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le mosse di bruxelles

L’Ue è pronta a "un intervento di emergenza" sul mercato dell’energia

David Carretta

Ora che la Germania ha tolto il veto sul tetto al prezzo del gas, la Commissione è più libera di presentare le sue proposte. Von der Leyen annuncia una “riforma strutturale”. Ecco cosa potrebbe cambiare

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Bruxelles. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi ha annunciato un “intervento d’emergenza” e una “riforma strutturale” del mercato europeo dell’energia, dopo che la Germania ha abbandonato la sua opposizione al disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas. La svolta del governo di Olaf Scholz è arrivata nel fine settimana. La guerra del gas lanciata da Vladimir Putin contro l’Unione europea, in rappresaglia al suo sostegno all’Ucraina contro l’aggressione russa, ha fatto cadere un altro tabù tedesco. Dallo scorso autunno Berlino aveva sempre rigettato le richieste di altri stati membri – Spagna, Francia, Italia e Belgio – di modificare il funzionamento del mercato europeo dell’energia, compreso il tetto al prezzo del gas. Ma anche la Germania si è dovuta arrendere all’evidenza di bollette astronomiche. Oggi il prezzo dell’elettricità ha superato per la prima volta i mille euro per megawattora. E’ più di dieci volte il livello di un anno fa. La pressione interna è stata più convincente per Berlino di quella di altri stati membri. Serve un “nuovo modello di mercato”, ha detto ieri a Bloomberg il ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck: “Il fatto che il prezzo più alto è quello che fissa sempre i prezzi di tutte le altre forme di energia potrebbe cambiare”. Domenica era stato il ministro delle Finanze, Christian Lindner, a sostenere la necessità di intervenire “con la massima urgenza” sui prezzi dell’energia.

I dettagli e la tempistica dell’intervento promesso da von der Leyen non sono ancora conosciuti. “L’esplosione dei prezzi dell’elettricità sta mostrando i limiti di come è disegnato il nostro mercato”, si è limitata a dire la presidente della Commissione in un discorso al Forum di Bled, in Slovenia. “Ecco perché stiamo lavorando a un intervento di emergenza e una riforma strutturale del mercato dell’elettricità”, ha detto von der Leyen. Ma come in altri settori dell’Ue, una volta caduto il veto preventivo della Germania, la Commissione ora è più libera di presentare le sue proposte, anche se in stretto contatto con il governo tedesco.

Dopo il discorso a Bled, von der Leyen ha incontrato Habeck per discutere i dettagli dell’intervento d’urgenza e della riforma del mercato europeo dell’energia. Secondo diverse fonti, la proposta della Commissione potrebbe essere presentata già questa settimana. La Repubblica ceca, che ha la presidenza di turno dell’Ue, ha convocato per il 9 settembre una riunione straordinaria dei ministri dell’Energia. “Non permetteremo a Putin di danneggiare i nostri cittadini e le nostre imprese”, ha detto il ministro ceco dell’Industria, Jozef Síkela: “Dobbiamo aggiustare il mercato dell’energia. La soluzione europea è di gran lunga la migliore che abbiamo”. 

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Lo stesso Síkela ha indicato due misure che potrebbero rientrare nella proposta della Commissione. La riforma strutturale dovrebbe essere il disaccoppiamento tra il prezzo dell’elettricità e quello del gas. L’intervento d’emergenza potrebbe prendere la forma di un tetto al prezzo del gas per la produzione di elettricità. “Abbiamo bisogno di un nuovo modello di mercato per l’elettricità che funzioni davvero e che ci riporti in equilibrio”, ha spiegato von der Leyen. Il 9 settembre alcuni stati membri vogliono anche discutere di un intervento sul sistema dello scambio di emissioni Ets per alleviare la pressione sulle imprese.

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Nell’autunno dello scorso anno, quando i prezzi del gas in Europa avevano iniziato a salire in seguito a un’estate senza vento per alimentare l’eolico e la decisione di Gazprom di ritirarsi dal mercato spot, erano stati Spagna e Portogallo a chiedere il disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità. Pochi mesi dopo anche Francia e Italia si erano unite al gruppo. La Germania ha guidato la coalizione di paesi che si sono sempre detti contrari alla riforma del mercato europeo dell’energia, giustificandosi con il suo buon funzionamento (storicamente ha garantito prezzi bassi) e gli incentivi per investire nelle rinnovabili (il meccanismo attuale prevede che l’energia con il prezzo più alto fissi il prezzo di tutte le altre fonti, premiando eolico e solare). In virtù della mancanza di interconnessioni con il resto dell’Ue, in primavera i governi di Madrid e Lisbona hanno ottenuto dalla Commissione una deroga, che ha permesso loro di mettere un tetto al prezzo del gas per la produzione di energia elettrica. Nel corso delle ultime settimane sempre più capitali hanno chiesto alla Commissione di riformare il mercato dell’energia o di fissare un tetto al prezzo del gas.

Alcuni paesi, come il Belgio, erano sul punto di adottare misure unilaterali fuori dal quadro europeo. Domenica è stato il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, a passare nel campo degli interventisti perché “non dobbiamo permettere a Putin di decidere il prezzo dell’elettricità europea ogni giorno”. Tuttavia alcuni esperti (tra cui l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell’energia nell’Ue) avvertono che interventi d’emergenza e una riforma del mercato europeo dell’energia alla fine potrebbero rivelarsi controproducenti, portando nel corso del tempo a prezzi più alti per consumatori e imprese. Inoltre, un tetto al prezzo del gas per la produzione di elettricità avrà un costo per le casse pubbliche degli stati membri, che sono già sotto pressione per l’elevato livello di debito.

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