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in germania

Un vecchio volantino antisemita scombina i calcoli della Baviera al voto

Daniel Mosseri

La polemica sul leader dei Liberi elettori Aiwanger mette in crisi anche la Csu di Markus Söder. Pronto un confronto tra i due

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Berlino. Per una volta gli occhi sono tutti puntati sul secondo posto perché chi arriverà per primo si sa già. L’8 ottobre va al voto la Baviera che, con i suoi 13,4 milioni di abitanti, è il secondo più grande dei Länder tedeschi ed è seconda anche come contributo al pil nazionale. Le elezioni per il rinnovo del Parlamento bavarese saranno vinte al solito dalla Csu, il partito cristiano-sociale fratello separato del partito cristiano democratico, la Cdu. Governatore sarà dunque Markus Söder, primo ministro uscente e leader della Csu. Funziona così dal 1946, al netto di una mezza legislatura di grande coalizione (1954-1957) guidata dal socialdemocratico Wilhelm Hoegner. Dal 1957 al 2008 la Csu ha governato il Libero stato di Baviera come un feudo e cioè con introvabili maggioranze monocolore. L’incantesimo si è rotto una prima volta nel 2008, quando l’allora governatore Horst Seehofer dovette aprire ai Liberali per una legislatura, e una seconda nel 2018, quando Söder imbarcò i Liberi elettori (Fw) per avere la maggioranza al Maximilianeum.

 

Secondo gli ultimi sondaggi, neppure al prossimo giro i cristiano-sociali, che si distinguono dai cristiano democratici non solo per l’accento bavarese ma anche per la piattaforma più spiccatamente conservatrice, avranno la maggioranza assoluta. La Csu è data “soltanto” al 39 per cento, un po’ meglio del 37 di cinque anni fa ma non abbastanza per fare a meno di un alleato. Per il secondo posto sgomitano in tre: i Liberi elettori ai quali è attribuito il 13 per cento dei consensi, i Verdi, che dovrebbero raccogliere il 14, e AfD, avvistata a metà fra le due altre formazioni.

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E' anche colpa dell’AfD se la Csu non ce la fa più a governare da sola: l’ingresso dei sovranisti nell’agone regionale ha da un lato drenato voti a destra, dall’altro ha ridotto per tutti i seggi da distribuire al Parlamento regionale. Così, prima delle elezioni tanto Söder quanto il vicegovernatore e leader dei Liberi elettori Hubert Aiwanger hanno annunciato che intendono rinnovare l’alleanza. Né potrebbe essere diversamente: sul fianco destro la scelta è tra i Liberi elettori, dei populisti di centro molto ancorati al territorio, e un’impresentabile AfD che strizza un occhio all’eversione neonazi. Söder fa poi storicamente a cazzotti con la sinistra. Basti ricordare che la Csu ha già annunciato ricorsi alla Corte costituzionale contro il progetto del governo federale di legalizzare il consumo di marijuana coinvolgendo i Länder nel regolamentare l’apertura di club per il fumo. Di recente la Süddeutsche Zeitung ha scritto, scherzando, che i cristiano-sociali si apprestano ad aprire ai Verdi introducendo una giornata di menu vegetariano nel ristorante del Parlamento regionale a partire dal 2037. 
Nel futuro di Söder c’è dunque solo Aiwanger, che però è finito in un guaio. La stampa tedesca ha rinvenuto un volantino scolastico dal sapore antisemita stampato in una scuola bavarese negli anni Ottanta e attribuito all’allora diciassettenne Aiwanger. “Chi è il più grande traditore della patria? Chi indovina vince un volo attraverso i camini di Auschwitz”.

 

Il vicepremier, sempre felice di farsi ritrarre in costume bavarese, ha negato di essere l’autore di un volantino che lui stesso ha definito “disgustoso e disumano”. Però non si è detto estraneo alla vicenda, affermando anzi di conoscere l’autore, che sarebbe suo fratello. Una storia poco edificante per un leader politico il cui programma, incalza il Berliner Morgenpost, è poco distinguibile da quello dell’AfD, tanto più che lo stesso Aiwanger cita spesso “le macchinazioni delle élite”. Söder, che ha poca voglia di scandali pre elettorali, ha convocato il vicepremier a colloquio per oggi. A un mese dalle elezioni la Csu deve fare il possibile per scaricare sull’alleato ogni possibile colpa: nel 2021 l’oggi governatore perse la corsa alla candidatura a cancelliere – allora la Cdu gli preferì Armin Laschet. Almeno nella sua Baviera Söder non tollererà altri sgambetti.

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