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Non solo Nord Stream. I rischi per l’Europa e la rabbia di Putin

Federico Bosco

Il presidente russo vuole rompere l'unità europea. Ecco perché nei prossimi limiti concentrerà i suoi sforzi per superare i limiti, com'è successo con i gasdotti nel Mar Baltico

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Dopo l’attacco al Nord Stream 1 e 2 i paesi nordici si affrettano a proteggere le infrastrutture critiche dal rischio sabotaggio. I gasdotti hanno subito danni senza precedenti, forse irreparabili, il ministro della Difesa danese Morten Bødskov ha detto che le fughe di gas andranno avanti ancora per giorni e prima di poter mandare persone a indagare in profondità ci vorranno una o due settimane. “La Russia ha una presenza militare significativa nella regione del Mar Baltico”, ha detto Bødskov, “e ci aspettiamo che continui a lanciare sciabolate”. Se i sospetti della mano russa dovessero essere confermati, o semplicemente crescere, le implicazioni sono di vasta portata. 

L’idea che le infrastrutture sottomarine dei paesi europei siano diventate un obiettivo della guerra ibrida russa costringerà le Forze armate occidentali a prepararsi a un nuovo fronte della guerra in Ucraina. Bødskov ha parlato con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha confermato che non si è trattato di un incidente ma di esplosioni rilevate dalle stazioni sismiche scandinave, e ha assicurato l’impegno nella protezione delle “infrastrutture critiche”,  ovvero le infrastrutture la cui distruzione (parziale o momentanea) compromette il funzionamento di uno stato membro. 

L’allarme attraversa tutti i governi della regione: nel tratto di mare che separa il Regno Unito dalla penisola Scandinava e dalla costa anseatica fino all’interno del Baltico passa una fitta rete di gasdotti, oleodotti, cavi sottomarini delle reti internet, piattaforme per l’estrazione e terminal per la lavorazione degli idrocarburi, oltre a numerosi impianti eolici off-shore connessi alla rete elettrica. Anche i paesi del Mediterraneo dovranno alzare il livello di allerta, se accadesse qualcosa al gasdotto che collega l’Italia all’Algeria, o a uno dei pochi impianti di rigassificazione, la strategia italiana per affrancarsi dal gas russo verrebbe compromessa

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Ursula von der Leyen ha promesso che “qualsiasi interruzione deliberata delle infrastrutture energetiche europee attive è inaccettabile e porterà alla risposta più forte possibile”, e in questo caso va sottolineato il riferimento alle infrastrutture “attive”. Mosca respinge i sospetti e le accuse, e attraverso la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, contrattacca chiedendo addirittura a Joe Biden di chiarire “se vi siano gli Stati Uniti dietro gli incidenti al Nord Stream”, mentre il Cremlino si limita a dire che è stupido incolpare la Russia, e si offre (pretende) di collaborare alle indagini. Tuttavia, anche se è impossibile che un’operazione che richiede così tanta specializzazione possa essere compiuta da un attore non statuale, è difficile che vengano trovate prove inoppugnabili. Ma che ciò avvenga o meno, i governi europei dovranno comunque affrontare la minaccia con la massima allerta, augurandosi il meglio mentre si preparano al peggio.

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Con l’invasione dell’Ucraina l’Europa ha avuto la dimostrazione che aver sottovalutato le azioni ostili della Russia – a partire dall’annessione della Crimea nel 2014 ma la lista è molto più lunga e antecedente quel periodo – è stato un grande errore storico, e ora non ci si può illudere che Mosca rimanga a guardare passivamente i paesi europei che riescono a superare l’inverno senza il loro gas, così come non ha guardato passivamente i paesi europei che lavoravano per ridurre le forniture dalla Russia mentre evitavano di sanzionare il gas e il petrolio russo con la convinzione che al Cremlino avrebbero pensato solo ad aumentare il surplus commerciale. Anche gli europei devono uscire dalla “bolla di sicurezza” in cui si sono accomodati: Mosca ha un disperato bisogno che gli Stati membri si dividano per rompere l’unità europea e abbandonare Kyiv al suo destino. Vladimir Putin la considera l’unica speranza di salvezza per il suo regime, crede davvero che sia possibile che i governi europei siano deboli fino a questo e punterà e sa di avere poco tempo. Nei prossimi mesi concentrerà tutti i suoi sforzi per raggiungere questo obiettivo, oltrepassando altri limiti.

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