Il caso della Ocean Viking visto dalla Francia
A Parigi rimpiangono Mario Draghi. Perché proprio ora che gli screzi su diversi temi tra Macron e Scholz sembravano poter lasciare uno spiraglio per il rafforzamento di un asse latino tra Italia-Francia, il nuovo governo Meloni rischia di mandare tutto all’aria
Parigi. “Le attuali tensioni non sfoceranno in una rottura diplomatica, come accaduto nel 2019, ma la perdita di fiducia tra i due paesi è evidente. Un anno dopo la firma del trattato del Quirinale, questa crisi mostra che esisteva soprattutto un’amicizia tra Mario Draghi e Emmanuele Macron”. Con queste parole Les Echos, il principale quotidiano economico francese, commenta l’evolversi della crisi tra Roma e Parigi sul caso della Ocean Viking, in seguito alla conferenza stampa del presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni, che si è detta “molto colpita dalla reazione aggressiva del governo francese”. “Invece di approfittare delle difficoltà delle relazioni della coppia franco-tedesca per avvicinarsi alla Francia, Meloni dilapida agli occhi di Parigi i suoi sforzi per rassicurare l’Ue. L’Italia non ha nulla da guadagnare da un conflitto latente con la Francia, dal momento che i due paesi avevano iniziato un riavvicinamento su alcuni dossier industriali importanti, in particolare nel campo della difesa, e condividono la stessa volontà di una riforma del patto di stabilità”, sottolinea Les Echos.
Proprio ora che gli screzi su diversi temi tra l’inquilino dell’Eliseo, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, sembravano poter lasciare uno spiraglio per il rafforzamento di un asse latino tra Italia-Francia, il nuovo governo Meloni rischia di mandare tutto all’aria. A Parigi, la stampa europeista rimpiange l’ex presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi. “Parigi ritiene di aver sostenuto l’Italia sul dossier della rilocalizzazione dei richiedenti asilo e di essere stata in contatto permanente con le autorità italiane negli ultimi giorni, per trovare una soluzione per l’accoglienza dei migranti soccorsi dalle navi di diverse ong. Ma sul versante italiano, il governo è cambiato il mese scorso. Le redini del paese non sono più nelle mani di Mario Draghi, ma di Giorgia Meloni. E il nuovo ministro dell’Interno, il prefetto Matteo Piantedosi, non è altro che l’ex capo di gabinetto di Matteo Salvini, ai tempi in cui quest’ultimo era ministro dell’Interno. Detto in altri termini, un adepto della linea dura sull’immigrazione e di scontro con i partner europei”, scrive Laurent Marchand su Ouest-France.
Sul sito dell’Express, è uscita invece un’intervista a Antoine Laurent, ufficiale della marina mercantile che, a bordo dell’Aquarius, partecipò nel 2018 a una serie di operazioni di salvataggio dei migranti. Nell’estate di quattro anni fa, con l’Aquarius, si era creata una situazione simile a quella della Ocean Viking. L’Italia aveva rifiutato l’attracco della nave di proprietà della ong Sos Méditerranée, scatenando reazioni stizzite da parte di Parigi, e costringendo l’imbarcazione a dirigersi verso il porto di Valencia, dove poi sbarcarono i migranti. “Ci sono delle similitudini, ma anche delle differenze importanti da sottolineare. Nel 2018, la guardia costiera italiana aveva partecipato all’operazione di salvataggio dei migranti. E mentre Matteo Salvini si era mostrato intransigente sull’accoglienza delle 630 persone a bordo – ossia più di 400 rispetto alla Ocean Viking – due navi militari italiane avevano accompagnato l’Aquarius fino a Valencia, in Spagna. Ciò aveva permesso di distribuire le persone su tre navi e assicurare in quel modo la loro sicurezza. Ma da qualche hanno, l’Italia si mostra sempre più intransigente”, ha dichiarato Laurent, prima di aggiungere: “Lo scontro diplomatico tra Parigi e Roma era stato inoltre meno grave perché la Spagna si era manifestata rapidamente per accogliere la nave. Ciò ha permesso di evitare un aumento delle tensioni”. Secondo l’ex marinaio della Aquarius, “l’Italia usa la Francia per sgravarsi della responsabilità dell’accoglienza dei migranti. Ci sfida, approfittando del fatto che anche noi siamo un paese mediterraneo”. Pierre Henry, presidente dell’associazione France fraternité intervistato da France Info, ha detto che “la crisi era prevedibile con l’Italia di Meloni, che ha volutamente provocato questo incidente con la Francia”.