Europa Ore 7

L'Europa senza il pilota tedesco

Oggi c'è il vertice europeo in teleconferenza, partecipa anche Biden. Ma il problema oggi è che le elezioni tedesche condizioneranno molto le politiche europee. Lo vediamo già su due temi: Sputnik e il divieto alle esportazioni dei vaccini

David Carretta

Non vedersi di persona, come accadeva con i Consigli europei dell'era pre-pandemia, rende le cose molto più complicate. Non ci sono quel senso di complicità tra leader e quello spazio per gli incontri a due, a tre o a quattro che servono per fare compromessi, a volte difficili ma sempre utili

Nel primo pomeriggio di oggi i capi di stato e di governo si ritroveranno per l'ennesimo Vertice in teleconferenza per discutere di Covid-19, restrizioni e vaccini, Turchia, digitale. Si collegherà anche Joe Biden. Non vedersi di persona, come accadeva con i Consigli europei dell'era pre-pandemia, rende le cose molto più complicate. Non ci sono quel senso di complicità tra leader e quello spazio per gli incontri a due, a tre o a quattro che servono per fare compromessi, a volte difficili ma sempre per il bene comune. Ma questa volta l'Unione europea ha un problema in più: in un anno elettorale, che culminerà a settembre con le elezioni per rinnovare il Bundestag, la Germania è senza pilota. E senza un pilota in Germania, anche l'Ue si ritrova senza pilota in un momento delicato in cui deve gestire le difficoltà sui vaccini e fare grandi scelte come sulla Cina.

Oggi è giovedì e sul Foglio c'è la rubrica “EuPorn - il lato sexy dell'Europa”, che è la sorella maggiore di questa newsletter. Paola Peduzzi e Micol Flammini spiegano tutto quello che c'è da sapere sul Vertice in teleconferenza attorno a una domanda centrale: quanta autonomia serve all'Ue ora che c'è Biden? In videoconferenza o ai margini delle connessioni via Zoom (anche se in realtà il sistema utilizzato dai leader è diverso) si discute molto di Cina, di export di vaccini e di dosi da ridistribuire ai paesi che hanno scommesso sulla società farmaceutica sbagliata. Ci sono anche i dettagli del tema del giorno, dopo le rivelazioni della Stampa ieri: le 29 milioni di dosi AstraZeneca dentro uno stabilimento ad Anagni.

Merkel ieri ha incarnato il senso dello smarrimento interno tedesco. "L'errore è mio è soltanto mio, me ne prendo tutta la responsabilità e chiedo scusa ai cittadini per la confusione e l'incertezza che questo errore ha causato", ha detto la cancelliera dopo aver fatto retromarcia su un lockdown “duro” per la pausa pasquale. Dietro alla lucida ammissione (e dimostrazione di leadership con l'assunzione della responsabilità) della cancelliera tedesca ci sono pressioni molto insistenti della sua Cdu, dei governatori dei Lander, dell'opposizione e dei sondaggi elettorali. In un editoriale il Foglio spiega che la transizione del post Merkel è cominciata e incertezza, rivalità, ripicche hanno il sopravvento. Ma questo non vale soltanto per la Germania: tutta la politica europea sarà condizionata nei prossimi mesi dalla priorità elettorale del governo Merkel. Succede sempre così, ancor più ora che c'è da gestire una transizione tanto epocale. Ma non è una buona notizia per l’Ue.

L'assenza del pilota tedesco si vede su due temi. Sputnik è quello più marginale: la Germania intende chiedere formalmente alla Commissione di iniziare a discutere per un acquisto comune del vaccino russo. Ma la Commissione e diversi altri stati membri non intendono lasciarsi trascinare sulla strada di Sputnik. "Abbiamo una procedura interna all'Ue che passa per l'Ema. Tutti i vaccini accettati da Ema dovrebbero essere disponibili e se dobbiamo usarli li useremo", ci ha spiegato un diplomatico di uno stato membro. "Ma la produzione di vaccini già acquistati nel secondo trimestre sarà raddoppiata e nel terzo trimestre sarà moltiplicata. Se Sputnik dovesse passare la procedura dell'Ema, e ci vorrà tempo, non avrà nessun impatto in termini di produzione sul secondo trimestre e nemmeno sul terzo trimestre. E alla fine del terzo trimestre le dosi che avremo saranno più che sufficienti per vaccinare tutti gli europei", ha detto il diplomatico.

Più problematica è l'assenza del pilota tedesco sul meccanismo di controllo delle esportazioni. Ieri la Commissione di Ursula von der Leyen ha dato una nuova stretta introducendo tre variabili per bloccare l'export: "reciprocità" (i paesi dove si producono vaccini o ingredienti devono esportarli per poter ricevere dosi dall’Ue), "proporzionalità" (tenuto conto della situazione epidemiologica e del tasso di vaccinazione del paese destinatario delle dosi prodotte nell'Ue) e "sicurezza degli approvvigionamenti" (le forniture complessive a prescindere dalla società farmaceutica. Tradotto: “teoricamente è possibile” vietare le esportazioni di Pfizer-BioNTech anche se rispetta gli impegni contrattuali, ha detto un alto funzionario della Commissione. Nel mirino c'è il Regno Unito. Ciò che vuole l'Ue è “condividere” i tagli delle forniture, ci ha spiegato un ambasciatore dei 27: se AstraZeneca riduce le consegne dell'80 per cento all'Ue, ci deve essere una riduzione analoga per il Regno Unito. Ieri la Commissione e il governo di Boris Johnson hanno pubblicato una dichiarazione congiunta per dire che “continueranno le discussioni” sulla cooperazione sui vaccini. La tensione è calata. Ma un “deal” ancora non c’è.

L'intenzione di von der Leyen può essere buona. La Cdu tedesca spinge per calcare la mano sulle esportazioni. Ma c'è un rischio. Diversi paesi dell'Ue hanno dubbi e temono che l’effetto del controllo delle esportazioni sia controproducente. “Gli stati membri hanno delle visioni divergenti” e alcuni “sono prudenti sull’applicazione di questo meccanismo”, ci ha spiegato una fonte dell'Ue. Paesi Bassi, Belgio e Irlanda sono nel campo degli scettici. Anche la Germania, che fa i conti con BioNTech, è prudente per via dell’interdipendenza delle catene di approvvigionamento. “Avere un bastone può andare bene, ma usarlo può portare a una soluzione perdente per tutti”, ci ha detto un ambasciatore dei 27: sui vaccini l'Ue non “ha raggiunto l'autonomia strategica e, finché non l’abbiamo, raggiunta dobbiamo essere molto cauti”.

Buongiorno! Sono David Carretta e questa è Europa Ore 7 di giovedì 25 marzo, realizzato con Paola Peduzzi e Micol Flammini, grazie a una partnership con il Parlamento europeo.

Il Parlamento europeo non si farà intimidire dalla Cina - “Le sanzioni della Cina nei confronti di cinque nostri colleghi e della sottocommissione per i diritti umani del Parlamento europeo colpiscono la nostra Assemblea per il fatto di essere stata al fianco delle vittime di violazioni e abusi dei diritti umani, per aver difeso la libertà di espressione e per aver esercitato il ruolo di controllo democratico”, ha detto ieri il presidente dello stesso Parlamento europeo, David Sassoli, aprendo la sessione plenaria. “Il Parlamento è e continuerà ad essere un convinto difensore dei diritti umani, nell'Ue e nel mondo. I diritti umani sono universali e inalienabili e sono al centro dei valori europei. Non saremo mai messi a tacere da coloro che si sentono minacciati dalla nostra istituzione e cercano di punire i deputati democraticamente eletti per aver espresso le proprie opinioni”, ha detto Sassoli: il Parlamento non è intimidito e continuerà a difendere i diritti umani e lo stato di diritto. La Cina è stata al centro delle discussioni di ieri tra il segretario di Stato, Antony Blinken, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e l'Alto rappresentante, Josep Borrell.

Nella bozza del Vertice entra lo stato di diritto in Turchia - Nell'ultima bozza del Vertice in teleconferenza alla fine è stato inserito un breve passaggio in cui si evoca la deriva interna di recep Tayyip Erdogan, dopo le minacce al partito di opposizione Hdp, il licenziamento del governatore della banca centrale e l'uscita dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. "Lo stato di diritto e i diritti fondamentali rimangono una preoccupazione chiave. Il dialogo su queste questioni rimane una parte integrale delle relazioni Ue-Turchia". Un po' poco rispetto alle offerte su unione doganale e finanziamenti per i rifugiati che i leader intendono fare a Erdogan.
 

In Italia il 55 per cento di vaccinati entro fine giugno - Alla fine di giugno, sulla base delle forniture previste dall'Unione europea, in Italia potrà essere già vaccinato il 55 per cento della popolazione adulta, lo stesso livello di Francia e Spagna, ma meno di Danimarca, Paesi Bassi, Germania e Svezia. La stima è contenuta in un documento riservato del Comitato direttivo (Steering committee) dell'Ue sulla strategia europea sui vaccini, di cui siamo entrati in possesso, nel momento i cui i 27 stanno discutendo una possibile soluzione per cercare di rispondere alla richiesta di un gruppo di paesi che hanno sbagliato scommessa negli ordinativi di dosi puntando su AstraZeneca. Tutti i dettagli sono sul Foglio con una domanda: perché il governo di Giuseppe Conte non aveva approfittato della possibilità di recuperare i vaccini snobbati dagli altri?

Al via il mega comitato direttivo della CoFoE - I lavori della Conferenza sul futuro dell'Europa - l'acronimo bruxelles è CoFoe - sono iniziati formalmente ieri con la riunione costitutiva del comitato esecutivo che dirigerà i lavori due settimane dopo la firma della dichiarazione comune per istituire il nuovo organismo. Nella riunione è stato raggiunto un accordo su alcuni elementi logistici, come la partenza di una piattaforma digitale multilingue per far dibattere i cittadini. SI è discusso anche del lancio formale della Conferenza il 9 maggio a Strasburgo e dell'organizzazione della prima plenaria il 10 di maggio, se le condizioni sanitarie lo consentiranno.

Nessun italiano nel comitato esecutivo della CoFoE - Nonostante l'interesse segnalato prima dal governo Conte e ora dal governo Draghi, non c'è nessun italiano nel comitato esecutivo della Conferenza sul futuro dell'Europa. I co-presidenti del comitato esecutivo sono Guy Verhofstadt per il Parlamento europeo, Ana Paula Zacarias per la presidenza del Consiglio e Dubravka Šuica per la Commissione. Gli altri membri sono Manfred Weber e Iratxe García Pérez per il Parlamento, i ministri sloveno Gasper Dovzan e francese Clément Beaune per il Consiglio e i commissari Maroš Šefčovič e Věra Jourová per la Commissione. Nessun italiano nemmeno tra gli osservatori delle istituzioni. Il Parlamento ha scelto Gerolf Annemans, Daniel Freund , Zdzisław Krasnodębski e Helmut Scholz. Il Consiglio ha nominato Milena Hrdinková, Hans Dahlgren, Juan González-Barba Perae e Sophie Wilmès. L'unico italiano osservatore è Luca Visentini per la Confederazione dei sindacati europei.

Le domande di asilo ai minimi dal 2013 - Il numero di richieste di asilo registrate nell'Ue nel 2020 è sceso a 416.600, con un calo del 34 per cento rispetto al 2019 e un livello del 21 per cento inferiore al 2014, prima del picco del 2015 e 2016, secondo i dati pubblicati ieri da Eurostat. La Germania è in testa alla classifica dei paesi che hanno ricevuto più richieste di protezione internazionali con 102.500, seguita da Spagna 86.400, Francia (81.800) e Grecia (37.900). L'Italia è scivolata al quinto posto con 21.200 richieste di asilo, in calo rispetto ai 35.000 del 2019. A livello di Ue, i siriani rimangono la prima nazionalità dei richiedenti asilo (15 per cento), seguiti da afgani (11 per cento), venezuelani (7 per cento) e colombiani (7 per cento).

Il Tribunale dell'Ue difende Lego sui mattoncini - Il Tribunale dell'Unione Europea ha annullato una decisione dell'Ufficio europeo sulla proprietà intellettuale (Euipo) che aveva dichiarato nullo un disegno e modello di un mattoncino di un set di giochi da costruzione della Lego. Secondo i giudici di Lussemburgo, in una domanda di dichiarazione di nullità della società tedesca Delta Sport Handelskontor, l’Euipo non ha né esaminato se fosse pertinente applicare l'eccezione invocata dalla società Lego, né preso in considerazione tutte le caratteristiche dell'aspetto del mattoncino.

Altri 13 miliardi per Sure - La Commissione ieri ha emesso altri 13 miliardi di titoli Sure, il meccanismo con cui aiuta gli stati membri a finanziare strumenti come la cassa integrazione. Una emissione di 8 miliardi a scadenza marzo 2026 è stata collocata con un rendimento negativo di -0,488 per cento. Il titolo a più lunga scadenza - 25 anni - per un valore di 5 miliardi è stato collocato con un rendimento dello 0.476 per cento.

La fiducia dei consumatori rimbalza - A marzo la fiducia dei consumatori è migliorata significativamente sia nell'Ue (+3.6 punti) sia nella zona euro (+4,0 punti) rispetto a febbraio, secondo la stima flash della Commissione. A quota -12,1 punti per l'Ue e -10,8 punti per la zona euro, l'indice è vicino alla sua media di lungo periodo di -10,6 per l'Ue e -11,1 per la zona euro.

EuroNomine - Il collegio dei commissari ha nominato l'irlandese Barbara Nolan a capo della rappresentanza della Commissione a Dublino.

 

Accade oggi in Europa

- Consiglio europeo

- Parlamento europeo: mini sessione plenaria (dibattiti sulla strategia europea per i dati e l'allargamento ai Balcani)

- Parlamento europeo: conferenza stampa del presidente Sassoli dopo il suo intervento al Consiglio europeo

- Commissione: conferenza stampa del commissario Wojciechowski sul piano di azione per lo sviluppo del settore biologico

- Commissione: conferenza stampa della commissaria Gabriel su Erasmus+ nel 2021-27

- Commissione: discorso del commissario Gentiloni a un webinar sull'economia del cambiamento climatico

- Bce: pubblicazione del bollettino economico

- Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattito con il vicepresidente della Commissione Dombrovskis)

- Eurostat: dati sul commercio internazionali di beni nel 2020; dati sulle migrazioni e la popolazione di migranti nel 2019

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