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Gli ucraini hanno trovato altre prove di torture russe nei territori liberati

Enrico Cicchetti

Un prigioniero sepolto vivo e una scatola con tantissimi denti d'oro strappati. Gli investigatori hanno trovato una "camera degli orrori" nel villaggio di Pisky-Radkivski, nella regione di Kharkiv. "Quante altre se ne troveranno nell'Ucraina occupata?", si chiede il ministero della Difesa di Kyiv

Avvertenza: questo articolo contiene descrizioni e immagini che alcuni lettori potrebbero trovare inquietanti.


 

Una settimana dopo che le truppe ucraine sono rientrate in possesso del villaggio di Pisky-Radkivski, nella regione di Kharkiv, in una vasta controffensiva che ha costretto le truppe russe alla ritirata attraverso l'Ucraina nord-orientale, l'orrore della guerra è fin troppo evidente. Nel villaggio, la battaglia è durata solo un giorno, ma la potenza e la precisione dell'assalto ucraino hanno messo fuori combattimento i carri armati di Putin e costretto i soldati russi a una rapida ritirata. Sul posto sono rimasti mezzi, uniformi, sacchi a pelo e razioni. E anche le prove di nuove atrocità commesse, è presumibile, dall'esercito russo.

  

 

Nel villaggio liberato dagli invasori, le forze dell'ordine ucraine hanno scoperto quella che definiscono una camera delle torture che gli occupanti avevano allestito in una cantina. "I nostri agenti stanno documentando i crimini di guerra dell'esercito dei 'liberatori'", ha scritto sui social la polizia nazionale. 

  

   

"Una camera delle torture a Pisky-Radkivski. Due foto. Una maschera antigas coperta con uno straccio fumante è stata messa sulla testa di una vittima che è stata poi sepolta viva. E una scatola di corone dentali d'oro. Una mini Auschwitz. Quante altre se ne troveranno nell'Ucraina occupata?", scrive il ministero della Difesa di Kyiv.

  

 

La polizia ucraina dice che nella stanza delle esecuzioni sono stati trovati anche cavi elettrici e corde e una lettera con l'interrogatorio a uno dei detenuti. “Dopo la liberazione del villaggio, i residenti locali hanno riferito alla polizia che nel seminterrato erano tenuti prigionieri: residenti locali, soldati dell'ATO [Operazione antiterrorismo] e prigionieri di guerra", ha scritto su Facebook Sergi Bolvinov, capo del dipartimento investigativo della polizia nella regione di Kharkiv. Bolvinov dice che i residenti hanno sentito urla costanti provenire dall'edificio. Le forze di sicurezza sostengono che le truppe russe abbiano anche saccheggiato le case nel piccolo villaggio, situato a circa 150 chilometri a sud-est della città di Kharkiv. Altri dettagli sulle presunte torture, compreso il numero delle vittime, sono al momento sconosciuti.

   

nei territori liberati dell'Ucraina erano già state rinvenute altre stanze di tortura: una di queste a Balakliya ha testimoniato le atrocità commesse sulla popolazione civile, dopo lo sconvolgimento di Bucha e Irpin. Almeno dieci presunti luoghi di tortura sono già stati scoperti nella città di Izium, liberata dall'esercito ucraino all'inizio di settembre, secondo l'Associated Press. La Russia sta affrontando numerose indagini internazionali per questi crimini di guerra.

   

  

La maggior parte dei cadaveri che si trovavano nel villaggio di Pisky-Radkivski, racconta l'inviata del New York Times Carlotta Gall, è stata rimossa da equipaggi forensi che percorrono la zona di battaglia su furgoni bianchi decorati con una croce rossa e il numero 200, il codice che i militari usano fin dall'epoca sovietica per il carico dei soldati morti. 

 

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti