dei Conti dell'Ue. I giudici contabili hanno constatato che, nonostante un quarto di tutta la spesa agricola dell'Ue nel periodo 2014‑2020 (più di 100 miliardi di euro) sia stato destinato alla mitigazione dei cambiamenti climatici, è dal 2010 che le emissioni di gas a effetto serra prodotte dall’agricoltura non diminuiscono. Secondo la Corte dei Conti, la maggior parte delle misure finanziate dalla Politica agricola comune (Pac) ha infatti limitate potenzialità ai fini della mitigazione dei cambiamenti climatici e la PAC non incentiva l’adozione di pratiche efficaci rispettose dell’ambiente. Tra i vari casi analizzati nel rapporto c'è quello dell'allevamento di bestiame, che rappresenta circa metà delle emissioni in agricoltura (di cui due terzi causati dai bovini). La Corte dei Conti ha evidenziato il fatto che la Pac non cerca di limitare il numero di capi di bestiame, né fornisce incentivi per una loro riduzione. Inoltre, le misure di mercato della Pac, come la promozione dei prodotti di origine animale, contribuiscono a mantenere le emissioni di gas a effetto serra invece che a ridurle.

EuroNomine - Il Consiglio ieri ha nominato tre nuovi rappresentanti speciali dell'Ue. L'italiana Emanuela Del Re è stata scelta come rappresentante speciale per il Sahel, la finlandese Terhi Hakala per l'Asia centrale e la tedesca Annette Weber per il Corno d'Africa. Il mandato dei tre nuovi rappresentanti speciali inizia l'1 luglio 2021. Nel caso di Del Re e Weber termina il 30 agosto 2022, mentre per Hakala si conclude il 28 febbraio 2023.

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Accade oggi in Europa

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- Consiglio Affari generali

- Commissione: la presidente von der Leyen in Italia per l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

- Commissione: la presidente von der Leyen in Lettonia per l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

- Commissione: la presidente von der Leyen in Germania per l'approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza

- Consiglio: riunione informale dei ministri della Pubblica amministrazione

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- Consiglio: riunione ministeriale Ue-Usa su Giustizia e Affari interni

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- Parlamento europeo: lancio ufficiale del Premio per il giornalismo Daphne Caruana Galizia (presso il Press Club Brussels Europe)

- Commissione: il vicepresidente Timmermans riceve Sviatlana Tsikhanouskaya, leader dell'opposizione in Bielorussia

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- Commissione: il vicepresidente Timmermans partecipa a un vento del Centre for EUropean Reform sulla Diplomazia climatica e il pacchetto Fit for 55

- Commissione: il vicepresidente Dombrovskis partecipa all'evento "Day of Industry TDI 2021"

- Commissione: l'Alto rappresentante Borrell partecipa al dialogo di alto livello sui 25 anni dell'Asem

- Commissione: la commissaria Gabriel partecipa all'incontro dei ministri dell'Istruzione del G20

- Commissione: il commissario Schmit partecipa alla riunione del G20 dei ministri del Lavoro a Catania

- Commissione: discorso del commissario Breton alla Giornata dello spazio dell'Esa

- Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla responsabilità di piattaforme come YouTube e Uploaded per la messa in linea illegale di opere protette da copyright; sentenza sulle sanzioni contro il Venezuela

- Consiglio: conferenza intergovernativa sull'adesione con Serbia e Montenegro

- Comitato economico e sociale: incontro sull'impatto della crisi Covid-19 sulla comunità Rom

- Eurostat: livelli dei prezzi nel 2020; dati sulle persone fuori dalla forza lavoro nel 2020

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