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Strategie

Il Sánchez innamorato tiene in bilico la Spagna (anche se le accuse a sua moglie sono labili)

Guido De Franceschi

Tra le ipotesi più accreditate, quella di un colpo di teatro dal sapore passivo aggressivo. L'obiettivo? Aggregare solidarietà da parte degli alleati potenzialmente infedeli

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La Spagna si interroga sul significato della “lettera ai cittadini” che, a las siete y nueve minutos de la tarde di mercoledì, il premier socialista Pedro Sánchez ha diffuso attraverso il suo account X. E, in attesa del 29 aprile, il giorno in cui il capo del governo svelerà se ritiene che valga ancora la pena, per lui, di rimanere alla guida del governo dopo che un giudice ha aperto un’indagine preliminare sulla moglie Begoña Gómez per traffico di influenze e corruzione, si accavallano le ipotesi.
La meno accreditata è quella che il premier sappia che dall’inchiesta possa saltar fuori qualcosa di grosso: tra i media seri anche quelli più ostili a Sánchez, che pure definiscono irresponsabile la sua scelta di lasciare il paese intero appeso a un filo per quattro giorni, sono prudenti sull’aspetto giudiziario. Le accuse si basano su notizie uscite su alcuni giornali online – El Confidencial, Vozpópuli, Libertad digital, Es.Diario e The Objective – noti per il piglio spregiudicato. E il braccio che ha formalizzato la denuncia è quello di Manos Limpias, uno pseudosindacato che ha come unica ragion d’essere quella di inoltrare ai tribunali, all’ingrosso, delle segnalazioni clamorose, copiaincollando ritagli di giornale. Lo ammette lo stesso one-man-orchestra che anima Manos Limpias, l’avvocato Miguel Bernad, che ha dichiarato di essersi limitato a “mettere a conoscenza della magistratura” una “serie di notizie” diffuse da “vari giornali digitali” e che “spetterà ora al giudice istruttore verificare se quelle notizie giornalistiche fossero fondate” (ieri la Fiscalía Provincial de Madrid ha già chiesto l’archiviazione).

Qualcuno pensa che la lettera di Sánchez – che ha scritto: “Non mi vergogno a dire che sono un uomo profondamente innamorato di sua moglie, che vive con un senso di impotenza il fatto che su di lei venga versato fango un giorno sì e l’altro pure” – sia un colpo di testa da burnout. Ma è difficile credere che i nervi di un politico inox come Sánchez, che ha intitolato un suo libro “Manual de resistencia”, possano sfibrarsi così, tutto d’un tratto.
Qualcun altro pensa invece che si tratti di un escamotage per sfilarsi da una premiership che scivola verso una fine ingloriosa e per atterrare su qualche poltrona internazionale. Sarebbe strano. Quando si trova in difficoltà, infatti, Sánchez non cerca mai l’uscita sul retro, ma raddoppia la posta.
Ed ecco allora l’ipotesi meno peregrina: ci troveremmo di fronte all’ennesimo colpo di teatro sancheziano, questa volta di sapore passivo aggressivo, per aggregare solidarietà da parte di quei suoi alleati potenzialmente infedeli che hanno subìto analoghi trattamenti da parte dei media di destra e per far quindi ripartire il proprio governo su una base più solida, disinnescando preventivamente, attraverso una conferma più o meno formalizzata della fiducia nella sua premiership, eventuali turbolenze conseguenti agli esiti delle elezioni catalane del 12 maggio e di quelle europee di giugno.

Un ulteriore obiettivo della lettera potrebbe essere l’erezione di un muro più robusto contro la cosiddetta “fachosfera” (fasciosfera). Questo termine, importato dal giornalista Idafe Martín Pérez, traducendo il francese “fachosphère” (o “réacosphère”) e subito adottato da Sánchez, indica quella costellazione similtrumpiana di media digitali, canali YouTube, commentatori tv e attivisti social che praticano un opinionismo bum bum (qualche giorno fa il fondatore di Vozpópuli, Jesús Cacho, in un editoriale intitolato “Los Ceausescu”, paragonava alternativamente il premier spagnolo e la moglie alla royal couple del comunismo romeno e ad Adolf Hitler), traghettano dei meme nella politica mainstream (con il risultato che la presidente della Regione di Madrid, Isabel Díaz Ayuso, ha detto in Parlamento a Sánchez, “Che ti voti Txapote!”, che sarebbe come se un autorevole esponente del centrodestra italiano dicesse a Elly Schlein “Che ti voti Nadia Desdemona Lioce!”, dal momento che Txapote è stato uno degli epigonali irriducibili di Eta) e talvolta diffondono delle enormità in stile QAnon (la moglie di Sánchez, Begoña, in realtà sarebbe un uomo, Begoño, e sarebbe coinvolta nel narcotraffico con il Marocco).

Con la sua lettera, in cui indica come complici della fachosfera anche il leader di Vox, Santiago Abascal, e quello dei popolari, Alberto Núñez Feijóo, Sánchez potrebbe puntare a rinfocolare la retorica delle due Spagne, serrando le fila dei sostenitori più o meno riluttanti del suo governo agitando l’unico collante: lo spauracchio di un eventuale governo popolare con un’iniezione di Vox.

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