Foto di Roberto Monaldo, via LaPresse 

i numeri delle migrazioni

I dati di Frontex smentiscono il vittimismo dell'Italia sui migranti

David Carretta

Nei suoi slogan il goveno non conta mai i movimenti secondari che dimostrano come i paesi che accolgono di più sono altri, Francia compresa: “L’emergenza è nel nord” sostiene una fonte Ue, dove arrivano i richiedenti asilo che riescono ad aggirare i regolamenti di Dublino

Bruxelles. Com’è possibile che nel 2021 in Italia siano sbarcati 57.812 migranti, ma la Francia abbia registrato 103.790 domande di asilo, più del doppio delle 45.200 in Italia? Come hanno fatto ad arrivare in Germania 148.175 richiedenti asilo, malgrado il fatto che non abbia porti sul Mediterraneo? Questi e altri numeri raccontano una storia molto diversa dalla narrazione sovranista-vittimista dell’Italia, lasciata da sola davanti a un’enorme crisi migratoria. Giorgia Meloni ieri ha voluto “mettere insieme due numeri”: la Francia ha fatto attraccare la Ocean Viking con 230 migranti ma in Italia ne sono sbarcati “quasi 90 mila”. I numeri del presidente del Consiglio occultano un fenomeno di cui l’Italia beneficia, in violazione delle regole europee. 

 

Sono i movimenti secondari di decine di migliaia di migranti che sbarcano in Italia e si trasferiscono in altri paesi. Nell’Ue tutti dicono che le regole di Dublino non funzionano. I paesi del sud perché Dublino li obbliga a farsi carico dei migranti che entrano. I paesi del nord perché il divieto di movimenti secondari previsto da Dublino non viene rispettato. Sui movimenti secondari non esistono numeri precisi, per definizione perché sono illegali per Dublino e perché le stesse regole di Dublino incoraggiano i migranti a restare clandestini per un certo periodo di tempo quando si trasferiscono dal paese di primo ingresso a quello d’asilo (altrimenti diventano “dublinanti” da rispedire indietro). Ma altri dati ufficiali, in particolare sulle richieste di asilo, permettono di avere un’ordine di grandezza dei movimenti secondari.

 

Il numero di richieste di protezione internazionale, infatti, segue da vicino quello degli ingressi irregolari nell’Ue. Dopo la grande crisi dei migranti del 2015-2016 (oltre 3 milioni di domande in tutta l’Ue), le cifre delle richieste di asilo sono scese allo stesso ritmo degli sbarchi in Grecia e Italia o degli ingressi sulla rotta dei Balcani, toccando il minimo nel 2020 per la pandemia (417 mila). Nel 2021 sono ripresi gli sbarchi e le domande di asilo sono risalite a 537 mila nell’Ue. Ma l’Italia, pur essendo una delle principali porte di ingresso, non è mai stata in cima alla classifica delle richieste di asilo. Nel 2015 la Germania ha ricevuto 441 mila domande, la Svezia 156 mila, l’Italia appena 64 mila. Nel 2021 è sempre la Germania in testa con 148 mila richieste, seguita da Francia (104 mila), Spagna (62 mila) e Italia (45 mila). Ma l’Austria, che ha 9 milioni di abitanti, ha ricevuto 38 mila domande. In effetti, rispetto alla popolazione, l’Italia è uno dei paesi dell’Ue che subisce meno la pressione dei richiedenti asilo. 

 

Gli ultimi dati di Eurostat sulle richieste di asilo per il 2022 confermano il trend. Tra gennaio e agosto l’Italia ha registrato tra le 4.460 e le 6.450 domande di protezione internazionale al mese. È circa la metà di Francia e Spagna e un terzo della Germania. A giugno, luglio e agosto l’Austria ha ricevuto il doppio o il triplo delle domande dell’Italia. “I numeri sulle richieste d’asilo dimostrano che non c’è una crisi migratoria in Italia”, spiega al Foglio una fonte dell’Ue. C’è un altro dato che conferma l’importanza dei movimenti secondari dall’Italia: le richieste di “take back” (riprendersi) i “dublinanti” da altri paesi. Germania e Francia sono i paesi che presentano ogni anno più richieste (tra 50 e 100 mila). L’Italia è costantemente quello che ne riceve di più (da un minimo di 22 mila a un massimo di 65 mila). Ma i “dublinanti” effettivamente trasferiti in Italia non hanno mai superato i 6 mila l’anno. Nel 2021 sono stati 1.525. Altri dati che smentiscono la retorica dell’Italia che si fa carico di tutti gli ingressi nell’Ue sono quelli di Frontex: la rotta dei Balcani è tornata a essere quella più battuta con 106.396 migranti intercettati fino a fine ottobre contro i 65 mila nel Mediterraneo centrale.

 

“Se ci sono paesi sotto forte pressione migratoria sono quelli del nord, dove si trasferiscono illegalmente i migranti che entrano in Italia”, dice la fonte dell’Ue. Ogni anno decine di migliaia di migranti sbarcati sulle coste sud del Mediterraneo si spostano in Germania, Francia, Austria, Paesi Bassi, Belgio e Svezia. “Lì c’è una vera emergenza, non in Italia”, spiega la fonte. I movimenti secondari funzionano come un grande programma di “relocation” (ricollocamenti) di richiedenti asilo fuori dalle regole o dagli accordi volontari. I francesi si arrabbiano, ogni tanto rafforzano i controlli alle frontiere, ma in gran parte li hanno tollerati per alleggerire il peso sull’Italia. Fino allo scontro sulla Ocean Viking, vissuto come una rottura dell’accordo tacito per condividere il fardello.

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