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Da Bruxelles

L'avvertimento sul Mes, ancora

David Carretta

L'Italia "è ben cosciente della dimensione europea" della ratifica del Meccanismo, dice il presidente dell'Eurogruppo Donohoe. L'instabilità per l'Italia e la rete di sicurezza per tutti

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Bruxelles. L'Eurogruppo è tornato a fare pressioni sul governo Meloni sulla ratifica del nuovo trattato del Meccanismo europeo di stabilità. Seppur con un linguaggio diplomatico, il suo presidente, Paschal Donohoe, ha voluto mandare un avvertimento più forte del solito sui rischi che corre l'Italia. “Questo non è solo un dibattito su una rete di sicurezza in tempi di incertezza per l'Italia, ma anche sugli altri diciannove stati membri e sul fatto che negli anni recenti abbiamo visto quanto rapidamente le condizioni economiche possono cambiare”, ha detto il presidente dell'Eurogruppo. Con la crescita che rallenta e i tassi di interesse che salgono, aumentano anche i pericoli di una recessione.

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Bruxelles. L'Eurogruppo è tornato a fare pressioni sul governo Meloni sulla ratifica del nuovo trattato del Meccanismo europeo di stabilità. Seppur con un linguaggio diplomatico, il suo presidente, Paschal Donohoe, ha voluto mandare un avvertimento più forte del solito sui rischi che corre l'Italia. “Questo non è solo un dibattito su una rete di sicurezza in tempi di incertezza per l'Italia, ma anche sugli altri diciannove stati membri e sul fatto che negli anni recenti abbiamo visto quanto rapidamente le condizioni economiche possono cambiare”, ha detto il presidente dell'Eurogruppo. Con la crescita che rallenta e i tassi di interesse che salgono, aumentano anche i pericoli di una recessione.

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Il direttore del Mes, Pierre Gramegna, ha ricordato che “rimangono rischi per la stabilità finanziaria”, perché “l'impatto effettivo dell'aumento dei tassi e dell'indebolimento dell'economia deve ancora essere visto”. Non si possono escludere fallimenti bancari, dopo quelli visti all'inizio dell'anno negli Stati Uniti e in Svizzera. Per l'Italia, con il suo debito oltre il 140 per cento del pil, il futuro potrebbe essere un ritorno alla crisi del debito sovrano. La riforma del Mes serve a fornire una “rete di sicurezza” al Fondo unico di risoluzione delle banche in crisi. La ratifica deve avvenire entro la fine dell'anno, perché dal 2024 non ci saranno più le linee di credito bilaterali fornite dagli stati membri. “La cosa importante è che il Mes possa sostenere e realizzare il mandato per cui è stato creato: assicurare la stabilità finanziaria nell'area euro”, ha detto Gramegna.

 

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Secondo Donohoe, il ministro Giancarlo Giorgetti avrebbe rassicurato sui “suoi sforzi” per superare l'opposizione di una parte consistente della maggioranza. “Giorgetti è ben cosciente della dimensione europea” della ratifica del Mes, ha spiegato Donohoe. E' ora che lo capiscano non solo i suoi colleghi nella Lega, ma anche Giorgia Meloni. Perché la dimensione non è solo europea. E' anche e soprattutto italiana.

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